ARTISTI DEL PAESAGGIO: COLLETTIVA ALLA CHIESA DI SANT’ANDREA IN GUALTIERI

Un dipinto di Guatteri

GUALTIERI. Terra di intrecci, luoghi da riscoprire che profumano di storia e arte, paese natale di Antonio Ligabue, Gualtieri ospita la prima mostra del gruppo “Artisti paesaggisti” nella Chiesa di Sant’Andrea (Piazza Cavallotti) riaperta dopo i lavori di ristrutturazione a seguito dei danni provocati dal sisma del 2012. L’inaugurazione è in programma venerdì 2 giugno alle ore 17 con l’introduzione dell’assessore alla cultura Mattea Gialdini e la presentazione del critico Simone Fappanni.

L’esposizione resta a disposizione del visitatori fino al 25 giugno, visitabile gratuitamente dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 20,00. L’esposizione vanta il patrocinio dell’amministrazione locale e la collaborazione di Re/Max Golden House.

In esposizione si possono ammirare i dipinti di Andrea Casarini, Raffaella Chezzi, Giuliano Giuliani, Ulisse Gualtieri, Claudio Guatteri, Romilde Marcante, Romano Salami, Maura Salsi, William Tosi e Cristina Vecchi.

«I dieci protagonisti di questa rassegna – spiega Fappanni – si possono considerare come autentici specialisti del genere paesaggista. Ognuno di essi ne è, infatti, un originale interprete. Siamo, dunque, di fronte a molteplici “sguardi” sulla natura, contemplata nella sua straordinarietà che spesso ci sfugge essendo in balia dei ritmi fagocitanti imposti dalla modernità.

Andrea Casarini, CASTELLO di CARPINETI (inchiostro di china su carta 33×47,5)

Ecco allora che gli scorci, delicatamente modulati da Casarini, così come quelli, gravidi di luce, di Chezzi, ci portano a riflettere. Giuliani coglie dettagli, istanti, che la vegetazione concede, mentre Gualtieri ci conduce per mano al limite che separa la figurazione dall’astrattismo.

Un dipinto di Ulisse Gualtieri

Ama il plein air Guatteri, che spesso unisce felicemente visioni naturalistiche a brani di still-life; al contrario, Marcante si spinge nelle “pieghe” più sottili di scorci a volte sottilmente misteriosi.

Salami si sofferma sugli effetti del colore e della luce, Salsi su quella delle campiture che si perdono a vista d’occhio. Tosi guarda anche a vedute suggestive, riprese con autentico trasporto estatico, mentre Vecchi ci offre deliziosi vibrazioni cromatiche»