CARAVAGGIO ROOM: LE COPIE D’AUTORE DEI CAPOLAVORI DEL MERISI DI GIOVANNI MATTIELLO

Da Caravaggio, Incredulità di San Tommaso, copia d’autore di Giovanni Mattiello (courtesy of the Artist)

CASTEL GANDOLFO. L’amore per Caravaggio e le sue opere non hanno confini. Anche se, com’è noto, per un certo periodo, peraltro non breve, è stato “dimenticato”. E dunque molti artisti si sono ispirati a lui, specie per l’uso delle luci e del corpo, tanto da dare avvio al Caravaggismo. La “copia” di un quadro del Merisi è però tutt’altro che semplice. Anzi. Però, offre grandi soddisfazioni. Di tutto ciò ne è prova la “Caravaggio room”, nel centro storico di Castel Gandolfo, in corso della repubblica 54, che ospita le “copie” dei più grandi capolavori dell’artista magistralmente eseguite da Giovanni Mattiello.

«L’idea – spiega – è nata dalla passione per il Merisi, che ha incrociato un luogo adatto. Così e iniziata due anni fa l’allestimento della Caravaggio Room. Sino ad ora ho realizzato: San Girolamo scrivente (Roma), Davide e Golia (tutte e tre le versioni), San Giovanni (versione dei Musei capitolini), Ragazzo morso dal ramarro, La maddalena in Estasi, La maddalena Penitente, Incredulità di San Tommaso, Vocazione di San Matteo, Bacchino Malato, Bacco Adolescente, Giuditta e Oleoferne, Cesto di frutta, La Medusa, La Madonna dei Pellegrini, I Bari, La Natività (rubata), San Matteo e L’angelo, San Matteo e L’angelo (perduto), La sepoltura di Santa Lucia, Riposo dopo la fuga in Egitto, La morte della Vergine, San Giovanni Battista, La cena di Emmaus (versione di Londra), Incoronazione di spine, San Girolamo Penitente, Crocifissione di San Pietro e in lavorazione, L’amore vincitore. Quest’ultimo è, a mio parere, il dipinto più dettagliato del Caravaggio.

Inoltre, copia dopo copia si impara sempre di più ad affrontare ila sua luce, e mi aiutano molto alcune foto in alta definizione che riescono a svelare le pennellate più nascoste difficili da scorgere dal vivo. Spesso ho usato il suo modo, preparazione scura ed incisione dei contorni, per poi dar corpo alle parti in luce.  L’opera che mi ha più colpito dipingere ed in cui ho sentito lo spirito del pittore è Davide e Golia (versione 1609/10), lavoro che il pittore probabilmente invio a Scipione Borghese insieme alla domanda di grazia. Ho sentito tutta la sua sofferenza e pentimento di una vita travagliata e la speranza di una clemenza che lo avrebbe riportato a Roma. E’ probabilmente un doppio autoritratto, da giovane nelle veci di David e da grande in Golia. E’ lui che si guarda con compassione di come è ridotto dopo una vita rocambolesca, stanco e pensieroso.

Dipingo seriamente da due anni, conclude, anche se ho iniziato all’età di venti anni, ma facevo un quadro ogni due o tre anni, era solo un hobby saltuario»

Info tel 06 83912981. Email caravaggiostore@libero.it