LIVORNO. Dario Ballantini non è soltanto un eccezionale trasformista che, con garbo e arguzia propone, durante “Strisca la notizia” e nei suoi spettacoli dal vivo, le sue irresistibili imitazioni, ma anche un apprezzato pittore.
La sua città natale, Livorno, gli dedica un’attesa mostra antologica, curata da Annalisa Gemmi e Massimo Licinio con la direzione di Nadia Macchi, con ben 40 opere eseguite fra il 1980 e il 2020, ordinate negli spazi del Polo Culturale Bottini dell’Olio (Piazza del Luogo Pio), fino al 20 settembre.
Con la consueta cortesia, l’artista ha risposto alle nostre domande in merito a questo evento.
Da dove nasce l’idea di questa rassegna?
«Nasce dall’assessore Simone Lenzi e dal Sindaco Luca Salvetti, che tenevano ad omaggiarmi dato che sono circa 40 anni che dipingo. Dato che i primi 10 anni sono molto Livornesi ed ho conservato i lavori della mia formazione , sembrava essere il caso di raccoglierli un una antologica con opere di ogni anno».
Dato che si tratta di una antologica, quali pezzi e soggetti hai scelto?
«La mostra è suddivisa in tre sale. La prima riguarda gli anni Ottanta, dove ci sono anche i bozzetti del liceo e la mia frenetica voglia di disegnare raccolta in bacheche . La seconda tutta l’esplosione milanese e poi in giro per il mondo che va dal 2000 quasi ai giorni nostri. La terza dove verranno proiettate immagini dai miei murales fatti a Miami ed immagini delle mie opere di video arte nonchè di una scultura realizzata».
«Per Dario Ballantini –spiega una nota illustrativa della rassegna – è sempre stato naturale dipingere, ha cominciato da ragazzo e non ha mai smesso.
La sua è stata, come dimostrano gli scarabocchi, i disegni a penna ed i tentativi di realizzare fumetti contenuti in questa mostra, un’arte impaziente di raccontare, irrequieta come la sua città.
Ballantini ha sempre ricercato una personale espressività che, in questo allestimento, sarà divisa in un percorso fatto di cicli.
La poetica del suo “periodo livornese”, sempre rivolta all’essere umano, ha avuto due fasi: la prima caratterizzata da uno stile che ricorda Egon Schiele, con le figure quasi malate di vivere, la seconda da un vago sentore metafisico, notturno e mistico, in cerca di risposte esistenziali, nel tentativo di placare l’eccessiva gestualità “aggressiva” che sarebbe esplosa in periodi successivi sviluppati dagli inizi del 2000.
Le sue esposizioni in circa 40 anni di attività, hanno raggiunto Musei e Gallerie di quasi tutto il mondo tra cui Parigi, Londra, Cambridge, Miami, Amsterdam e Praga.
Recentemente Ballantini ha prodotto anche alcune sculture in bronzo ed esplorando un mondo finora solo rasentato dalla sua attività televisiva, ha realizzato tre opere di video arte (tra cui un omaggio a Lindsay Kemp) che saranno proiettate in una delle sale».
INFO Polo Culturale Bottini dell’Olio, Piazza Luogo Pio, Livorno, Fino al 21 settembre 2020, Orari: dal 21 al 31 agosto ore 21-24. Dal 01 al 20 settembre ore 8.30-19.30. Ingresso libero. Tel: 0586 824552 , mail bottinidellolio@comune.livorno.it
SITO WEB DELL’ARTISTA: https://www.darioballantini.it/
NOTA. Le immagini sono state gentilmente fornite dall’Ufficio stampa dell’evento per corredare l’articolo.
AUTORE: SIMONE FAPPANNI – RIPRODUZIONE RISERVATA