ARTEMISIA GENTILESCHI A BERGAMO: CONVERSAZIONE CON FAPPANNI

Fappannni accanto al dipinto Sansone e Dalila di Artemisia Gentileschi, Napoli – Gallerie d’Italia

BERGAMO. L’Associazione Lettura & Cultura promuove una conversazione su Artemisia Gentileschi, la grande artista barocca simbolo della “forza” delle donne, con il critico e storico e storico d’arte Simone Fappanni, autore del libro Ti racconto Artemisia Gentileschi. L’artista del tèlos. L’incontro, a ingresso libero, si svolgerà venerdì 26 maggio alle ore 17,45 presso la Saletta della Biblioteca di via Rocca 5.

Dopo il saluto introduttivo di Ettore Maffi, consigliere con delega alle iniziative culturali di Lettura & Cultura, lo studioso ripercorrerà le tappe essenziali della vita della pittrice romana attraverso alcune delle sue opere più importanti che affrontano temi attualissimi, a cominciare da quello della violenza sulle donne.

La stessa Gentileschi, com’è noto, fu al centro di discriminazioni e subì uno stupro, a cui seguì un processo in cui, per accertare se fosse realmente vittima di questo terribile atto, su sottoposta a torture.

L’incontro si rivolge non soltanto agli esperti, ma anche a tutti coloro che desiderano conoscere o approfondire una personalità affascinante e complessa che ha trovato nell’arte il modo per emanciparsi in un contesto storico, quello seicentesco, che relegava le donne ai margini del mondo delle Beaux-Arts.

La lettura delle tele della pittrice si configura, quindi, come un viaggio alla scoperta di un talento assoluto, capace di dare vita ad immagini particolarmente evocative in grado di coinvolgere profondamente.

Dai primi passi nella fiorente bottega del padre, Orazio Lomi Gentileschi, dove ha iniziato a mettere in mostra le sue doti creative cristallina, fino ai soggiorni in Toscana, a Napoli, a Venezia e persino in Inghilterra, Artemisia ha sempre espresso un’arte con caratteri alquanto personali, riuscendo persino a guadagnarsi la fiducia di importanti committenti, grazie anche alla brillante capacità di gestire la diffusione dei suoi quadri.

E seppure i suoi riferimenti principali sono stati, molto probabilmente, l’illustre padre e Caravaggio, peraltro mai imitati pedissequamente, ma anzi presi quasi “a modello” per plasmare il suo stile, ha realizzato una quadreria che si connota per un’ampia gamma di soggetti.

Tant’è vero che la sua produzione spazia agilmente dal sacro al mitologico, passando per la ritrattistica, con particolare attenzione a quelle eroine del passato che sono diventate emblema di libertà, mentale prima ancora che fisica, in cui per certi versi pare di “ritrovare” – com’è stato fatto osservare dalla critica – la stessa Gentileschi.

La locandina dell’incontro