DE GUSTIBUS. Riflessioni sulla rappresentazione del gusto nell’arte

SIMONE FAPPANNI, DE GUSTIBUS. Riflessioni sulla rappresentazione del gusto nell’arte, Progetto Flumen Artis, pagine 100, Euro 10 (+ Euro 5 spese di spedizione), cm 15×21, copertina di Alberto Besson.

“Qualche tempo fa, mentre rovistavo in un pacco di vecchi e polverosi fogli sgualciti malamente appoggiati sul banco di un improvvisato antiquario, ho trovato una stampa della serie “I cinque sensi” realizzata tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta da Bolaffi per illustrare la copertina della famosa rivista con cui l’editore piemontese raggiungeva numerosi appassionati d’arte. Oltre a sfogliare le pagine del bimestrale, i collezionisti potevano entrare a far parte del Club dei 5000, ai cui membri spettava un multiplo, spesso autografato, numerato e punzonato dell’opera di un famoso pittore appositamente invitato a partecipare a questo originale progetto.<br>Il pezzo in questione, purtroppo non firmato, ma quasi sicuramente originale, è Il Gusto (1974) di Mario Schifano, maestro della Pop Art italiana. La grafica su carta, tratta dall’originale, è composta da sei fotografie a colori in formato Polaroid disposte in modo da formare un quadrato. In tutti gli scatti si osserva il primissimo piano della bocca di una giovane donna, le cui labbra sono accuratamente evidenziate da un rossetto carminio molto acceso, mentre assapora vari alimenti, fra cui una banana,una oliva, una fragola e una succosa melagrana.
Se a prima vista l’opera sembrerebbe sottintendere un conclamato erotismo, peraltro non da escludere, in realtà coglie perfettamente
l’essenza stessa del gusto che si manifesta attraverso l’assaporare un alimento. E forse verrebbe da pensare che il rimando alla sfera dell’eros sia in qualche modo voluta, dal momento che il gusto ha a che fare, per le caratteristiche che gli sono proprie, col piacere sensibile, un piacere che si esplicita nell’addentare il cibo, spezzarlo a morsi e sentirne il sapore grazie
alla lingua.
Tutto ciò è evidentemente presente nel foglio di Schifano. La cromolitografia dell’artista di Homs mi ha così suggerito la strada maestra (o almeno quella più praticabile) per analizzare il senso del gusto all’interno della storia dell’arte, non tanto per proporre una sterile catalogazione delle opere riferibili a questo tema, quanto piuttosto per cercare di individuare le ragioni più profonde di questo tipo di rappresentazione e le modalità attraverso le quali si esplicita sulla tela e su altri supporti.
Infatti il cibo con le sue valenze simboliche è in grado di sostenere e di appagare il corpo passando attraverso l’esperienza sensoriale, nella quale il gusto svolge un ruolo determinante.
E ciò è stato ben compreso sin dall’antichità, tanto da ritrovarsi esplicitato persino in pitture appartenenti ad epoche remote.
Un tema infinito, quello del gusto, dal momento che appartiene profondamente all’essenza dell’essere umano e che, come tale, consente di svolgere una riflessione che, come in questo caso, pur non avendo affatto la pretesa di essere esaustiva, ha perlomeno l’ambizione di offrire una ricognizione sulle possibili vie della rappresentazione iconografiche del gusto.”