SOLFERINO (MN). Gli spazi della Torre Gonzaghesca (1663) di Piazza Castello sono la suggestiva sede della nuova mostra di Lorenza Pellini. Il titolo della rassegna, “Colore in Torre”, allude proprio alla location in seno alla quale sono esposti i quadri della pittrice veneta.
La personale, presentata dalla Proloco di Solferino, può essere visitata il 7 e l’8 agosto dalle ore 10,00 alle ore 18,00. L’ingresso è libero e in osservanza delle norme anti Covid-19.
Nata a Verona, fin dalla tenera età la pittura ha fatto parte del suo mondo. Nella vita si dedica ad attività nell’ambito dell’arredamento che le permettono di esprimersi, ma non la completano. Decide quindi di riprendere in mano i pennelli e di cominciare a dipingere.
Si cimenta prima con l’acquarello e successivamente con l’olio; frequenta per dieci anni la Scuola Tavella, con il prof. Gianni Lollis. In seguito si iscrive all’Accademia Cignaroli, dove frequenta i corsi del professor Nicola Nannini, del professor Pierantonio Tanzola e della professoressa Rosabianca Cinquetti.
E’ iscritta all’Accademia d’arte e Artigianato Artistico di Verona. Partecipa a numerose rassegne di carattere nazionale e tiene fortunate personali. Ha conseguito significativi riconoscimenti, tanto che le viene chiesto di eseguire le scenografie per uno spettacolo al Teatro Camploy in omaggio alle Grandi Donne.
«Lorenza Pellini – spiega il critico Simone Fappanni – è un’artista che si avvale di una materia coloristica dalle tinte avvolgenti, spesso squillanti, grazie alle quali riesce a portare in primo piano soggetti e temi alquanto vari e diversificati mantenendo una personalissima cifra stilistica capace di coinvolgere profondamente l’osservatore.
Questa nuova personale, dati anche gli spazi a disposizione, consente di apprezzarne l’iter compositivo, con vedute, scorci e paesaggi, ma anche grazie alle non meno interessanti figure che assumono valori simbolici, come il dipinto scelto per la locandina, che presenta una donna che si toglie una maschera ma che, incredibilmente, sotto di essa mostra il proprio volto, identico alla maschera. Siamo di fronte, come suggerisce il titolo del quadro, a una mistificazione.
Molto intensa è la serie di tele dedicata a Verona, città natale di Lorenza, vista sia nei suoi angoli più noti e suggestivi, ma anche in quelli più riposti, che Pellini ci invita a scoprire attraverso la sua spiccata sensibilità e una coloristica iridescente.
Non mancano opere d’occasione, come quella eseguita in occasione dello straziante rogo di Notre-Dame che ha straziato la di Parigi nel tardo pomeriggio del 15 aprile 2019 sotto gli sguardi sbalorditi e attoniti di tutto il mondo e che si sta cercando faticosamente di ricostruire.
Parimenti interessanti sono le nature morte, i pezzi dedicati a oggetti d’uso quotidiano, alla musica, ai costumi di scena, agli animali, a conferma della poliedricità di questa eclettica creativa.
Una doverosa menzione va fatta, infine, per la serie “Sapore di sale”. Si tratta di opere in cui Lorenza dipinge agili imbarcazioni alla fonda che sembrano attendere soltanto il momento salpare. Immerse in scenari tropicali da sogno rimandano a un simbolismo autenticamente lirico»
Di seguito una serie di fotografie della mostra.