MADRID. Chi non darebbe 1500 Euro per un Caravaggio? Domanda retorica. Ma non è proprio “fantascienza”. O quasi. Eh sì, perché in un’asta spagnola stava per essere battuto un Ecce Homo che potrebbe, usiamo il condizionale, essere stato dipinto dal Merisi. Poi, però, il quadro è stato ritirato per svolgere opportuni accertamenti.
Non si tratta di una fake news, ma di cronaca d’arte. Una notizia che ha fatto il giro del mondo, perché un quadro di questa qualità, seppure anche non del maestro italiano a una cifra del genere lo avrebbero comprato in molti. O ci avrebbero provato, dato che la base d’asta sarebbe stata polverizzata in pochi istanti.
La notizia è riuscita a far sobbalzare dalla sedia non soltanto gli esperti, ma anche l’opinione pubblica, dato che un pezzo di questa entità difficilmente passa in asta a una cifra del genere. Ma tant’è.
In ogni caso il mistero che regna attorno all’Ecce Homo di Caravaggio stuzzica l’immaginazione, anche perché se è vero che esiste un testo in cui l’artista s’impegna a portare a termine la commissione per conto del cardinale Massimi, dell’opera non si sa null’altro di certo. Per ora si conosce un solo Ecce Homo del Merisi, conservato a Genova nei Musei di Strada Nuova. E peraltro non si tratta di un’attribuzione su cui tutti concordano.
E naturalmente anche il “quadro spagnolo” divide, tanto per (non) cambiare, la critica. C’è infatti chi pensa che si tratti davvero di un pezzo del pittore italiano, mentre altri lo escludono categoricamente; altri ancora, per completare il “caso” già di per sé complicato, ipotizzano che in esso possa ravvisarsi la mano di un caravaggista o di un artista della schiera di De Ribera.
Dalle colonne de “il Giornale” (8 aprile 2021), Vittorio Sgarbi dichiara: «alla visione dell’immagine, io non ho dubbi. Non si tratta certo di Mattia Preti, e neppure di altro maestro nel genere di Bartolomeo Manfredi o Jusepe de Ribera, i primi ortodossi caravaggeschi; ma di lui in prima persona. Caravaggio. Inequivocabile».
L’opera presenta un taglio di luce davvero eccezionale. Cristo sofferente, cinto dalla corona di spine, viene presentato agli astanti dalla figura in primo piano, mentre una persona in secondo piano pare voler coprire il Salvatore con un drappo rosso. Ogni figura mostra, nelle espressioni, una spiccata vocazione comunicativa e una concertata espressività.
Che sia – come ci auguriamo – o non sia del Merisi, l’opera non lascerà mai la Spagna. Infatti le autorità iberiche si sono affrettate a dichiararla non esportabile. Fra l’altro il Museo del Prado ha manifestato interesse per il dipinto in caso fosse davvero del pittore italiano. Staremo a vedere.
AUTORE: SIMONE FAPPANNI