CI HA LASCIATI LA PITTRICE CORNELIA CALZAVACCA

La pittrice Cornelia Calzavacca

QUINZANO D’OGLIO. Ci ha lasciati la pittrice Cornelia Calzavacca. Infaticabile promotrice d’iniziative culturali, sempre disponibile ad aiutare gli artisti che desideravano esporre nell’incantevole ex Chiesa delle Dimesse, offrendo il suo aiuto nell’allestimento e nella promozione delle mostre, si era formata sotto la guida del maestro Renato Rubagotti e grazie alla frequentazione dello studio del maestro Giovanni Repossi. Ha partecipato a numerose rassegne collettive, fiere d’arte, fra cui ArtePadova e la Biennale di Brescia, conseguendo importanti premi e riconoscimenti.

Socia dell’Associazione Artisti Bresciani, suoi lavori figurano in importanti pubblicazioni d’arte, cataloghi, e sulla copertina di due volumi di poesie e sul libro Tracce d’arte bresciana.

Tema centrale dei suoi quadri è la natura declinata sia nel paesaggio, specie quello rurale, che nelle marine, sino a composizioni floreali a vedute autunnali. Un legame profondissimo ha avvicinato, infatti, l’artista alla natura; un legame che si palesa nella sua pittura che, attraverso una pennellata densa e pastosa, tratteggia scenari carichi di una suggestiva poesia bucolica.

Cornelia Calzavacca, il critico Simone Fappanni
e l’exAssessore alla Cultura Giuseppe Spalenza a una mostra

La quadreria di Cornelia evidenzia, con bella apertura rappresentativa, momenti di una serena meditazione realista dove l’alternarsi delle stagioni e i cicli vitali che lo caratterizzano sono partiture di un unico e ben coeso apparato rappresentativo che si nutre di estro e creatività.

I suoi colori sono frutto di un ricercato bilanciamento espressivo; parimenti il segno si fa alquanto sensitivo, teso a definire, con brillante apertura immaginativa, campiture ampie e luminose.

La pittrice davanti a sue opere con i critici Benedetta Botti, Simone Fappanni ed Elisa Perduca

Va poi evidenziata la capacità dell’artista di cogliere, con estrema lucidità e completezza, situazioni atmosferiche assai diversificate in grado di rendere ancora più personale la definizione “lirica” di quanto raffigurato. Un uso sapiente della prospettiva contribuisce inoltre a rendere ancora più partecipe l’osservatore, che si trova piacevolmente “immerso” e attratto da questa pittura, priva di elementi meramente accessori, ma al contrario assolutamente ricca di limpidi accentazioni cromatiche.

Dopo il momento dell’estremo, doloroso saluto, sarà opportuno pensare a un catalogo monografico e a una mostra che ne ricordi l’immensa eredità umana e artistica. Al marito Maurizio, già sindaco di Quinzano, e a tutti i familiari, rivolgiamo le più sentite condoglianze. (Simone Fappanni)