CARPANETO P.NO. Dal 30 agosto al 2 settembre Romano Castignoli espone dipinti e sculture nella sua Carpaneto nell’ambito dell’annuale Festa di fine estate. Per l’occasione l’artista, oltre a proporre le sue tele, ha deciso di presentare una scelta di lavori plastici di altrettanto interesse nati dalla sua inesauribile creatività e ispirazione.
Fra i lavori più curiosi troviamo “Pere scolpite”, in legno intrecciato con vari tipi di legno: pino ramino, mogano, noce, tiglio, abete ,fremire mansonia, rovere e douglas, con lucidatura effettuata attraverso l’impiego vernici poliuretaniche, ma anche dell’uva in metallo forgiato con foglie cesellate su pece greca saldate in castolin, dorate e argentate in foglio.
Nato a Carpaneto, Castiglioni si è diplomato presso l’Istituto d’arte Gazzola di Piacenza. Inizia l’attività artistica a soli quattordici anni lavoravano nel laboratorio orafo del cesellatore Luciano Fornasari. Proseguendo gli studi abbandona progressivamente lastre e ceselli per dedicarsi alla pittura un vive e lavora a Piacenza. Nel corso della sua esperienza creativa ha esposto con successo in numerose località e ha conseguito importanti premi e riconoscimenti.
Della sua quadreria si sono occupati importanti studiosi e critici.. «In questa occasione – ha detto Simone Fappanni durante la presentazione – l’artista ha deciso di presentare un saggio significativo della sua ampia produzione, iniziando dai paesaggi. In essi si osserva un rapporto “diretto” con la natura, osservata con attenzione e dipinta con estremo trasporto nell’alternarsi ciclico delle stagioni. I verdi di scorci e panorami noti e meno conosciuti vengono sublimati grazie a una sottile materia pittorica che riesce a esaltare le fonti luminosi e i dettagli, definiti con perizia certosina.
Agli scenari si alternano le nature morte e le composizioni, in cui il senso dell’insieme viene dato sia dal disegno, frutto di una sicura disciplina, che dal pigmento, steso senza pentimenti, sulla tela o sulla carta, con bella apertura immaginativa. Ogni lavoro di Romano risulta, in fatti, un vero e proprio pezzo unico, irripetibile, capace di emozionare nel profondo senza mai essere fragilmente didascalico.
Ecco allora che il “viaggio”, tutto interiore, che propone Romano, si colora di infiniti accenti cromatici, che il pittore lascia scoprire all’osservatore poco a poco, quasi a richiamare quei tempi e quei modi, mai frenetici come quelli della società contemporanea, che appartengono, invece, all’universo naturale».