
CREMA. Giovedì alle 21, presso l’Arci Santa Maria (Via Mulini 20), si apre un ciclo di conferenze, ad ingresso libero sulla Belle Époque. A parlare di questo affascinante periodo storico, compreso fra il 1895 e il 1914, è stato invitato l’insegnante, critico e storico d’arte Simone Fappanni. I prossimi appuntamenti, nella medesima sede e allo stesso orario, sono in programma il 3 e il 10 aprile.
«In questi giorni, spiega lo studioso, si può visitare a Brescia, presso Palazzo Martinengo, una mostra che propone ben ottanta opere che documentano il fervente clima sociale e culturale della Parigi dell’ultimo quarto del XIX secolo, un periodo di prosperità che, seppure è durato una quarantina d’anni, ha inciso profondamente nella storia del costume.
Complice la fiducia nei grandi progressi della tecnica, che fra l’altro stavano trasformando una parte significativa della Ville Lumière e nelle sorprendenti scoperte scientifiche, la capitale francese è stata il fulcro di un momento che ha positivamente investito i più diversi campi della creatività, come documenta l’esposizione bresciana che accoglie non soltanto dipinti, ma anche altri manufatti.
In questo clima culturale, fra gli eleganti boulevard, i sontuosi soggiorni dell’alta borghesia, i frequentatissimi teatri e i caffè, dove fra semplici avventori s’incontravano e discutevano animatamente intellettuali di ogni estrazione, si afferma un’arte caratterizzata da un’inimitabile raffinatezza.
Alfieri di tutto questo, e testimoni in presa diretta di questo sommovimento, sono “les Italiens de Paris”, secondo la bella definizione di Diego Martelli, ovvero quei grandi pittori italiani che all’ombra della Tour Eiffel hanno trovato fortuna grazie al loro incredibile talento. Fra questi i più celebri sono Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Vittorio Corcos e Antonio Mancini».