2023, L’ANNO DI PICASSO: CELEBRAZIONI PER IL 5Oesimo ANNIVERSARIO DELLA MORTE

Pablo Picasso nel 1962 Premio Stalin per la pace 1950 Premio Lenin per la pace 1962, fonte Wikipedia

MILANO.  “Picasso Celebración 1973.2023” è il titolo della serie di iniziative che la Spagna dedica al grande artista nel 50esimo anniversario della sua scomparsa. Nel mondo saranno almeno una cinquantina le esposizioni a lui dedicate, mentre nel suo Paese si possono visitare ben 16 allestimenti. Ma qual è l’importanza di questo grande artista?

Pablo Picasso nasce a Malaga il 25 ottobre del 1881 ed è l’artista più importante del XX secolo e uno dei più grandi di sempre. Il “Cubismo”, da lui inventato nel 1907 con il quadro “Les demoiselles d’Avignon”, rappresenta il movimento artistico che ha cambiato per sempre l’idea della pittura e dell’arte in generale. Per capire quello che ha fatto Picasso basta vedere un quadro del Cinquecento e metterlo a confronto con un quadro impressionista e poi confrontare questo con un dipinto cubista.

Anche se tra un’opera rinascimentale ed una impressionista intercorrono circa trecentocinquanta anni mentre tra una impressionista ed una cubista solo cinquanta anni, si noterà che un volto dipinto da Renoir è più vicino ad uno dipinto da Raffaello che non a uno dipinto da Picasso cubista. Il genio catalano ha cambiato non solo il modo di vedere ma anche quello di pensare.

Protagonista in tutto, anche nel fatto di rappresentare una sorta di genio compreso che per tutta la sua vita ha sempre scandalizzato, ha sempre mischiato le carte e le ha offerte al mondo al tavolo del “gioco” dell’arte. Mai uguale a se stesso, con una sterminata produzione che ne fa l’artista più produttivo di sempre, qualcosa come circa 100.000 opere! Tra disegni, dipinti, sculture, ceramiche, incisioni, scenografie, ecc… Artisticamente parlando, un onnivoro, capace di divorare e trasformare tutto, sempre sotto la sua furia creativa, la sua irruenza, la sua genialità.

Autore, nel 1937, dell’ultimo quadro storico, “Guernica”, che, anzi, rappresenta un fatto storico, una pagina di storia, dipinto in bianco e nero, come un articolo di giornale, e anche perché il soffio mortale del bombardamento nazifascista del 26 aprile del 1937, aveva portato via i colori, la vita della cittadina basca. Picasso irruento, storico, drammatico, il contrario dell’altro protagonista del “Cubismo”, il pittore Georges Braque, calmo, misurato, borghese.

La diversità di carattere la si può trovare nelle celebri frasi dei due artisti : “Io non cerco, trovo”, di Picasso, e “Amo la regola che corregge l’emozione”, Di Braque. Pablo Picasso diverso da tutti e fondamentale per tutti! La sua libertà, la sua feconda immaginazione, il suo smisurato talento è stato un nutrimento per tutti gli artisti che sono cresciuti con lui e venuti dopo di lui. L’artista spagnolo capisce prima degli altri e meglio degli altri, la grande lezione di Cezanne, la porta alle estreme conseguenze, alla realizzazione del “Cubismo”, prima in quello “primitivo”, con l’influenza dell’arte africana, (tra il 1907 e il 1909), poi in quello “analitico”, con scomposizione e ricomposizione formale, (tra il 1909 e il 1911) e, infine, in quello “sintetico”, dove, per la prima volta, in un quadro, si fa uso del collage e di altri elementi extrapittorici, (tra il 1911 e il 1916). Picasso “Realista”, Picasso del periodo “Blu” e “Rosa”, Picasso “Cubista”, Picasso “Surrealista”, Picasso “Classico”, insomma Picasso, pirandellianamente “Uno, Nessuno e Centomila”, inafferrabile. Una cosa è certa, il genio spagnolo non ci appare mai nello stesso modo, è come il tuono e il lampo che appartengono allo stesso fenomeno atmosferico, il temporale, ma che non vedi mai nello stesso momento. Le opere di Picasso ci appaiono come un gioco di specchi, le visioni si moltiplicano, si frammentano, si spezzano, dove non si distingue più l’immagine reale da quelle riflesse, un perdersi in linearità che si rincorrono e si ritrovano.

Quasi un metafora della nostra esistenza, quando pensiamo di aver perso qualcosa, o qualcuno, che invece poi, ritroviamo, con la giusta linea che ci porta alla via principale, via d’uscita che ci conduce verso quello che pensavamo di aver definitivamente perduto. Pablo Picasso muore in Francia, a Mougins, l’8 aprile del 1973.    

ALFONSO TALOTTA