ARCHITETTURA FORTIFICATA: IL CASTELLO DI MARNE

IL CASTELLO DI MARNE, foto Wikipedia commons

MARNE. Cosi come molti manieri collocabile in quest’area padana “allargata” e intorno a questa altezza cronologica, il castello di Marne si presenta come un castrum situato in un piccolo borgo.

Precisamente la frazione è quella di Filago e ci si può arrivare a piedi da Madone attraversando il Parco del Brembo o lungo una strada laterale piuttosto tortuosa.¹

La struttura circondata su tre lati da un profondo Fossato naturale nel quale scorrono due corsi d’acqua, il Brembo e il tordo, Marne è l’unico tra i castelli della bergamasca, se si eccettua la rocca di Costa di Mezzate², non ascrivibile a pieno titolo al genere dei manieri, sorgere su uno Sperone di roccia naturale.

Come tutti i castelli che si rispettino, anche questo gode di una tradizione che alimenta la sua leggenda e i suoi mestieri.

Si parla e infatti di una leggenda che come tutti i castelli che si rispettano, riguarda un fantasma. La minaccia ai bambini che non ubbidivano di chiamare il fantasma di Marne , era una minaccia che gli abitanti di Filago e dell’isola facevano spesso anche quando i fanciulli non volevano dormire….e spesso l’usanza è tenuta in vita ancor oggi(!)

Questa memoria risulta ancora viva nelle persone anziane perché la leggenda del fantasma che si aggirava intorno al castello in sella al suo cavallo, la conoscevano tutti nella zona, e pare che fosse dato acquisito e mai messo in discussione.

Si narra infatti che a causa degli assedi e delle continue battaglie, spietate esecuzioni³ funestarono il Castello di Marne per lunghi secoli.

Oggi nelle nottate ricorrenti le date di quegli assedi, intorno si girerebbero ancora con gli spiriti inquieti che caddero in battaglia nei campi intorno e che non trovarono a loro tempo degna Sepoltura o benedizioni: intorno alla mezzanotte i fantasmi di quei soldati, passerebbero ancora di ronda attorno al Maniero.

La leggenda in realtà è abbastanza e articolata e non univoca nella sua descrizione dei fatti.⁴

Una donna che viveva nel castello fino alla metà degli anni ’80, racconta che una notte fu svegliata da un cavaliere che passava col suo cavallo davanti all’ingresso. La donna riferisce d’aver chiamata l’uomo a cavallo che indossava vestimenti e paludamenti bianchi come il suo cavallo.⁵

La donna riferisce che nel momento del suo avvicinamento si accorse che non era un uomo bensì uno scheletro: l’epilogo fu che scappò urlando.

La storia o la leggenda della fondazione del maniero, nonostante alcune fonti facciano risalire le origini del castello di Marne ai tempi della dominazione di Roma, quindi alle condizioni di domus,⁶oppure in epoca più avanzata a poco più che un fortilizio a palizzate, non sussistono documenti o notizie certe sulla data di edificazione del Castello.

Da indizi archeologici⁷ sembra che il sia stato edificato prima dell’anno mille, ma altre notizie di carattere numismatico e indicazioni araldiche contrastanti, collocano questa costruzione a partire dalla prima metà del Trecento.

Probabilmente è più opportunamente da ricollocare alla fine del Duecento, basandosi su alcuni particolari tecnici di costruzione diffusi fra la tessitura muraria.⁸

Tale ricostruzione cronologica risulta forse più accettabile, in quanto facente parte di quel periodo in cui tutta la zona nord italiana e Alpina vide un intensificarsi dell’attività di incastellamento proprio nel XIV sec, con fortilizi che vedevano parti in muratura sempre piu estese rispetto ai primi castrum quasi esclusivamente eretti tramite palizzate e contraffortature, nonché per la presenza di monofore e bifore a sesto acuto.

Da considerare inoltre l’influenza di varianti a seguito di mutati rapporti economici e sociali fra campagna e città e con l’evolversi dei caratteri dei rapporti vassallatici fra servus e dominus.

Verso la fine del XIV secolo la storia del castello cambiò a seguito del saccheggio e devastazione operata da Gian Galeazzo Visconti.

Il 1429 rappresenta la data della sua collocazione strategica fra i domini tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia.⁹

Proprio quest’ultima divenuta commendataria del sito nel castrum iniziarono i lavori di ricostruzione e ridefinizione di molti spazi e specialmente quelli perimetrali piu esposti agli attacchi e assedi.

Da questo momento in poi le notizie storiche si perdono per poi riti trovarsi del XVIII secolo. Questo è il periodo, infatti in cui il castello aveva ancora un aspetto decisamente di fortilizio alto medievale, coerentemente con il periodo più basso, indicato dalle date ipotetiche, di fondazione, allorché subì nuove devastazioni.

Il castello costa di una torre merlata¹⁰ che trasmette già l’ingresso tutta l’imponenza dell’edificio che ci si appresta a visitare. Le pareti del Castello sono realizzate in pietre di fiume e mattoni, quindi materiale di recupero della zona.

Sono mura tenute coerenti da malta forte, tiranti, e disposizione di conglomerati di arenarie, sistemate alternativamente a spina di pesce e dente di lupo, che salgono ripidissimi dalla roccia su cui appoggiano.

Le pareti, lungi dall’essere continue, sono intervallate qua e là da Torri da finestre, da bifore da trifore e merlature realizzate e in un secondo momento murate a testimonianza dei numerosi interventi e rifacimenti¹¹

Nel suo complesso la struttura si presenta, come suggeriscono le merlature, come Ghibellina.

Dal portone d’ingresso¹² rustico e centinato si giunge al cortile interno lo spazio più ampio e protetto del Castello. Qui si trovano dei vessilli in pietra appese alle pareti con gli stemmi di alcune famiglie nobili che si sono susseguite durante le dominazioni e si dice che fossero dei doni e che gli ospiti illustri portavano al padrone del castello alla prima visita.

Ma questo fatto o usanza è fortemente dubbio, visto il peso delle dimensioni degli araldi, appare molto improbabile.

In questo contesto risulta di particolare pregevole fattura e di alta datazione il fregio in pietra¹³ che si trova nella prima sala dopo l’ingresso. Questo che riporta un grifone questo motivo è legato a più significati nell’epoca alto medievale originariamente si trovava all’esterno, ma ora per la fragilità della pietra calcarea che di cui è costituito se è partito trasportarlo all’interno, per proteggerlo sia delle dente intemperie che da possibili furti.

Come tutti i castelli di questa imponenza che si rispettino il luogo e caratterizzato da una parte veramente elegante e curata da un’altra parte che fa come intermedio passaggio, ossia un giardino molto curato che fa da cornice al palazzo e le mura delle antiche scuderie. Al lato ovest cortile¹⁴ del Castello si trova un edificio a strapiombo sul fiume Brembo.

Una volta questo locale era adibito scuderia oggi trasformato in cucina esterna.

È proprio sotto questa sezione, cioè la scuderia che è stata scavata nella roccia viva e che sovrasta il fiume, che sono state ritrovate delle monete risalenti al periodo di Bartolomeo Colleoni, quindi intorno alla fine del Medioevo e all’inizio del Rinascimento.

Per alcuni anni, si è ritenuto che il locale fosse una stanza utilizzata come Zecca,¹⁵ma la posizione abbastanza disagevole è lo spazio angusto, rende questa ipotesi davvero molto remota.

Sempre collocato a strapiombo sul fiume si trovano un terrazzino in pietra che fa da cornice e contorno alle scuderie. Lo spazio è arricchito da un parapetto in pietra e da due statue dalle sembianze grottesche, tipico motivo che cominciava a entrare nelle decorazioni di giardini nel primo Rinascimento e che quindi fa anche da marker cronologico per individuare le aree medievale da quelle che tali non sono.

Inizialmente erano quattro, ma due sono scomparsi durante l’incursione dei ladri che hanno visto il castello ripetutamente visitato in questi anni.

La parte più antica del Castello si trova di fronte alle scuderie.

Quella che fu risparmiata dalla devastazione e dall’incendio che si sono ripetuti per buona parte della storia e la parte dove oggi vive il custode.

A causa degli incendi¹⁶verificatisi nei secoli, gli interni originali si conservano solo per alcuni pezzi in metallo e, unitamente ai furti, hanno compromesso molto del patrimonio storico che arricchiva il complesso.

Fanno eccezione e le sale gemelle dell’ala trecentesca che nonostante gli interventi di ‘900 hanno comunque mantenuto qualche carattere interessante e elementi riconoscitivi di quell’epoca.

Costantemente attorno al castello si trovano tracce delle antiche tecniche di edificazione sulla pietra che in qualche modo ricalcano la piccola Torre presente in area Bergamasca di Costa di Mezzate. Le curvature dei muri e l’adattamento alla struttura naturale, sono uno dei caratteri più genuini di questa struttura che lo rende ammirevole non solo da questo punto di vista.

Di notevole pregio sono anche i lampadari in vetro di Murano¹⁷ e gli specchi, alcuni veramente di alta epoca, che si trovano frammisti all’arredamento delle sale principali, oggi adibite a ristorante e luogo per cerimonie.

Questo se da una parte ha snaturato l’origine del Castello dall’altra consentito di conservarne in maniera fruibile le parti di maggior pregio.

Questo è volto inoltre a consentire una gestione sufficientemente attenta anche per la manutenzione costante che richiede il castello nel suo complesso, garantendo la possibilità di continuare a vivere.

Da ultimo è utile sottolineare che esempi di strutture come questa sono il punto di svolta nella tecnica di erezione di fortificazioni: dalla fine del XV scolo le tecniche di edificazione risentiranno molto delle nuove armi d’assedio, prime fra tutte quelle che facevano ausilio di polveri da sparo.

Bibliografia su richiesta.

LUCA NAVA