ALLA SCOPERTA DELL’IMMORTALITÀ: DIEGO VALENTINUZZI ESPONE DA SARTORI

Un’opera di Valentinuzzi in mostra

MANTOVA. La Galleria Arianna Sartori di Mantova, nella sala di via Cappello 17, presentA la personale Dell’artista Diego Valentinuzzi intitolata “Alla scoperta dell’Immortalità”, fino al 10 giugno 2021.

Catalogo in Galleria con prefazione di Diego Valentinuzzi, introduzione di don Marcello Stanzione, presentazione di Cristina Feresin, “Dialoghi con l’angelo” di Claudia Raza.

Il sogno dell’inconscio

“Piume morbide, lievi, che sembrano nuotare nell’aria, formano ali vaporose, chiome fluenti, volano via come farfalle in questa serie di disegni che Diego Valentinuzzi dedica agli angeli, alla loro natura di creature sovraumane ed eteree, dalle affinità e, nello stesso tempo, distanze con il genere umano.

Un tema, questo degli angeli, già affrontato da Valentinuzzi nella sua abituale produzione. Si posso infatti incontrare figure celestiali nelle sue tele dove il sogno e l’inconscio si intrecciano all’immaginazione fervida e ad una capacità narrativa vivace e feconda, tale da creare un lessico autonomo e immediatamente identificabile.

C’è però, in questa sequenza di matite colorate su cartoncino, una leggerezza diversa, un restituire i soggetti al di fuori e al di sopra di qualsiasi contesto conosciuto. Come sospesi in chissà quale dimensione, nonostante le sensuali fattezze femminili o i corpi adolescenziali che li avvicinano alla vita terrena e, allo stesso tempo, tracciare una naturale lontananza dalle cose umane.

La tecnica fa sicuramente la sua parte in questo frangente, le matite morbide nei colori del cielo, dell’anima e della mente, sfumate con sapienza, l’utilizzo di inserti dorati e di piccole geometrie, rendono l’atmosfera decisamente spirituale e confermano l’abilità tecnica di Valentinuzzi, disegnatore preciso ed attento.

Seppur non manchino le citazioni pop a lui tanto care, come le scritte che campeggiano tra le sinuosità angeliche, alcuni attinenze alla cartellonistica, alla metafisica e al surrealismo accostati alla pittura classica, c’è una evidente semplificazione in atto, una maggiore attenzione al particolare, alla figura in sé.

Sono assenti i riferimenti temporali e mancano pure i paesaggi, lo sfondo è neutro, dai toni chiari e polverosi, in modo da far emergere con maggior chiarezza il segno, i rossi e i blu che si intrecciano sul foglio a definire situazioni corali e figure di solitaria malinconia.

Le penne molli si avviluppano lungo le schiene nude o si fanno capelli e capigliature bizzarre in questi angeli dalla bellezza perfetta e disarmante, che racchiudono tutto il fascino del mistero e quell’ambiguità propria dell’arte di Valentinuzzi, attivata da situazioni e stati d’animo in continuo divenire.

I volti enigmatici, dallo sguardo impenetrabile, sembrano inghiottire lo spettatore in chissà quale anfratto della mente, mentre i giovani profili lasciano spazio alla dolcezza e al candore del bacio rubato. Angeli custodi di confidenze, traghettatori di sogni, messaggeri della divinità, continuano ad essere l’aggancio mentale tra il visibile e il non visibile, tra il bisogno di protezione, la vicinanza e la necessità di credere in qualcosa che va oltre il reale e il riconoscibile”. Cristina Feresin

CREDITS: Testo e foto, courtesy of Galleria Arianna Sartori