AMADESI E PICCINI: IL SEGNO NARRATIVO. BIPERSONALE ALLA SOLIS ACADEMY

Claudia Amadesi, Manhattan, courtesy of the artist

BRESCIA. Prosegue raccogliendo ampi consensi di critica e pubblico il programma espositivo alla Solis Academy di Brescia. Nelle sale di via Indipendenza 31 è in programma una nuova mostra d’arte contemporanea che vede protagonisti Claudia Amadesi e Raffaele Piccini. L’inaugurazione è in programma sabato 5 novembre alle ore 17,00 con la presentazione del critico Simone Fappanni.

Al centro di questa bipersonale è il “segno” che i due artisti declinano in maniera personalissima in opere dalla forte e convincente carica espressiva che toccano atmosfere che lambiscono dimensioni astratte. Si tratta, dunque, di narrazioni profonde e originali in grado di coinvolgere immediatamente il fruitore.

Particolare cura è stata riservata all’allestimento, che intende porre in un ideale “dialogo” le opere dei due autori in modo da creare uno spazio d’osservazione continuo e avvolgente. Vale la pena ricordare che questo evento rientra in quel particolare concept di Solis che, attraverso la distesa atmosfera del wine bar e la ricchezza dei lavori alle pareti, vuole presentare al pubblico talentuosi creativi emergenti.

Secondo Fappanni, «l’arte di Claudia Amadesi si connota per una spiccata musicalità che discende da un segno armonico che dona un perfetto equilibrio dinamico all’aerea consistenza dei suoi dipinti connotati da un lirismo intenso e profondo. Questa intonazione si scorge osservando la particolare declinazione espressiva dei suoi lavori in cui emerge immediatamente una decisa matericità che la pone sull’ideale linea di confine che separa il reale dall’immaginario, la figurazione dall’astrazione. Anzi, sembra proprio questa caratteristica l’elemento che determina quella particolare dimensione che risulta il centro focale del suo iter compositivo. Il richiamo al reale in quanto tale si esprime, infatti, attraverso l’allusione anziché la mera descrizione, dettata da un eloquente ordito che guarda alla materia come a un supporto ricognitivo, estremamente palpabile e coeso, dove nessuna cosa viene annullata, ma dove tutto si può contemplare colmando qualsiasi distanza, fisica e mentale.»

Raffaele Piccini, Senza titolo, courtesy of the artist

Di sicuro interesse è, parimenti, «la ricerca espressiva di Raffaele Piccini, che prende forma nella “pelle” della materia mediante un gesto che dona forma a emozioni, visive e tattili, che s’imprimono a lungo nella memoria. Per accostare le sue opere serve, però, silenzio. Quel silenzio assoluto che sfugge alla morsa tentacolare del frastuono quotidiano, quel silentium che è meditazione e attesa. Ecco allora che nei particolari supporti scelti dall’artista, sui quali si spandono i filamenti di colore, troviamo quei frammenti di umanità che ci conducono direttamente a scenari contemporanei e famigliari.  Non semplici tele, dunque, ma materiale isolante, quello impiegato nell’edilizia, colla per il cuoio, poliuretano, catrame, cenere. Già queste particolari scelte sono sinonimo di una determinazione sensoriale precisa: il supporto diventa, infatti, non soltanto la base dell’opera, ma il substrato profondo da cui nasce l’opera stessa e ne determina il significato profondo».

La rassegna può essere visitata, fino al 30 novembre, nei seguenti orari: da martedì a giovedì dalle ore 8.00 alle 14.00 e dalle 17.00 alle 22.00, venerdì dalle ore 8.00 alle 14.00 e dalle 17.00 alle 24.00, sabato dalle 8.00 alle 14.00 e dalle 17.00 alle 2,00, domenica dalle 8.00 alle 14.00, lunedì chiuso. Ingresso libero.