CASA D’ARTE FUTURISTA DEPERO: UN PREZIOSO LUOGO PER RICORDARE UN GRANDE CREATIVO

Uno degli spazi di Casa Depero, fonte immagine: press kit Uf stampa Mart

ROVERETO (TN). Prima o dopo una visita al Mart merita sempre allungare il passo di qualche centinaia di metri per raggiungere la Casa d’Arte Futurista Depero, ideata dal grande artista di cui porta il nome. Un luogo davvero suggestivo pensato per valorizzare un creativo dal talento cristallino.

“Vero pioniere del design contemporaneo, si legge nel comunicato stampa che presenta la Casa, Depero curò personalmente ogni dettaglio: i mosaici, i mobili, i pannelli dipinti. Alla base un progetto dissacrante e profetico: l’abbattimento di ogni gerarchia nelle arti.

Roveretano, Depero morì poco dopo l’apertura della Casa, inaugurata esattamente 60 anni fa, nel 1959.

Dopo un complesso e decennale restauro, curato dall’architetto Renato Rizzi, è cominciata la seconda vita della Casa Depero. Gli accurati lavori hanno permesso il recupero delle zone originali progettate dall’artista, completandole con due nuovi livelli ispirati direttamente al gusto di Fortunato Depero. La Casa riapre nel 2009, anno del centenario del Futurismo.

Oggi si possono ammirare, esposti a rotazione, alcuni dei 3000 oggettilasciati dall’artista alla città: dipinti, disegni, tarsie in panno e in buxus, grafiche, giocattoli, mobili, disegni, locandine, collage, manifesti, prodotti d’arte applicata.

Le opere sono rappresentative di tutto l’arco dell’intensa attività dell’artista, dalle sperimentazioni del primo Novecento alle commissioni pubbliche degli anni Cinquanta.

Simbolo della memoria e della storia di una proposta architettonica innovativa, l’edificio si trova nell’elegante centro storico della Rovereto medioevale. Passato, presente e futuro si intrecciano saldamente: il progetto originario di uno degli artisti più prolifici del Novecento è qui conservato e arricchito da un percorso museale che ne mette in luce gli aspetti più salienti.

L’ultimo piano della Casa è dedicato a piccole mostre di approfondimento che spesso sottolineano la considerevole eredità del Futurismo. Attraverso l’attività della Casa e dell’Archivio del ’900, che di Depero conserva il Fondo, il Mart documenta gli aspetti che legano quell’Avanguardia alla contemporaneità, mostrando gli esiti di una travolgente creatività a cui ancora oggi numerose esperienze artistiche sono debitrici.
La funzione espositiva è completata e ampliata da quella didattica che, con continuità, valorizza pienamente il carattere monografico e l’inestimabile unità culturale del museo, programmando attività per le scuole, per le famiglie e per il pubblico adulto.

Le origini

La Casa d’Arte Futurista Depero nasce da un progetto di ampliamento e restauro del Museo Depero, fondato dall’artista trentino nel 1959 come primo e unico museo futurista in Italia.

Nel 1957 Fortunato Depero firma una convenzione con il Comune di Rovereto che prevede l’utilizzo di uno spazio pubblico per esporre le opere e i materiali d’archivio ancora in suo possesso. In cambio della possibilità di utilizzare i tre piani di questo antico edificio, già ospizio e poi Banco dei pegni, Depero si impegna a lasciare alla comunità un fondo composto da circa 3.000 oggetti. Il museo viene inaugurato dall’artista solo un anno prima della sua morte e gestito poi dalla moglie Rosetta, prima di passare definitivamente sotto il controllo della municipalità.

Il restauro

Il progetto di ristrutturazione, curato dall’architetto Renato Rizzi e completato nel 2009 in occasione del centenario del Futurismo, valorizza gli edifici storici (oltre all’edificio originario, Casa Caden è stata completamente svuotata per far posto agli spazi di servizio e accoglienza), con scelte pensate per renderlo più funzionale pur rispettandone l’integrità.

Le scale e alcuni degli spazi espositivi non sono direttamente addossati alle mura perimetrali. Un’intercapedine corre lungo tutti i tre piani del palazzo, dando la sensazione che il museo sia racchiuso all’interno dell’edificio come uno scrigno.

Biografia di Fortunato Depero

Nasce a Fondo (TN) il 30 marzo 1892.

Trasferitosi con la famiglia a Rovereto pochi anni dopo la sua nascita, si iscrive alla Scuola Reale Elisabettina, un istituto a indirizzo tecnico e di arte applicata, frequentato negli stessi anni da personalità come Luciano Baldessari, Carlo Belli, Fausto Melotti, Lionello Fiumi e Tullio Garbari. Respinto all’esame di ammissione all’Accademia di Belle Arti di Vienna, inizia a lavorare come tirocinante presso lo scultore Scanagatta.

Dopo le prime esperienze espositive in ambito roveretano, nel dicembre del 1913 si trasferisce a Roma con Rosetta Amadori sua futura e fedele compagna di vita. A Roma conosce Balla, Cangiullo, Marinetti e visita una mostra di sculture di Boccioni alla Galleria Sprovieri, che lo colpisce profondamente. Nel 1914 realizza una serie di disegni ispirati alla simultaneità e al dinamismo boccioniani ed espone all’Esposizione Libera Futurista Internazionale presso la Galleria Sprovieri. Nel 1915 viene accolto in seno al movimento.

Nel marzo del 1915 firma con Giacomo Balla il manifesto intitolato Ricostruzione Futurista dell’Universo che apre una nuova stagione del Futurismo, esprimendo l’esigenza di un’arte totale, estesa a tutti gli ambiti dell’esistenza, dalla musica alla cucina, dalla moda al teatro, dal design alla pubblicità. Crea assemblaggi di materiali diversi, che producono effetti sonori, visivi e tattili, cui dà il nome di “complessi plastici motorumoristi”.

Nel 1916 riceve nel suo studio romano l’impresario dei Balletti Russi Sergeij Diaghilev, il quale gli commissiona la scenografia e i costumi per il balletto Le chant du rossignol di Igor Strawinskij. In quel periodo Depero incontra il ballerino Massine, il poeta Cocteau e molti altri artisti, fra cui Picasso, Larionov, la Gontcharova.

Nel 1917 conosce Gilbert Clavel, poeta svizzero, e con lui soggiorna a Capri, dove realizza le illustrazioni per il libro Un istituto per suicidi; in questo periodo prepara anche spettacoli teatrali ed elabora le prime idee del Teatro Plastico.

Nel 1918 realizza in collaborazione con Clavel lo spettacolo dei Balli Plastici, sostituendo gli attori con marionette di legno colorato. Lo show è costituito da cinque atti sulle musiche di Casella, Malipiero, Bartok, Tyrwhitt, presentati a Roma al Teatro dei Piccoli.

Il 1919 vede l’artista impegnato in una fitta serie di mostre realizzate sul territorio nazionale; nel giugno rientra a Rovereto e con la moglie Rosetta apre la “Casa d’Arte Futurista Depero”, dove vengono prodotti tarsie in panno, collages e oggetti d’arte applicata. Realizza, in quegli anni, decorazioni e arredamenti d’interni, come quella per il Cabaret del Diavolo a Roma.

Nel 1923 viene invitato alla “I Mostra Internazionale d’Arte Decorativa” di Monza, dove ottiene una grande sala personale.

Nel 1924 realizza il balletto meccanico Anihccam del 3000, con musiche di Franco Casavola, che viene messo in scena a Milano dalla Compagnia del Nuovo Teatro Futurista di Marinetti. Con il 1925 iniziano le esperienze regolari di Depero in fatto di esposizioni all’estero. Alla “Exposition Internazionale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes”, dove è presente insieme a Balla e Prampolini, riscuote un notevole successo, tanto che nel dicembre dello stesso anno tiene una personale al Theâtre des Champs Elysées, decidendo di rimanere a Parigi fino alla primavera del 1926.

Nel 1927 pubblica Depero-Dinamo Azari, più conosciuto come il “libro imbullonato”, primo esempio di libro-oggetto futurista, che mette in risalto la sua vena innovativa nel campo della grafica e della pubblicità.

Nel settembre 1928 parte per New York, deciso a sperimentare di persona la vita nella grande metropoli nordamericana. Già a dicembre tiene una personale alla Guarino Gallery, dove espone dipinti e arazzi, seguita da molte altre nel 1929 e nel 1930. Realizza, poi, gli ambienti del Ristorante Zucca (tutto l’arredo e i dipinti murali) e della sala da pranzo del Ristorante Enrico and Paglieri (ambedue distrutti neanche un anno dopo per far posto al Rockefeller Centre), studia soluzioni sceniche e costumi per il Roxy Theatre, per il balletto “American Sketches”, oltre che per coreografie di sua ideazione come “Cifre e Motolampade”. Lavora, inoltre, nel settore pubblicitario e dell’illustrazione, realizzando le copertine di alcuni numeri di “Vogue”, “Vanity Fair”, “Sparks”, “The New Yorker”, “New Auto Atlas”, “Atlantica”.

Nell’ottobre del 1930 rientra in Italia. Nel 1931 espone con il gruppo futurista alla “I Quadriennale Nazionale d’Arte” di Roma e pubblica il libro Numero Unico Futurista Campari. Nel 1932 fonda e dirige la rivista “Dinamo Futurista”, che uscirà fino al numero cinque, e partecipa con il gruppo futurista prima alla XVIII Biennale di Venezia, dove ha a disposizione una sala personale, e poi alla V Triennale di Milano.

Nel 1934 vengono pubblicate le sue Liriche radiofoniche, espressamente create per la lettura via radio. Negli anni seguenti partecipa a numerose mostre nazionali ed internazionali, mentre nel 1938 realizza un volume con 96 tavole a colori dedicate ai Dopolavoro delle Province italiane. Nel 1940 esce l’importante autobiografia intitolata Fortunato Depero nelle opere e nella vita, edita a cura della Legione Trentina e contenente scritti, disegni, recensioni, riproduzioni delle sue opere.

Nel 1948 si trasferisce nuovamente a New York, dove tiene due mostre personali e pubblica So I think so I paint. Cerca anche di promuovere, senza fortuna, il buxus.

Ritornato in Italia, si dedica alla pittura e alla realizzazione di commissioni pubbliche, come la decorazione della Sala del Consiglio Provinciale di Trento, che lo impegna dal 1953 al 1956.

Nel 1950 lancia il Manifesto della Pittura e Plastica Nucleare. Successivamente, è presente a una serie di esposizioni importanti: nel 1951 alla IX Triennale di Milano, nel 1952 alla XXVI Biennale veneziana e nel 1955 alla VII Quadriennale di Roma. Nel 1957, in collaborazione con il Comune di Rovereto, allestisce la Galleria Permanente e Museo Depero, istituzione che oggi conta più di 3000 fra dipinti e disegni, circa 7500 manoscritti e una nutrita biblioteca sul Futurismo. Fortunato Depero muore a Rovereto il 29 novembre 1960″.


Casa d’Arte Futurista Depero Rovereto

Via dei Portici, 38
38068 Rovereto (TN)
T. 800 397760
T.+39 0464 438887
info@mart.trento.it
www.mart.trento.it

Orari
mar-dom 10.00-18.00

lunedì chiuso


Tariffe

Intero 7 Euro

Ridotto 4 Euro

Gratuito fino ai 14 anni; persone con disabilità, Membership

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FONTE. Testo e foto, inseriti al solo scopo di presentare l’evento: press kit Ufficio stampa MART