FIRENZE. Il restauro dellʼInclinazione di Artemisia Gentileschi, la più celebre artista del Seicento italiano e europeo, ha avuto come obiettivo non solo lʼintervento conservativo sul dipinto ma anche una vasta campagna diagnostica secondo le più avanzate tecniche di imaging per il restauro che hanno permesso di acquisire le informazioni tecniche e materiali. Cristina Acidini e Alessandro Cecchi hanno pubblicato, per Officina Libraria, un volume sull’opera (disponibile cliccando qui).
LʼInclinazione, infatti, realizzata nel 1616 su commissione di Michelangelo Buonarroti il Giovane per la galleria del palazzo familiare, era stata dipinta come una figura femminile nuda adagiata sulle nuvole e con in mano una bussola: intorno al 1680 un discendente di Michelangelo il Giovane, probabilmente il nipote
Leonardo Buonarroti, incaricò Baldassarre Franceschini, detto il Volterrano, di dipingere un drappo azzurro e dei veli che nascondessero la nudità dellʼInclinazione, rendendola più adatta a unʼidea di decoro suggerita da una morale più rigida. Oltre alle relazioni di restauro e ai referti delle indagini scientifiche il volume contiene saggi di approfondimento su Artemisia e i suoi rapporti con Michelangelo Buonarroti il Giovane, sui presupposti storici e filosofici del magnifico programma iconografico di cui lʼInclinazione fa parte, sulla figura di Michelangelo il Giovane, all’interno del contesto letterario, scientifico, musicale e politico della Firenze di primo Seicento, sui suoi rapporti con figure quali Galileo Galilei e la musicista e soprano Francesca Caccini.