BOCCACCIO BOCCACCINO, PROTAGONISTA DELLA MOSTRA IN CORSO ALLA PINACOTECA DI  BRERA

La locandina della mostra

MILANO. Il 16 giugno 2023 ha preso avvio l’undicesima tappa dei Dialoghi della Pinacoteca di Brera ideati nel 2016 dal direttore James B. Bradburne e tesi a valorizzare il ricco patrimonio artistico della prestigiosa collezione milanese nel confronto con opere- ospiti provenienti da diversi musei italiani. Si tratta di una mostra-focus, curata da Maria Cristina Passoni, attualmente in corso, con termine ultimo il 3 settembre, che ha come protagonista uno degli esponenti più rimarchevoli della pittura rinascimentale della Val Padana, Boccaccio Boccaccino (Ferrara?, 1462/1466 – Cremona, 1525), artista fervido, il quale ha saputo offrire attraverso le sue opere un contributo prezioso allo sviluppo del cosiddetto “stile moderno”. Come afferma James B. Bradburne, “la scelta di Boccaccino è perfetta espressione dell’ambizione della Pinacoteca di permettere al visitatore di ritrovare il momento in cui l’artista era, nel senso più completo del termine, un artista contemporaneo: innovativo, provocatorio e fresco”.

Il dipinto della Pinacoteca di Brera di Boccaccino, la Madonna con il Bambino, figurerà in mostra accanto ad altre tre opere attribuite al celebre pittore padano quali la Madonna adorante il  Bambino e la Sacra conversazione con i santi Giovanni Battista e Santa Giustina (?) del Museo Correr di Venezia nonché l’Adorazione dei Pastori proveniente dal Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli.

L’osservatore avrà così modo di ammirare e rileggere quattro dipinti, visibili per la prima volta tutti insieme, apprezzandone la portata innovativa nel contesto delle officine padane allora attive e sulla scorta di un elevato grado di recezione da parte di Boccaccino delle tecniche e degli stili coevi.

Formatosi tra Ferrara e Bologna, testimone delle prodezze del Costa e del Francia, Boccaccino appare sulla scena pittorica nel 1493 con un polittico, andato ahimè perduto, per una chiesa genovese. Riapparso a Milano, l’artista padano si distingue artisticamente in un non facile contesto pittorico dominato sul finire del Quattrocento da figure eminenti come quelle di Bramante, Leonardo, Bramantino e Zenale. Segnalato dall’ambasciatore ferrarese Antonio Costabili, nella primavera del 1497, all’allora duca Ercole I d’Este, egli verrà da quest’ultimo assunto come pittore di corte, incarico che manterrà sino al 1500 e a cui dovrà rinunciare in seguito all’assassinio della moglie adultera. Il magistero di Boccaccino si rintraccia in una schiera nutrita di pittori tra cui  Benvenuto Tisi da Garofalo, Nicolò Pisano, Ludovico Mazzolino, Domenico Panetti a riprova delle pregevoli doti artistiche del pittore. Lasciata Ferrara, ripara a Venezia, nell’ambiente lagunare, dove assorbe pienamente gli apporti belliniani, düreriani,  giorgioneschi nonché quelli derivanti dal ricco bacino iconografico delle stampe tedesche allora largamente in circolazione sul mercato veneziano. Qui esegue nel 1501 la pala lignea per la chiesa di San Giuliano Madonna col Bambino fra i santi Pietro, Michele, Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, in cui è evidente la recezione pittorica della pala di Castelfranco  di Giorgione  in ordine all’impianto strutturale, all’uso tonale dei colori, al gioco chiaroscurale. Secondo Alessandro Ballarin, Boccaccino fu uno dei più precoci interpreti del maestro di Castelfranco, che farà di lui, e la mostra di Brera ben lo attesta, un artista di primo piano del contesto padano che troverà il suo acme creativo nel prestigioso ciclo di affreschi Storie della Vergine e di Cristo (1514-1518), oltre al Dio Padre fra i santi Marcellino, Imerio, Omobono e Pietro Esorcista, con i simboli degli Evangelisti (catino absidale) e all’Annunciazione (arco trionfale), per il Duomo di Cremona. Qui l’artista rivela il contatto con la pittura di Perugino attraverso la pala Roncadelli in Sant’Agostino a Cremona, di Johannes Hispanus (significativa La Madonna con santi nella chiesa di Santa Maria in Castello a Viadana) , come pure di Raffaello conosciuto di persona nel corso del suo viaggio a Roma intrapreso nel 1513 e nondimeno del linguaggio pittorico toscano di Andrea del Sarto.

L’importante appuntamento milanese a Brera è precipuamente dedicato alla fase iniziale di Boccaccino, quella che abbraccia gli ultimi anni del Quattrocento trascorsi a Ferrara, in cui ha visto la luce l’Adorazione dei pastori del Museo di Capodimonte, e il 1506, anno in cui è documentata la presenza dell’artista in Laguna, dove dipinge le altre tre opere in mostra, ricevendo ulteriori committenze di quadri di soggetto sacro sparsi nei musei europei, americani e nelle collezioni private.

Il modello della Madonna col Bambino della Pinacoteca di Brera è mutuato  dalle Sacre conversazioni di Giovanni Bellini ed è prediletto da Boccaccino, come si può  evincere nella Madonna con il Bambino e i santi Giovanni Battista e Santa Giustina (?)  del Museo Correr anche se, a detta del Ballarin, pur essendo il taglio  belliniano,  “la pelle” delle figure è giorgionesca. Infatti, come già in Giorgione, “le figure in primo piano sono illuminate, il paesaggio sfuma in lontananza. La tessitura pittorica rivela però una sensibilità tutta giorgionesca nel suo indugiare sugli aspetti luministici e chiaroscurali”. 

La Madonna adorante il Bambino  prestata sempre dal Museo Correr, è quanto alla datazione contigua con la pala di San Giuliano e appare, secondo Marco Tanzi, “in bilico tra formazione prospettica  e suggestioni giorgionesche”. In essa colpisce i giochi cromatici nella stesura del colore,  la cura dei dettagli, il panneggio enfiato+ della Vergine Maria con pieghe affilate nonché quella straordinaria, calda e dolce patina luministica che connota buona parte dei dipinti di Boccaccino, conferendo loro una sacralità irresistibile, singolare e avvolgente. 

L’Adorazione dei pastori, dipinta durante il soggiorno di Boccaccino presso la corte estense di  Ferrara, fra il 1499 e il 1500 (Ballarin), manifesta influenze sia düreriane sia giorgionesche testimoniando quindi un’ indubitabile presa di contatto con l’ambiente lagunare. L’opera è caratterizzata per un verso dalla formazione prospettica del pittore padano, per l’altro da “raffinatezze pittoriche, condotte a punta di pennello con brevi tocchi di accuratissimo preziosismo luministico” (Tanzi) che verranno recepite dal giovane maestro ferrarese Ludovico Mazzolino, decisamente gravitante nell’orbita boccaccinesca. Se il manto di San Giuseppe è ancora di sapore bramantinesco, i riflessi delle capigliature, in particolare quella di Maria, lasciano trasparire l’influsso leonardesco e nella fattispecie quello di Giovanni Antonio Boltraffio, risalente al periodo milanese e quindi  a ridosso dell’aprile 1497.

La mostra milanese in corso è corredata di un piccolo catalogo dossier intitolato Undicesimo dialogo. Boccaccio Boccaccino. Alle soglie della maniera moderna in Val Padana a cura di Maria Cristina Passoni, uscito per i tipi dell’ editore Marsilio al costo di 15 euro, che ospita tre saggi critici di Francesco Ceretti, Cristina Quattrini e Maria Cristina Passoni. Mostra irrinunciabile, quella di Brera, soprattutto per i Cremonesi che vantano nella loro città (particolarmente in Duomo e al Museo civico e diocesano) numerosi capolavori di Boccaccino, originale artefice di un linguaggio pittorico della Val Padana davvero moderno e innovativo per la sua epoca.

ERMINIO MORENGHI

Orari:                   

Lunedì: chiuso

Martedì: 08:30 – 19:15

Mercoledì: 08:30 – 19:15

Giovedì: 08:30 – 19:15

Venerdì: 08:30 – 19:15

Sabato: 08:30 – 19:15

Domenica: 08:30 – 19:15

Costo del biglietto:

Biglietto intero: 15,00 Euro

Biglietto ridotto: 10,00 Euro

Luogo:

PINACOTECA DI BRERA

Via Brera, 28 Milano (MI)

telefono 0272263230