CIAO DA ROMA: UN GIGANTESCO POSTER ARTISTICO DI RAWANCHAIKUL AL MAXXI

MAXXI, Ciao da Roma, Courtesy of Navin Production

ROMA. “Al centro della sala dedicata a Claudia Gian Ferrari giganteggia un grande cartellone dai colori sgargianti stile Bollywood che ritrae la comunità dei migranti dall’Asia meridionale a Roma e nel Lazio. Il poster brulica di volti, luoghi, situazioni, storie di vita e accoglie i visitatori creando una sorta di piazza all’interno del museo e generando da subito empatia”. Così viene presentato il gigantesco poster di Navin Rawanchaikul al MAXXI.

Questo il comunicato completo che illustra l’evento

Il cartellone è il fulcro del focus Ciao da Roma. Navin Rawanchaikul, al  MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, a cura di Hou Hanru con Donatella Saroli con un ringraziamento speciale al Concilio europeo dell’arte.

Tra i principali artisti contemporanei asiatici, Navin Rawanchaikul (Chiang Mai, 1971), nato e cresciuto in Tailandia ma “con le radici ancestrali che affondano in India”, come lui stesso scrive, ha scelto il semplice e cordiale saluto che accompagna le cartoline turistiche per il  titolo di questo progetto site-specific nato dal suo viaggio a Roma nel 2018, progetto con cui torna in Italia dopo la sua partecipazione alla Biennale Arte 2011.

Al MAXXI l’artista presenta un nucleo di lavori ispirati alla comunità dei migranti dell’Asia meridionale nella loro vita quotidiana a Roma e nel Lazio: oltre al gigantesco manifesto stile Bollywood, sono esposti una tela di grandi dimensioni commissionata dal museo in occasione della mostra La Strada. Dove si crea il Mondo ed entrata a far parte della Collezione Arte; una intensa lettera autobiografica a tutti i migranti del mondo, 12 fogli A4 scritti  mano con un grafia chiara e delicata; un video girato durante il viaggio che intreccia fotografie, immagini in movimento e la sua voce che legge la lettera e alcune cartoline. Sono inoltre presenti due stampe fotografiche della serie Gujranwala, città natale di sua madre, e una maglietta “geospecifica”, Gujranwala t-shirt, con stampato il nome della città. In qualsiasi parte del mondo l’artista la indossi, la maglietta lo aiuta a entrare in contatto con le comunità di migranti indiani, creando connessioni, senso di unione e di appartenenza.

Nato dal suo viaggio a Roma, Cassino e nell’Agro-Pontino nel 2018, Ciao da Roma. Navin Rawanchaikul è  il frutto degli incontri dell’artista con le comunità dell’Asia meridionale (Bangladesh, India e Pakistan) trasferitesi in Italia a partire dagli anni ‘90.  Protagoniste sono le storie dei migranti, i loro racconti, le loro vite, che Naviin Rawanchaikul ricompone con un cifra narrativa garbata e giocosa. Perché “la condivisione con gli altri – come scrive nella Lettera – mi ha insegnato che tutti i nostri percorsi hanno pari importanza nella storia dell’umanità”. E grazie a questa capacità di condivisione le distanze si accorciano e siamo tutti invitati alla comprensione reciproca.

Navin ha raccolto le storie  girando tra i banchi alimentari del Mercato Esquilino, i negozi di stoffe, i ristoranti e i barbieri vicino alla Stazione Termini, i bar di Tor Pignattara e i campi sportivi dove il gioco del cricket unisce italiani e asiatici così come indiani e pakistani, annullando ogni nazionalismo, i templi e i centri religiosi che aiutano i migranti a sentirsi più vicinio alla vita e alla cultura dei paesi d’origine, le campagne dell’Agro Pontino dove la comunità migrante dei sikh è vittima delle agromafie fino al cimitero di guerra del Commonwealth di Cassino, dove sono sepolti i soldati indiani che hanno combattuto per la liberazione dell’Italia nella Seconda guerra mondiale.

Ne viene fuori un ritratto corale della comunità vivo, intenso, accorato, empatico. I frammenti biografici sono ricomposti da Rawanchaikul tra epopea e realtà, in nuove e ricche cartografie, per sé e per tutti noi.

Sulla scena artistica internazionale dall’inizio degli anni ‘90, Navin Rawanchaikul ha sviluppato una pratica capace di accogliere, in un mondo in costante divenire, la tensione fra individuo e società, tra locale e globale. In particolare, affronta la questione dell’evoluzione dell’identità culturale nell’ambito dei flussi migratori e l’ ibridazione culturale che ne consegue.

Affidandosi a un’estetica pop che gli consente di far dialogare i beni di consumo con la storia dell’arte classica,  Rawanchaikul sperimenta con il ready-made, l’iconografia dei grandi manifesti del cinema indiano, il fumetto, il video e le azioni performative.

In questo come negli altri suoi  lavori,  emerge forte l’elemento autobiografico, a cominciare dalla grande diaspora a seguito della divisione dell’India che segna la storia della famiglia di Rawanchaikul. Nel 1947 sua madre, allora una bambina, insieme a milioni di indiani di religione indù e sikh, è costretta ad abbandonare per sempre Gujranwala, città del Punjab – divenuto in quell’anno Pakistan, a maggioranza musulmana – per raggiungere Chiang Mai, in Tailandia. Circa 14 milioni di persone furono scostrette all’esodo (i musulmani fuggivano dall’india al Pakistan e gli induisti dal Pakistan in India).

Affiorano così temi quali identità, radici, estraneità e differenza, senso di appartenenza e comunità, . Perché “quasi per definizione, i migranti si trasferiscono guardandoal futuro. Ma i loro viaggi comportano anche la ridefinizione del loro rapporto col passato”.

In occasione della mostra, l’Ufficio Public Engagement del MAXXI ha inoltre avviato il progetto di mediazione interculturale Una lettera per Navin, cui partecipano gli studenti al terzo anno della scuola secondaria di primo grado I.C. “Lucio Fontana”, che risponderanno alla lettera di Navin scritta da Roma ai migranti del mondo ed esposta in mostra. Il tema della diaspora verrà così affrontato a partire dalle storie familiari dei compagni di provenienza straniera, ragazze e ragazzi di origine moldava, iraniana, bosniaca, tunisina, ecuadoregna, algerina e rumena, parte integrante della comunità scolastica e di una società interculturale. 

NOTA. Testo e foto, courtesy of UFFICIO STAMPA MAXXI