TREVISO. Il Museo Nazionale Collezione Salce propone ben 50mila manifesti storici. Il “CS”, che ha sede nell’antica Chiesa di Santa Margherita, appositamente restaurata dal Ministero della Cultura con il contributo della Regione del Veneto, si avvale di un allestimento estremamente godibile.
Questo il comunicato che illustra l’evento.
Qui, in un enorme caveau blindato, innalzato all’interno di quella che è stata la chiesa dei fiorentini a Treviso, troverà definitiva collocazione la Collezione creata da Nando Salce. Ovvero la più importante raccolta pubblica italiana di manifesti d’epoca e una delle maggiori al mondo. Il cavalier Salce aveva personalmente riunito più di 26 mila affiches, datati tra il Settecento e il 1962, anno della sua scomparsa. Per sua volontà questo autentico tesoro venne legato allo Stato. Che, dopo decenni di collocazioni temporanee, ha finalmente trovato una sede davvero consona per la collezione del Ragionier Nando.
Sono in molti a chiedersi quale valore avrebbero oggi i manifesti riuniti dal signor Salce, se posti sul mercato. “Impossible dare una risposta precisa a questa curiosità”, afferma Chiara Matteazzi della Direzione nazionale dei Musei del Veneto. “Si tratta di pezzi di valore molto diversificato. Nella Collezione si hanno pezzi unici, dal valore altissimo ma anche altri di cui esistono diversi esemplari sul mercato o in collezioni private. Se una stima dovesse essere ipotizzata, considerato anche il loro ottimo livello di conservazione, credo non sarebbe azzardato ipotizzare un importo di diverse decine di milioni di euro. Ma la Collezione è un tesoro inestimabile per la storia del costume e della grafica, tra i più importanti dell’intero pianeta”.
“Negli anni, ai manifesti della Collezione Salce sono andati ad aggiungersi altre migliaia di pezzi pervenuti al Museo da donazioni di collezionisti privati oppure per oculati acquisti sul mercato internazionale. Cosicché il patrimonio è cresciuto sino a superare i 50 mila pezzi”.
In questi anni tutti sono stati fotografati, classificati e inseriti in una colossale banca data elettronica, così da consentirne la ricerca e lo studio da tutti e da ogni luogo del mondo.
La casa per loro creta in Santa Margerita è un enorme parallelepipedo, naturalmente blindato e dotato di ogni sistema di sicurezza anche in caso di incendio o di allagamento e all’interno del quale i manifesti sono riposti in grandi cassettiere di metallo che un sistema computerizzato è in grado di mobilizzare.
In sostanza, se uno studioso vorrà consultare un dato manifesto o i diversi manifesti di un autore, non avrà che da impostare la sua ricerca sul computer collocato all’interno del caveau e il sistema cercherà i materiali richiesti, li estrarrà dalle casse (vere proprie casseforti) deponendoli sul piano di lavoro, a disposizione del richiedente. Il tutto, naturalmente, sotto stretta sorveglianza da parte di una rete di telecamere, oltre che del personale addetto.
Il trasferimento dei 50 mila pezzi è già iniziato, “è anzi a buon punto”, sottolinea il Direttore della Direzione Regionale Musei del Veneto, dottor Daniele Ferrara. “A piccoli gruppi, sotto sorveglianza, i manifesti vengono trasportati in Santa Margherita dove vengono controllati, per verificarne anche lo stato di salute o l’esigenza di interventi di restauro, vengono microcippati per consentirne la ricerca da parte del sistema informatico, e quindi posizionati nella cassettiera loro destinata”.
“È un lavoro delicato e complesso”, evidenzia Chiara Matteazzi, che del nuovo Salce è la progettista e responsabile. “Che contiamo di completare in tempi comunque inferiori a quelli inizialmente previsti, potendolo eseguire a Museo ancora chiuso e con tutta la concentrazione degli addetti su questo trasferimento”. “In parallelo, sottolinea l’architetto Matteazzi, è stato completato l’allestimento di tutte e tre le sezioni della grande mostra su Casaro che, come è già stato annunciato, inaugurerà il nuovo Salce e che troverà accoglienza, oltre che in Santa Margherita, anche alla seconda sede del Museo nazionale in San Gaetano e ai Civici Musei di Santa Caterina”.
FONTE: StudioEsseci: testo e foto sono pubblicati al solo scopo di presentare l’evento.