ALDO ROSSI: QUANDO IL DESIGN DIVENTA ARTE. MOSTRA AL MUSEO DEL NOVECENTO

Aldo Rossi e Luca Meda, libreria modulare Piroscafo, 1992. Molteni&C, Giussano. Molteni Museum . © Eredi Aldo Rossi, courtesy Molteni&C

MILANO. Merita davvero una visita la mostra retrospettiva dedicata ad Aldo Rossi, fra i maggiori creativi italiani, allestita a Milano al Museo del Novecento fino al 2 ottobre. Curata da Chiara Spangaro, in collaborazione con la Fondazione Rossi e Silvana Editoriale, consente di apprezzare a pieno il talento cristallino di un protagonista assoluto del Novecento. In questo senso, la figura dell’architetto, del designer, del teorico e del critico incarnata da Rossi si può accostare attraverso oltre 350 pezzi, fra arredi e oggetti d’uso, prototipi e modelli, dipinti, disegni e studi progettati e eseguiti dal 1960 al 1997.

Già varcando la soglia della rassegna meneghina si ha la percezione della multiformità dell’ispirazione di Rossi, con bozzetti su carta che sono opere d’arte a se stanti, tracciate con mano sicura e decisa; appunti di lavoro confluiti, poi, in prodotti d’uso comune o industriale e persino d’artigianato di pregio per aziende
leader nei settori d’appartenenza, come Alessi, Artemide, DesignTex, Bruno Longoni Atelier d’arredamento, Molteni&C|UniFor, Richard-Ginori, Rosenthal, Up&Up (oggi UpGroup).

Si tratta di pezzi pensati quasi un ventennio fa, molti dei quali ancora oggi in produzione, in cui oltre alle linee e alle forme si apprezza un raro senso del colore e dell’armonia tipico di Rossi, vero sperimentatore di materiali eterogenei: metalli, legni, marmi, pietre, ceramiche, porcellane, tessuti, plastiche, solo per fare qualche esempio.

La rassegna, il cui progetto di allestimento si deve a Morris Adjmi – MA Architects, collaboratore e poi associato di Rossi a New York, si inoltra nel mondo di Rossi in nove sale che narrano, in maniera esemplare, lo stretto rapporto di Aldo con il suo lavoro, arrivando persino nei suoi spazi più raccolti e intimi.

Ciascuna di esse rappresenta un mondo nel quale emerge la relazione tra opere grafiche e prodotti artigianali e industriali, con riferimenti alle architetture e allo spazio privato di Rossi, grazie anche
alla collaborazione con musei e archivi aziendali, collezioni museali italiane e internazionali e collezioni private, così come documenta l’ampio catalogo ragionato.
Così si legge, inoltre, nel comunicato stampa:
“L’attività progettuale si divide tra edilizia privata e pubblica. Si ricordano tra i primi progetti realizzati: l’ampliamento della scuola De Amicis di Broni (1970), un’unità residenziale al quartiere Gallaratese di Milano (1973), il Cimitero di San Cataldo di Modena (1978) e la scuola elementare di Fagnano Olona (1976). Successivamente: gli edifici pubblici di Fontivegge-Perugia e Borgoricco (1989), la ristrutturazione del Teatro Carlo Felice di Genova (1989), l’ampliamento dell’aeroporto di Milano-Linate (1993), fino al progetto per la ricostruzione del Teatro “La Fenice” di Venezia. Contemporaneamente la sua notorietà si afferma oltre i confini nazionali con realizzazioni quali l’isolato tra Kochstrasse e Friedrichstrasse a Berlino (1981), l’Hotel “Il Palazzo” di Fukuoka (1989) e a Maastricht il Bonnefanten Museum (1994).
L’attività di storico e teorico dell’architettura comprende, oltre alle collaborazioni con riviste quali “Casabella Continuità”, “Società” e “Il Contemporaneo”, la pubblicazione di L’architettura della città (1966) e di Autobiografia scientifica (1984), oltre al film Ornamento e delitto (con Gianni Braghieri e Franco Raggi) realizzato nell’ambito della direzione della sezione internazionale di architettura alla Triennale di Milano (1973), e della sezione architettura della Biennale di Venezia del 1983.
Architetto e studioso, nominato Accademico di San Luca nel 1979, insignito del Pritzker Prize 1990 e della 1991 Thomas Jefferson Medal in Architecture, Aldo Rossi è noto anche per la sua attività di designer e artista, dal Teatro del Mondo presentato alla Biennale di Venezia del 1979, al Monumento a Sandro Pertini (Milano, 1990), passando per l’opera pittorica e grafica, da sempre legata alla sua attività progettuale”.

AUTORE: SIMONE FAPPANNI

FONTE. Immagini e estratto comunicato stampa, inseriti al solo scopo di presentare l’evento: press kit Ufficio stampa Museo del Novecento