
OSTIGLIA. Sono ben 35 le opere che compongono la mostra personale del maestro Claudio Guatteri che si possono ammirare a Ostiglia dal 24 febbraio (inaugurazione alle 17) al 10 marzo presso lo Spazio espositivo di via Gnocchi Viani 6. Orari di apertura nei giorni festivi e prefestivi: dalle 10 alle 12 e dalle16 alle 19, ingresso libero.
Nato a Parma, fin da giovane è sempre stato attratto dall’arte in genere. Del 1970 sono le sue prime opere tratte da composizioni messe sul tavolo o da immagini che catturavano l’attenzione. Artisticamente si è formato presso studi di noti artisti appartenenti a varie tendenze. Ma la scuola migliore è stata dipingere all’aperto osservando i vari colori della natura, in diverse località, al fianco di tanti artisti. Ha conseguito più di 380 premi. Numerosi sono i riconoscimenti, sia da parte della critica che del pubblico.
«La preziosità stilistica e immaginativa di Guatteri – spiega il curatore, Simone Fappanni – si rivela in un amore, profondo e sincero, per gli elementi naturali.
È proprio l’osservazione della natura, infatti, il punto di partenza e allo stesso tempo di arrivo del pittore parmense che consegna all’osservatore scenari che sembrano ripresi sempre dal vivo, a stretto contatto con ciò che questo eclettico creativo sente più prossimo, ovvero quel pulsare incessante che soltanto scorci e panorami riescono a suscitare quando ci si trova dianzi ad essi in un atteggiamento di pura contemplazione estatica.
Sia che si tratti di scorci della sua generosa terra che panorami lontani, oppure lacustri, i quali si caricano di quei deliziosi passaggi cromatici che derivano dalla famigliare presenza dell’acqua che scorre e tutto attraversa.
Una cifra stilistica, questa, che si affida a un realismo d’intonazione plastico-evocativo per cercare di suscitare, riuscendoci, emozioni e sensazioni profonde, così come sanno fare solo quegli artisti che, come Claudio Guatteri, prediligono ritrarre en plein air i propri soggetti, anche durante manifestazioni estemporanee che richiedono un’estrema padronanza tecnica oltre che una precisa vocazione meta-rappresentativa. In questo senso l’artista risulta in grado di condurre, con bella apertura immaginativa, scenari connotati da precise scelte prospettiche che consentono all’osservatore un’immersione totale, un guardare “oltre” l’orizzonte che si carica di una specifica notazione simbolica».