Ammiro molto la mia cara amica artista Emanuela Terragnoli. Anche perché un po’ mi assomiglia: è sempre indaffarata, non è mai ferma né stanca, è sempre pronta a organizzare eventi e a farsi in quattro per gli altri. Tra l’altro è l’infaticabile presidente dell’Accademia d’Arte e Artigianato di Verona (www.accademiaarteartigianato.com ), una splendida realtà culturale a cui è stato conferito qualche giorno fa il prestigioso Premio Internazionale Speciale “La Pallade Veliterna” per l’alto contributo al mondo delle arti visive. Ed Emanuela era presente, comprensibilmente emozionata, a ritiralo a nome di tutti i Soci. Questo impegno non le impedisce però di dedicarsi ai suoi poetici dipinti! Dal suo sito, dove si possono ammirare diverse sue tele, si apprende che “dal 1992 ha esposto in Italia in musei, sedi istituzionali pubbliche e private, nelle città di Verona, Padova, Bolzano, Trento, Trieste, Treviso, Brescia, Cremona, Lodi, Bergamo, Milano, Rimini, Roma, Velletri, Firenze, Pisa, Perugia, Olbia, Napoli, Bari, Foggia e all’estero: Innsbruck; Pisino; Buie; Montevideo; Londra; Mosca. Ha ricevuto premi, riconoscimenti e consensi da pubblico e critica. Suoi dipinti si trovano in collezioni pubbliche e private” (www.emanuelaterragnoli.it). La ringrazio per questo caffè artistico “virtualmente” preso nella splendida Verona, dove Emanuela vive e opera.
– Cosa rappresenta per te l’arte? Uno dei lati affascinanti della vita che mi fa stare bene e in cui mi trovo completamente a mio agio. E’ una dimensione altra che mi estranea dal contesto e mi dona gioia e libertà.
– Quando hai iniziato a dipingere? Ho sempre amato giocare con matite e colori ma ho iniziato a capire che non avrei mai potuto farne a meno fin dalla scuola media … non vedevo l’ora che arrivasse la lezione di arte, nonostante avessimo una professoressa severissima ed esigente che spesso lanciava per l’aula lavori malfatti ed era l’incubo di tanti miei compagni.
– Quali soggetti preferisci? Sono un’amante inguaribile della natura per cui sono più attratta dal paesaggio ma non disdegno di cimentarmi anche nella figura.
– Come definiresti il tuo stile? E’ senza dubbio uno stile figurativo che lascia però poco spazio ai dettagli sia per l’uso della spatola, sia perché si basa su un gesto veloce ed istintivo.
– C’è stata un’evoluzione nella tua ricerca creativa? Certamente sì. E’ una evoluzione lenta ma costante. Definisco il mio percorso un viaggio senza meta e senza traguardo perché chi continua a dipingere non può mai definirsi “arrivato” e lungo la strada si cambia per forza di cose… come nella vita e anche questo è il bello dell’arte.