
RANCATE (CH). Ci sono luoghi comuni che sono ardui ad essere smentiti. Uno di questi è la credenza che in un’epoca di forte razionalismo come quella tarda settecentesca, ogni genere di manifestazione artistica debba subire il rigore enciclopedista tipico delle catalogazione.
La pittura romantica in In Italia rappresenta uno di questi casi: alla necessità di assevire la causa risorgimentale dell’unità nazionale, artisti come Hayetz, i fratelli Induno, Massimo D’Azeglio, la generazione dei Palizzi, Francesco Londonio, e, non da ultimo Angelo Inganni, hanno reiterato formule personali di facile riconoscimento e catalogazione.
Questo ha consentito a ciascuno di fare focus su un aspetto delle vicende del secolo XIX escludendone tematicamente e parzialmente altre.
Carlo Bossoli, protagonista della mostra allestita fino al Febbraio 2025 alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera, rivela un approccio totalmente diverso, dettato da un percorso di vita dai caratteri internazionali, da una tecnica personalissima che privilegia la tempera in luogo dell’olio, e una sensibilita che condensa atmosfere nordiche e mediterranee con precisione calligrafica e descrittiva tipica del pittore documentarista.
Nato a Lugano ma trasferitosi ancora bambino con la famiglia a Odessa, Carlo Bossoli si dedica precocemente alla pittura da autodidatta e si specializza nelle vedute urbane e paesaggistiche anche di grandi dimensioni utilizzando in prevalenza la tempera grazie alla quale ottiene effetti di particolare efficacia espressiva.
Tra il 1844 e il 1853 vive a Milano e dal 1853 a causa di rigori imposti dal governo è costretto a trasferirsi a Torino, città in cui s’impone come uno degli artisti maggiormente richiesti dalla committenza aristocratica e alto borghese.
La sua clientela cosmopolita può vantare Casa Savoia, la regina Vittoria d’Inghilterra e l’imperatrice Eugenia di Francia.
Bossoli effettua spesso lunghi viaggi in tutta Europa, nel Medio Oriente e nel Nord Africa, luoghi che riproduce nei suoi dipinti trasmettendone il fascino romantico e le suggestioni esotiche.
Uno dei canali commerciali e influenti sulla moda dell’epoca, era appunto quello percorso dalla corrente orientativa.
Assiste inoltre, agli eventi storici dei moti rivoluzionari della fine degli anni Quaranta e della seconda guerra d’Indipendenza.
Torna a Lugano, la sua terra di origine, a più riprese durante la sua vita e qui, per sua volontà, è sepolto.
La mostra ripropone la vita e l’opera di questo artista internazionale.
Per la prima volta viene inoltre restituita alla conoscenza del pubblico anche la produzione pittorica di Francesco Edoardo Bossoli (1830-1912), nipote e stretto collaboratore di Carlo.
Le opere provengono da istituzioni pubbliche musei svizzeri e italiani e da raccolte private, con non pochi inediti, ritenuti dispersi o non esposti da tempo: un’occasione per effettuare un itinerario diverso nell’Ottocento rispetto a quanto proposto dai consueti format museali, viatico per la scoperta di luoghi spesso trasformati o non più esistenti come le città che, all’epoca di Bossi, avevano subito il radicale intervento d’epoca napoleonica che ne cambiò i connotati ancora parzialmente di impianto medievale.
LUCA NAVA