APRE L’ANTIQUARIUM DI POMPEI: IN UN MUSEO PERMANENTE I REPERTI DELLA CITTÀ SEPOLTA DAL VESUVIO

Uno scorcio dell’Antiquarium

POMPEI. Nuova, interessante apertura nel Parco Archeologico di Pompei. Da qualche giorno ha aperto i battenti l’Antiquarium, uno spazio museale permanente dedicato all’esposizione di reperti che illustrano la storia dell’antica città sepolta dal Vesuvio.

Questo il comunicato che illustra l’evento:
L’edificio fu soggetto a vicende alterne. Inaugurato da Giuseppe Fiorelli nel 1873 circa e ampliato
da Amedeo Maiuri a partire dal 1926, nel 1943 subì i danni del bombardamento che portò alla
distruzione di una intera sala e alla perdita di diversi reperti. Seguì un nuovo allestimento nel 1980, il terremoto ne determinò nuovamente la chiusura per ben 36 anni e solo nel 2016, è stato possibile riaprirlo con ambienti dedicati ad esposizioni temporanee.

Oggi si restituisce alla pubblica fruizione uno spazio, completamente rinnovato, che rimanda a quella che fu la prima concezione museale di Amedeo Maiuri e che costituirà un percorso di introduzione alla visita del sito. Attraverso i reperti più rilevanti è ripercorsa la storia di Pompei dall’età sannitica
(IV secolo a.C.) fino alla tragica eruzione del 79 d.C., con particolare evidenza
all’inscindibile relazione con Roma.

Oltre a celebri testimonianze dell’immenso patrimonio pompeiano, come gli affreschi della Casa del Bracciale d’oro, gli argenti di Moregine o il triclinio della Casa del Menandro, sono qui esposti anche i rinvenimenti dei più recenti scavi condotti dal Parco Archeologico: dai frammenti di stucco in I stile delle fauces della Casa di Orione al tesoro di amuleti della Casa con Giardino, agli ultimi calchi delle vittime dalla villa di Civita Giuliana. L’allestimento, curato da COR arquitectos & Flavia Chiavaroli, è caratterizzato da una forte luminosità e riporta all’atmosfera dell’Antiquarium pensato da Amedeo Maiuri, grazie anche
al recupero spaziale delle gallerie originali, al restauro delle vetrine espositive degli anni cinquanta e ad una loro rivisitazione. L’organizzazione è stata a cura di Electa.

SUMMA POMPEIANA
La scoperta di Pompei nel 1748 porta a un’immagine nuova dell’Antico, che racconta gli aspetti della vita
domestica e quotidiana. Goethe nel 1786, vinto dallo stupore per quella quotidianità ritrovata, esclama: “Molte sciagure sono accadute nel mondo, ma poche hanno procurato altrettanta gioia alla posterità. Credo sia difficile vedere qualcosa di più interessante”. Pompei offre per la prima volta la possibilità di trovarsi in una città media dell’Italia antica, all’interno di case con pareti decorate con affreschi che potevano riprodurre semplici partizioni architettoniche o raccontare dei miti e con tavoli in marmo dove il proprietario esponeva i propri oggetti più preziosi. Biografie di uomini e di oggetti di cui a volte possiamo seguire tutto il percorso di vita fino al ritratto posto sulla propria tomba. La prima sala è una sorta di presentazione, tramite pezzi iconici, dei vari momenti storici, offrendo una “summa pompeiana”, che introduce alla visita.

PRIMA DI ROMA
Il “Secolo Oscuro” Durante l’età arcaica (VII-VI secolo a.C.) Pompei conobbe un grande sviluppo urbano, grazie alla forte influenza esercitata dalle città magno-greche ed etrusche presenti nell’area del Golfo di Napoli.
Furono pianificate grandi aree pubbliche come la piazza principale, costruiti templi (il santuario di Apollo
e quello di Atena presso il Foro Triangolare), edificate abitazioni e la città venne difesa da mura di oltre
3 chilometri. Il V secolo a.C. coincide con un profondo periodo di crisi: i templi non sono più frequentati, le mura abbandonate e si registra un significativo calo demografico.

ROMA VS POMPEI
Obsidio. Nel corso della dura e sanguinosa Guerra Sociale, che vide Roma opporsi agli alleati Italici (91-89 a.C.), Pompei aderì alla coalizione degli insorti e le fonti antiche testimoniano l’intervento diretto di Silla contro la città nell’89 a.C. L’archeologia ci mostra i segni di questo assedio: lungo il settore nord-ovest delle mura sono ancora visibili i fori lasciati dai proiettili lanciati dalle catapulte. Una preziosa serie di iscrizioni in lingua osca documenta il sistema di difesa messo in atto dai pompeiani: le milizie scelte erano disposte in difesa di singoli settori delle mura, gli ausiliari raggruppati presso le principali aree pubbliche e lungo i percorsi indicati con il nome delle antiche strade di Pompei, fra le quali si ricordano la víu sarinu (Via Salaria) e la víu mefíu (Via Mediana).

POMPEIS DIFFICILE EST
Colonia Cornelia Veneria Pompeianorum
Un’espressione proverbiale attribuita a Cicerone ricordava che era più facile fare carriera a Roma che
a Pompei. La creazione di una colonia di veterani dell’esercito di Silla nell’80 a.C., Colonia Cornelia Veneria
Pompeianorum, cambiò per sempre la vita della città. La classe dirigente sannitica fu sostituita anche brutalmente dai nuovi arrivati e Pompei assunse l’aspetto di una città romana dotandosi di edifici allora in voga, come il teatro per le rappresentazioni musicali (l’Odeion) e l’anfiteatro. Lungo le strade che uscivano dalla città furono create grandi necropoli monumentali, simili a quelle di Roma, e il suburbio venne popolato da grandi ville aristocratiche (come la Villa dei Misteri)
e da una miriade di piccole fattorie, il cui aspetto ci è testimoniato da Villa Regina a Boscoreale.

TOTA ITALIA
Pompei Augustea
La lealtà di Pompei al nuovo sistema di potere creato da Augusto e dai suoi successori fu celebrata da una serie di monumenti sul lato orientale del Foro, costruiti da magistrati e da potenti personaggi locali, spesso donne come nell’Edificio di Eumachia. Poco lontano dalla piazza fu ristrutturato il Macellum, luogo di riunione della potente congregazione degli Augustales e venne costruito su suolo privato il Tempio della Fortuna Augusta. Nel lato opposto della città, l’enorme Palestra Grande fu destinata alla formazione fisica e culturale della gioventù pompeiana. Lavori di ammodernamento interessarono l’antico teatro, dove l’ardita realizzazione dell’architetto M. Artorius

HIC HABITAT FELICITAS
Vivere nel lusso
Durante l’età giulio-claudia (27 a.C.-68 d.C.) Pompei godette di un rapporto diretto con la corte imperiale,
che sotto Tiberio e Nerone soggiornò lungamente nell’area del Golfo, fra Capri e Baia. Un graffito ricorda forse la residenza in città di una delle mogli di Caligola e Svetonio narra che un figlio di Claudio vi trovò la morte durante un tragico gioco infantile. Le ville e le case in città dell’aristocrazia e dei nuovi ricchi mostrano nell’articolazione architettonica degli spazi e negli arredi in marmo, bronzo e argento un nuovo gusto, anche filellenico e antiquario, una ricercatezza e un’esibizione di lusso che attestano un benessere socio-economico. Tra tutti si ricordano gli arredi della Casa del Menandro (appartenuta a un ramo della famiglia di Poppea Sabina, moglie di Nerone) e il prezioso tesoro di argenti rinvenuto a Moregine. Tra le scoperte più recenti, gli scavi della Regio V hanno restituito reperti di grande rilievo. Nel 58 d.C. Tacito racconta una grande rissa scatenatasi nell’anfiteatro, che vide contrapposti Nucerini e Pompeiani e che alla fine lasciò sul campo decine di vittime.L’episodio causò una dura repressione da parte del Senato romano, che vietò i combattimenti gladiatori in città per quindici anni.

A FUNDAMENTIS REFICERE
Ma il mondo “dorato” della prima età imperiale cessa, in parte, di esistere a causa di un evento terribile, che trova eco nei rilievi della Casa di Cecilio Giocondo: il terremoto, anzi un lungo sciame sismico, più che un unico evento.

L’ULTIMO GIORNO
Prima dell’eruzione, il Vesuvio appariva come una fertile montagna, le cui pendici erano occupate da ville
rustiche dedite alla produzione di vino. Nella convinzione di trovarsi in un luogo protetto dagli dei, i pompeiani vivono senza immaginare di essere sull’orlo di un vulcano. Il 24 agosto o il 24 ottobre del 79 d.C., come suggeriscono recenti studi e scoperte, il Vesuvio riversa una pioggia di lapilli e frammenti litici su Pompei: l’eruzione durò fino al giorno dopo facendo crollare i tetti e mietendo le prime vittime.
I pompeiani tentarono di ripararsi nelle case o sperarono nella fuga, camminando sul letto di pomici
che si andava formando, alto ormai più di 2 metri. Ma alle 7.30 del giorno successivo una scarica violentissima di gas tossico e cenere ardente devastò la città: essa si infiltrò dovunque, sorprendendo chiunque cercasse di sfuggire e rendendo vana ogni difesa. Una pioggia di cenere finissima, depositata per uno spessore di circa 6 metri, aderì alle forme dei corpi e alle pieghe delle vesti e avvolse ogni cosa.

Video ufficiale della presentazione dell’Antiquarium di Pompei

NOTA. Fonte testo e foto: Area stampa http://pompeiisites.org/