Come diventare “Picassi” in due lezioni…

“….lo strano fenomeno dei Picassi”

In parecchi anni (mamma mia quanti!) che bazzico l’ambiente artistico, ne ho incontrati tanti. Di chi, direte voi forse un po’ incuriositi. Di “Picassi”.

Niente paura, vi spiego subito di chi sto parlando. Si tratta di persone “affette” – se così possiamo dire – da una particolare “forma di egocentrismo” che le spinge, dopo avere leggiucchiato qualche dispensa di un corso di pittura o dopo avere trovato una cosa simile online, a credere di essere arrivati. In sintesi, d’essere l’incarnazione di Pablo Picasso ( se fate un salto a Barcellona , visitate il suo museo, http://www.museupicasso.bcn.cat/ ).

E violà, monsieur et madame… In pochi giorni ecco pronti i “capolavori”! I più temerari si spingono addirittura oltre. Dopo essersi iscritti a qualche corso, dichiarano orogliosi di avere smesso dopo un paio di lezioni perché ormai il “maestro” non aveva più nulla da insegnarli.

“Guardi”, mi dicono perentori e col petto gonfio, “io non copio nessuno. Non guardo nessuno”. Caspita, dico io. Pensa un po’ che tanti artisti – artisti veri intendo –andavano (e vanno) apposta a Parigi e in tanti altri musei, per fare “riproduzioni dal vivo” dei capolavori esposti. Non per “copiare”, ma per capire.

Ma per imparare ci vuole tempo, fatica e impegno. E il tempo è denaro. Ed ecco allora che i “Picassi” partono subito in quinta: “Quanto pensa che valgano le mie tele? Duemila, tremila o posso chiedere cinquemila Euro?”. E dopo un attimo cambiano rotta facendo i finti modesti: “Senta, dato che dipingo da poco, da quasi (da notare il “quasi”) dieci giorni, se qualcuno me ne offre mille, le può portare via!”.

Ed ecco la mia riposta. Questa sì, sempre uguale: “Per me le può portare via. Anche subito!”.

AUTORE: SIMONE FAPPANNI © RIPRODUZIONE DEL TESTO RISERVATA