CARTA BIANCA: 49 COPERTINE D’ARTISTA IN MOSTRA AL MUSEO GUADAGNUCCI

Matteo Fato, LA PITTURA PRECEDE LA NATURA (da Gianni Garrera), 2020 (circa), olio e viti in acciaio su Vogue
cassa da trasporto in multistrato, Courtesy l’artista e Galleria Monitor, Roma, Lisbona, Pereto (AQ), Foto di Giorgio Benni

MASSA. Oggi, alle ore 19.00, presso il Museo Gigi Guadagnucci, si apre “Carta bianca. Una nuova storia”: il progetto ideato da Valentina Ciarallo in occasione del White Issue Vogue Italia dell’aprile 2020 diventato una mostra. Il Museo ospita in anteprima le 49 copertine d’artista realizzate a partire dall’edizione speciale della nota rivista, uscita durante il primo lockdown con una copertina completamente bianca, segno di sconcerto, stupore e attesa.

Invitati da Valentina Ciarallo, 49 artisti italiani, separati da un arco anagrafico complessivo di 29 anni, hanno trasformato il prestigioso magazine da contenuto a contenitore, scrivendo sulla carta bianca una nuova storia. Un’impresa corale, nata “dal basso”, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di artisti affermati, come Mario Airò, Stefano Arienti, Vedovamazzei e Flavio Favelli, e autori giovani, come Bea Bonafini, Guglielmo Castelli, Romina Bassu e Riccardo Beretta, accomunati dal desiderio di ricominciare.

Le 49 copertine d’artista sono state pubblicate, all’interno di un articolo, da Vogue Italia nel numero di marzo 2021, dedicato alla creatività, tema condiviso dalla comunità internazionale di Vogue, con un testo di presentazione di Federico Chiara e un intervento critico di Francesco Bonami.

Con questo progetto, gli spazi di Villa della Rinchiostra, sede del museo dedicato allo scultore Gigi Guadagnucci, si aprono agli artisti del presente, capaci di rimettersi in gioco, di ritrovare nuove aspirazioni, di reinventare altri modi espressivi.

«L’occasione di questa mostra – dichiara Nadia Marnica, assessore alla Cultura del Comune di Massa – oltre al grande valore comunicativo legato al difficile momento che stiamo passando, è anche una grande occasione di incontro tra diverse modalità di esprimere l’arte e di divulgare messaggi: l’amore e la passione trasfusi nel marmo da Gigi Guadagnucci e il desiderio di rinascita, il senso di speranza delle opere del progetto legato alla copertina bianca di Vogue Italia dell’aprile 2020. Un arricchimento per il nostro museo».

«Questo progetto – spiega Cinzia Compalati, direttore del Museo Gigi Guadagnucci – riflette da vicino il nostro recente passato e quei sentimenti collettivi di sconcerto e stupore che hanno accompagnato tutti gli italiani nel marzo 2020 in occasione del primo lockdown. È questo che sta facendo oggi il Museo Gigi Guadagnucci: creare esperienze condivise e instaurare un legame privilegiato con la comunità di riferimento, attraverso azioni che facciano del museo uno specchio della contemporaneità nel quale riconoscersi».

«Il bianco come vuoto, purezza, rinascita – scrive Valentina Ciarallo. La tela bianca per il pittore, la pagina bianca per lo scrittore, il marmo bianco per lo scultore. Tutto ha inizio dal bianco, tavolozza virtuale e somma di tutti i colori. La luce dopo il buio. Un’idea che fiorisce e ne genera un’altra e un’altra ancora. Tra il marmo bianco del museo prende forma il racconto corale animato da varietà e diversità di linguaggi, espressione della sublimazione della materia».

L’immagine bianca voluta da Vogue Italia per la copertina di aprile 2020 esprime attraverso lo sconcerto la presenza di un evento antitetico a un contesto dedicato, per sua specifica natura, alla bellezza e alla gioia del vivere. Si interrompe una consuetudine affermatasi in Italia fin dal 1962, che ha nutrito l’immaginario visivo di migliaia di lettori. Il mondo si ferma. Quel vuoto, indizio di assoluto o simbolo di negazione, riesce a coinvolgere realtà artistiche fra le più incisive e significative del nostro tempo. Il bianco che rappresenta il principio della fase vitale, segnale di speranza e fiducia, diventa stimolo creativo per artisti capaci di aderire alla nostra contemporaneità. Torna a vibrare, potentemente visionario, reinterpretato attraverso personali letture. La superficie, come una tela, un foglio, uno spazio in grado di accogliere istanze innovative, diventa racconto collettivo animato da linguaggi, tecniche e materiali differenti. Dalla pittura al ricamo, dalla fotografia alla ceramica, dal collage alla customizzazione con A.I. I temi emersi si traducono in ambientalismo, diritti civili, europeismo; i grandi autori del Novecento – Pier Paolo Pasolini, Simone de Beauvoir, Italo Calvino – sono stati fonte di ispirazione. Il numero 49 sfiora la cifra tonda, ma lascia una porta aperta, perché è una storia da raccontare, una storia per ricominciare, una storia per il domani. L’approdo non è ancora toccato.

Mauro Di Silvestre, I WANNA BE LIKE YOU!, 2020, olio e nastrini di seta su copertina, Courtesy l’artista
Foto di Giorgio Benni

Le 49 copertine d’artista sono state realizzate da Mario Airò, Giulia Andreani, Salvatore Arancio, Francesco Arena, Stefano Arienti, Romina Bassu, Marco Basta, Elisabetta Benassi, Jacopo Benassi, Manfredi Beninati, Riccardo Beretta, Simone Berti, Bea Bonafini, Silvia Celeste Calcagno, Silvia Camporesi, Letizia Cariello, Guglielmo Castelli, Fabrizio Cotognini, Maria Crispal, Giovanni De Angelis, Federica Di Carlo, Stanislao Di Giugno, Rä di Martino, Mauro Di Silvestre, Matteo Fato, Flavio Favelli, Ludovica Gioscia, Goldschmied & Chiari, Corinna Gosmaro, Invernomuto, Giovanni Kronenberg, Diego Miguel Mirabella, Davide Monaldi, Matteo Nasini, Marina Paris, Alessandro Piangiamore, Donato Piccolo, Giuseppe Pietroniro, Gianni Politi, Marco Raparelli, Pietro Ruffo, Alice Schivardi, Vincenzo Simone, Sissi, Giuseppe Stampone, Lamberto Teotino, Eugenio Tibaldi, Patrick Tuttofuoco, Vedovamazzei.

L’opera presentata in apertura di Fato, viene così spiegata da Valentina Ciarallo. “[…] È la natura che imita la pittura, l’immagine allo specchio anticipa la cosa, tutte le cose sono state create a somiglianza di figure, tutta la realtà si spiega come una copia dell’immagine, l’oggetto dipinto non è una copia ma l’originale, la natura per esistere ha imitato un disegno che la precede, non è l’arte che imita la natura ma viceversa, il mondo è sottomesso alla pittura [….]”. Così Matteo Fato, attraverso la voce di Gianni Garrera, filologo musicale che da anni accompagna il lavoro dell’artista, contribuisce in questa occasione con un assunto. L’opera è pensata all’interno della cassa di legno utilizzata per il suo trasporto, rimandando all’idea dei “dittici da viaggio”. I due punti nella frase sono messi in evidenza da chiodi che tengono aggrappata la rivista”.

Mentre per quanto attiene l’opera di Di Silvestre, la curatrice fa osservare che “La maschera raffigurata non è quella che indossiamo per proteggerci, ma quella di Carnevale che indossiamo per travestirci. In questo spazio-temporale l’artista ha ripensato al rapporto uomo-natura e alla Teoria di Darwin. Come recuperare le cose belle che abbiamo trascurato? Cosa prova un animale a vivere su questo pianeta? Cosa penserebbe il nostro antenato scimpanzé del nostro progresso? I wanna be like you direbbe, o siamo noi che vorremmo essere come lui? La scimmia è solo l’espressione della minoranza, del diverso, del dimenticato.”

In occasione dell’esposizione, presso il Museo Gigi Guadagnucci si potranno ascoltare i podcast con le testimonianze degli artisti.

La mostra aprirà oggi, alle ore 19.00, nel parco della Villa, con ingressi contingentati agli spazi museali sino alle ore 21.00. L’esposizione sarà visitabile fino al 29 agosto 2021 nei seguenti orari: fino al 22 agosto da martedì a venerdì ore 17.00-20.00, sabato ore 20.30-23.30, domenica ore 17.00-20.00, chiuso lunedì e Ferragosto; dopo il 22 agosto da martedì a venerdì ore 16.00-19.00, sabato ore 17.00-20.00, domenica ore 17.00-20.00, chiuso lunedì. Ingresso gratuito. T. +39 0585 049757, T. +39 0585 490204, museoguadagnucci@comune.massa.ms.it, www.museoguadagnucci.it.

FONTE. Testo e foto: courtesy of uf stampa mostra, CSArt – Comunicazione per l’Arte. I credits d’immagine sono indicati nelle specifiche didascalie. Le opere sono inserire al solo scopo di presentare l’evento.