ASOLA. Ad Asola, la Galleria Civica, Museo Civico Goffredo Bellini, ospita la mostra di Elio Nolli dal titolo “L’uomo nel tempo”. L’inaugurazione è in programma l’8 dicembre alle 16; la rassegna è visitabile gratuitamente fino al 12 gennaio.
Il maestro di Casalbuttano partecipa frequentemente ad estemporanee e concorsi d’arte. Ha conseguito numerosi riconoscimenti e ha vinto primi premi in diversi concorsi, fra cui quelli organizzati a Passirano, Velo Veronese, Bologna, Breda Cisoni, Pescarolo, Casal Baiocco, Rivarolo Mantovano, Soncino, Modena. A questi consensi vanno aggiunte le fortunate personali, allestite in sedi alquanto suggestive e l’invito alla Pinacoteca d’Arte Contemporanea di Piacenza.
«Lo stile di Nolli, spiega il critico, Simone Fappanni, è costituito da pennellate dense e succose e da un innato senso della composizione e dell’insieme. In seno ai suoi colori si coagulano tinte che vibrano e riescono a trasmettere all’osservatore l’emozione, viva e profonda, che caratterizza la sua ricerca che, con affettuosa prossimità e partecipazione, si volge a scenari naturali, ma anche a figure, architetture urbane e composizioni, anche astratte, realizzate non raramente con materiali di recupero.
Essi vengono resi sulla tela mediante una sensibilità profondamente poetica, per cui il dato strettamente oggettuale, tangibile, si trasformo, poco a poco, in una interpretazione dello stesso che tocca armonie riflessive di compiuta indole colloquiale.
C’è, insomma, nell’arte di Elio Nolli, una volontà di rispecchiamento, per cui la sua sensibilità verso gli scenari delle campagne diventano i nostri, quasi che essi albergassero da sempre in noi.
Sono, infatti, la nostra traccia, il nostro passato, il nostro essere stati ma, nel contempo, rappresentano quel presente che, seppure carico d’attese, non può dimenticare ciò che è stato. In questo modo bene si comprendono le figure che spesso l’artista inserisce nelle sue composizioni.
Non si tratta, quasi sempre, di soggetti in primo piano, tutt’altro. Si tratta, più esattamente, di “presenze” che emergono alla vista e al cuore come se provenissero dal sogno o dalla memoria, risultando parte non meramente accessoria del dipinto».