DESTRUTTURALISMO FIGURATIVO: COLLETTIVA A LA ROCHELLE

Nicola Bertoglio, Crociato, courtesy of the artist

LA ROCHELLE. Non è facile raccontare un progetto artistico come il Déstructuralisme Figuratif ART PROJECT, di cui fanno parte centinaia di artisti tra pittori, scultori, fotografi, performer da mezza Europa, soprattutto quando si deve parlare di una mostra alla quale non si può andare a causa delle tensioni sociali in corso in questi giorni in Francia. Da domani al 19 aprile viene proposta, presso La Porte Maubec, a La Rochelle, un’ampia collettiva.

Questa è l’ottava mostra in territorio francese che riunisce artisti sia emergenti che affermati, che condividono una visione comune rispetto alla frammentazione del reale, la sua messa in prospettiva, la sua distorsione e/o trasfigurazione.

DF ART PROJECT è stato creato nell’aprile 2019 su iniziativa di Ronnie Jiang, una artista di origine indonesiana che vive a Parigi ed è sostenuto dall’associazione DF (Déstructuralisme Figuratif) di cui lei è la  presidente. La fondatrice del progetto ha scelto il nome di “Destrutturalismo Figurativo” per esprimere da un lato la sua volontà di uscire dall’approccio “strutturalista” e dall’altro di rivisitare il figurativo in una nuova prospettiva artistica.

Oltre a Ronnie Jiang fanno parte della associazione Caroline Canault, giornalista e critico d’arte, Jean-Francois Collignon, corrispondente dell’Accademia di Belle Arti, Sezione Architettura de “L’nstitut de France”, Brno Del Zou, fotografo, scultore, videomaker e musicista, Emily Helstroffer, artista visivo, Art-Now, artista visivo, Jérôme Royer, artista visivo e architetto, Adrien Conrad, make-up artist, Franck Turzo, scultore, Jerome Rapin, artista visivo, Mehnoush Modonpour, artista visivo. 

Nel manifesto del progetto si legge testualmente: “DF ART PROJECT è una concettualizzazione di pratiche artistiche già esistenti in tutto il mondo come pittura, scultura, fotografia, incisione, disegno, collage, arte digitale, performance, installazioni, spettacoli dal vivo, ecc. Gli artisti del DF ART PROJECT si pongono di fronte alla crescente individualità, all’abbandono degli scambi reciproci e al ripiegamento su se stessi, con un approccio introspettivo che promuove la messa in discussione del multidimensionale, dell’irreale che si rivela e più in generale della creazione di nuove interazioni meno umane e più virtuali. 

Queste percezioni mirano a rivelare, in una sorta di grido ottimista, la situazione, senza dubbio generazionale, di una società globalizzata e in divenire che ha di fronte a sé un futuro incerto, sempre in mutamento. Per la sua testimonianza artistica, DF ART PROJECT difende una riflessione sociale in cui vengono ridefinite le reali possibilità di emancipazione dell’uomo come l’autonomia della sua immaginazione. L’uomo contemporaneo sembra sia sempre più decontestualizzato, vale a dire, isolato dal suo gruppo di riferimento e più in generale dal suo ambiente più concreto, oppure relegato ad un contesto prevalentemente digitale. Sembra, infatti, essere sempre meno interessato a contatti profondi preferendo invece scambi istantanei e superficiali. 

Al di là di questi elementi del sentire, occorre affrontare in modo più approfondito l’analisi dell’uomo e delle sue attività. In effetti, questa problematica riguarda principalmente l’antropologia.

L’ultima grande riflessione antropologica che ha avuto riconoscimento internazionale è lo Strutturalismo di Claude Lévi-Strauss, che mette in luce un certo numero di elementi, la maggior parte dei quali provengono da un approccio modellistico. Per questo l’uomo come individuo, o membro di un gruppo, si inserisce in tre sistemi tra loro interagenti, che sono il sistema parentale, il sistema economico e il sistema linguistico.

DF ART PROJECT desidera rifiutare questo approccio sistemico quando si tratta di espressione artistica e in questo modo, mira a lasciare alle spalle lo strutturalismo e gettare nuova luce sul modo in cui l’umanità è rappresentata. 

Ciò che si intende prendere di mira è la rappresentazione umana attraverso un focus sulle esperienze intime e personali e sul loro accumulo, nonché una diversità di punti di vista relativi al nostro tempo, al presente.

In questo contesto si analizza il figurativo, per meglio ricostruirlo e conferire così nuovo valore a questa pratica. Alcuni frammenti sono liberati dalla rappresentazione, altri sono chiaramente identificati. Lo spazio, nelle sue molteplici dimensioni, viene scomposto e ricomposto.

Questa nuova rappresentazione della forma produce esseri, oggetti, luoghi e situazioni improbabili, originali e sorprendenti. I limiti tra ciò che è reale e ciò che è immaginario vengono distorti, fino ad annullarsi a vicenda. In questo modo il potenziale artistico traspare e si evidenzia grazie a sentimenti paradossali di familiarità e estraneità”.

Dalla sua creazione nel 2019 il DF ART PROJECT si è sempre impegnato nella divulgazione del suo manifesto attraverso la promozione dei suoi membri. 

Ogni anno infatti si tiene a Parigi la mostra collettiva degli aderenti il progetto nel bellissimo e suggestivo Parc Floral. Oltre a questo appuntamento fisso vengono realizzate di volta in volta altre mostre in altrettanti spazi in varie città francesi. L’ultima in ordine di tempo è quella si svolgerà dal 8 al 19 aprile nel prestigioso centro culturale de ”La Porte Maubec” a La Rochelle nella Francia occidentale tra le città di Nantes e Bordeaux. 

A questa mostra partecipano 29 artisti, nello specifico: Charlotte Désétoiles, Claude A.Thibaud, CY. Pavel, Daniel Derderian, David Cow, Debora Stein, Dominique Dève, Emily Coubard, Emily Helstroffer, Jame Saurel, Jean Claude Causse, Jérôme Royer, JIFIE, Le Franc, Léonore Fandol, LudivineG., Marie Fang, Marjorie Chevalier, ichel Marant, Nicola Bertoglio, Pierre Beaufils, quat’sous, Robert Venezia, Ronnie Jiang, Samuel Boudaud, Sophie Gouvion, Sylvie Lamandé, Turzo, Yann Crouton.

La Porta Maubec di La Rochelle fu costruita nel 1610 per ordine di Enrico IV. Durante l’assedio di La Rochelle, ordinato da Luigi XIII e comandato dal cardinale Richelieu nel 1628, fu l’unica porta del bastione protestante che non fu distrutta. Risparmiata dalle guerre ma logorata dal tempo, la Porta Maubec è stata recentemente riportata alla sua identità originaria. Classificato come monumento storico, è dal 2013 un sito eccezionale dedicato all’arte e agli eventi di beneficenza.

In questo luogo carico di storia e da ora in poi considerato come un vero e proprio recinto artistico, DF ART PROJECT propone una mostra collettiva perfettamente rappresentativa della sua linea artistica attorno alla destrutturazione della figura. Durante l’inaugurazione il giorno 8 alle 18.30 ci sarà una performance di live painting di Jérôme Royer. 

NICOLA BERTOGLIO