BIOGRAFIA. Fin da bambina, Annunciata Cusumano ha respirato ed acquisito le tecniche e l’estro artistico del padre Salvatore, sincero interprete paesaggistico della pianura padana e del suo fiume e vincitore, negli anno Ottanta, del prestigioso premio “Raffaello d’oro” a Parigi.
Annunciata, per gli amici Nuccia, autodidatta partecipa su invito ad importanti rassegne nazionali dove ha ricevuto apprezzamenti positivi. Recentemente, ha proposto i suoi originali lavori presso il castello Pallavicino-Casali in Monticelli D’ongina, la Chiesa delle Dimesse di Quinzano, la Società Canottieri Flora, il Palazzo Soldi, presso l’Associazione ADAFA, l’ex Borsino di Cremona, il Palazzo Duemiglia ed in altri interessanti siti. Fa parte dell’Associazione Italiana Cultura e Sport, con cui è spesso protagonista in seno a mostre collettive.
Essendo nata da padre siciliano e da madre cremonese, ama simpaticamente definirsi “una polentona nelle cui vene scorre la lava dell’Etna”.
In effetti, il suo estro e la sua creatività rispondono a pieno a questa descrizione, dal momento che Nuccia è capace di definire ora delicati scorci in cui sgorgano tinte morbide e pastellate, molto spesso grazie all’ausilio dell’acquerello oppure pennellate perentorie e decise con tinte forti e implodenti che si coagulano diventando una sorta di “magma” incontenibile, quasi in grado di superare i margini del telaio.
La tecnica ad olio è il primo amore mentre l’acquerello è un “divertissement” al quale si dedica con piacere. Ama dipingere la natura ed in particolare gli alberi nelle varie stagioni. I suoi sono per lo più scorci padani, ma l’artista ama spaziare anche in altre dimensioni.
STILE. «Annunciata Cusumano ama sperimentare. I suo quadri, a cominciare da quelli che tratteggiano il paesaggio padano, sono infatti connotati da una ricerca sempre in divenire che trasforma il colore in materia e la materia in colore.
Il risultato complessivo che ne deriva è estremamente intrigante dal momento che si pone oltre la mera oggettualità andando a configurarsi nel segno di una attenta e perspicace analisi della natura ripresa con grande rispetto
Nuccia dunque è capace di definire ora delicati scorci in cui sgorgano tinte morbide e pastellate, molto spesso grazia all’ausilio dell’acquerello, ora deliziosi ritratti in cui si colgono sottili passaggi chiaroscurali, ora pennellate perentorie e decise con tinte forti e implodenti che si coagulano diventano una sorta di “magma” incontenibile, quasi in grado di superare i margini del telaio.
E dunque non stupisce che la sua pittura si volga spesso verso misure compositive che si trovano al limite del reale, tramutandosi in sogno, in poetica essenza».
In una recente intervista ha detto: «spero sempre di saper donare, attraverso i miei dipinti, le emozioni che provo e mi aspetto che l’osservatore le sappia cogliere. Spesso però, per esperienza, ho capito che non è sempre così proprio perché l’interpretazione di un quadro è soggettiva». (Simone Fappanni)
GALLERIA. Di seguito vengono presentati una seri di dipinti che ne evidenziano la sicura intonazione meta-narrativa e la precisa cifra stilistica.