MILANO. Dal 3 al 16 dicembre, presso la Biblioteca Accursio di Milano, si può visitare gratuitamente la mostra “Animali nell’arte”. L’esposizione comprende le opere di dodici artisti contemporanei che si sono specializzati nella traduzione, su diversi supporti, della fauna. Il criterio che ha guidato la selezione dei dipinti esposti è l’originalità della raffigurazione di particolari animali con un’attenzione al loro “rapporto” con l’uomo.
«Cinzia Ossani – spiega il curatore, Simone Fappanni – raffigura gli animali mediante un segno a grafite prezioso ed estremamente preciso, Nicoletta Gentili li inserisce in vibranti contesti naturalistici, Andrea Baldi mediante un colore denso e pastoso, Dionisio Ciampolillo secondo una profonda coloristica, Teresio Fornara declinando precise velature stese ad acquerello, Emanuela Artemi impiegando una singolare tecnica mista, Loredana Fantato ed Ennio Sartori guardando al rapporto “quotidiano” con gli animali.
E ancora Tiziana Sanna dedica i suoi lavori agli animali a rischio d’estinzione, Gaetano Tommasi a una sfera “intima” del rapporto con l’universo animale, Massimo Tosi interpretandoli con una tecnica personalissima di forte caratura espressiva, Enrico Suzzani secondo un preciso realismo plastico, Giorgio Carletti mediante potenti tratteggi a pastello che hanno decretato il suo successo come grafico».
Vale la pena ricordare che gli animali sono tra i soggetti più ricorrenti nella storia dell’arte, avendo assunto valori culturali, simbolici e persino spirituali.
Dalle pitture rupestri della preistoria fino alle opere contemporanee, il regno animale ha offerto agli artisti un linguaggio universale per esplorare i più diversi temi etici ed estetici.
Le prime raffigurazioni di animali risalgono al Paleolitico, come testimoniano le pitture delle grotte di Lascaux, in Francia. Con l’affermazione delle civiltà antiche, il simbolismo degli animali si è arricchito di nuovi significati. Non di meno, in Mesopotamia e Grecia, gli animali venivano rappresentati come metafore di potere e saggezza.
Durante il Medioevo, il ruolo degli animali nell’arte si trasforma ulteriormente, con una forte connotazione allegorica. Il Rinascimento segna, invece, un ritorno al naturalismo, influenzato dall’interesse per la scienza e l’osservazione diretta della fauna.
Con l’età moderna, il rapporto tra artista e animale diviene sempre più stretto e personale. Contemporaneamente, l’Impressionismo e il Realismo conducono a nuove interpretazioni, tanto che si evidenza la “dignità” e la “bellezza” del mondo animale. Nel Novecento, specialmente con le avanguardie, la raffigurazione degli animali assumono persino connotazioni politiche o simboliche. Ad esempio, Pablo Picasso, in Guernica, inserisce il cavallo e il toro come metafore, rispettivamente, del caos e della tragedia umana in balia della guerra. Oggi, l’arte continua a rappresentare gli animali, avvalendosi anche di tecniche digitali.