A COSA SERVE LA STORIA DELL’ARTE: NUOVO, INTERESSANTE LIBRO DI LUCA NANNIPIERI IN USCITA PER SKIRA

La copertina del libro

MILANO. L’ultimo libro di Luca Nannipieri, A Cosa serve la storia dell’arte (Skira, pagine 217, Euro 19), è un volume sui generis. Non è infatti un testo che ripercorre la vita e le opere dei maestri del passato o analizza quelli del presente. Fa qualcosa di più. E di diverso.

Parte infatti da una riflessione davvero condivisibile: «dicono che la critica sia l’arte di giudicare, dal greco kritiké téchne, lessicalmente appunto, l’arte di giudicare. Nulla di più sbagliato. Il critico d’arte, lo storico dell’arte, deve agire, condizionare, indirizzare, modellare, germinare, fondare. Ecco, deve essere un fondatore. Un fondatore di luoghi, di spazi, che prima non c’erano. Luoghi e spazi, pubblici o privati, che abbiano necessità, che siano necessari».

Come “collega” mi ritrovo in questa prospettiva, soprattutto perché sono convinto che più che giudicare il critico debba proporre, “fondare” prendendo a prestito le parole di Nannipieri.

Da questa premessa si svolge un affascinante riflessione sull’essere dell’essere critico d’arte. Una meditazione che si snoda attraverso un ideale confronto con studiosi del calibro di Johann Joachim Winckelmann, Arnold Hauser, Alois Riegl, Erwin Panofsky, Max Dvorˇák, Bernard Berenson, Heinrich Wölfflin, Palma Bucarelli, Franco Russoli, Ettore Modigliani e Fernanda Wittgens. Il confronto fra pensatori diventa davvero interessante perché spinge il lettore a vedere la storia dell’arte in un’ottica non soltanto descrittiva, ma narrativa ed empatica.

In questo discorso Nannipieri si sofferma su diverse componenti di una moderna critica d’arte, fra cui la tutela del patrimonio, il business nel mondo delle Beaux Arts, oltre che sui linguaggi e i luoghi dell’arte nel loro dinamismo e nella loro evoluzione.

Il quadro complessivo che ne deriva è ampio e complesso. E soprattutto complessa criticità su cui è opportuno soffermarsi. Anche perché, citando le parole dell’autore, «il critico d’arte, che non vuole essere irrilevante, deve essere militante: militare nella creazione, nella lotta». E questa lotta culturale credo sia il vero “sale” della critica d’arte.

AUTORE: SIMONE FAPPANNI (Riproduzione del testo riservata)

PER APPROFONDIRE. Luca Nannipieri, critico e storico dell’arte, ha pubblicato con Skira Capolavori rubati (2019) e Raffaello (2020); dalla sua rubrica su RaiUno, “SOS Patrimonio artistico”, Rai Libri ha pubblicato il volume Bellissima Italia. Splendori e miserie del patrimonio artistico nazionale.

Luca Nannipieri

Tra gli altri suoi libri, ricordiamo quelli allegati al quotidiano “Il Giornale”, come L’arte del terrore. Tutti i segreti del contrabbando internazionale di reperti archeologici, Vendiamo il Colosseo. Perché privatizzare il patrimonio artistico è il solo modo di salvarlo, Il soviet dell’arte italiana. Perché abbiamo il patrimonio artistico più statalizzato e meno valorizzato d’Europa. Dirige Casa Nannipieri Arte, curando mostre e conferenze, da Giacomo Balla a Keith Haring.

NOTA. Immagini e bote biografiche: courtesy of uff. stampa.