
BOLOGNA. Se la “Street art” è sempre più creatrice ovunque in Italia di quello che è stato definito “un museo a cielo aperto”, Bologna e l’Emilia-Romagna rappresentano più che mai il fulcro attivo di questo movimento artistico, in quella che ormai è qualificata come “Street art valley”.
Evento significativo che testimonia la pregnanza che ha raggiunto a livello comunicativo e artistico, la mostra bolognese, aperta a Palazzo Pallavicini fino al 16 agosto “Banksy & Co”, comprendente oltre 250 opere realizzate da street artist che, con il loro lavoro concreto, hanno riprodotto le opere del misterioso artista senza volto e anche le ambientazioni su cui è intervenuto. È la prima grande retrospettiva sulla storia di questo genere artistico che si connette all radici della pop art, della cultura hip hop, del graffitismo anni Ottanta e ai nuovi approcci del tempo digitale.
Un “viaggio tra luoghi e persone“ per scoprire come l’arte urbana ha trasformato la geografia e lo skyline delle città, è quello offerto da Anastasia Fontanesi e Arianna Fornaciari in “ Street art in Italia” (Polaris edizioni, 2022). La prima guida attraverso l’arte urbana, effimera per definizione e in continua evoluzione, come un filo che traccia legami invisibili ma al tempo stesso indelebili tra territori e artisti, attraverso graffiti writing, street art, neo-muralismo fino ad arrivare alle installazioni.
Negli ultimi anni, sottolineano, le due autrici, si sono sviluppati numerosi progetti di arte urbana e street art per riqualificare zone, specialmente periferiche, «A livello artistico ha valore, l’opera resta fruibile, è democratica, però si può parlare di rigenerazione di un quartiere se l’arte urbana si inserisce in un contesto più ampio, con azioni anche sociali, soprattutto quando il progetto artistico ha legami con le persone del posto: le opere non devono essere imposte, è buona prassi che vengano pensate e sviluppate insieme al territorio».
Girovagando per le città dell’Emilia-Romagna, è abbastanza facile imbattersi in spazi urbani, invecchiati dal tempo e dall’abbandono, trasformati in vere e proprie gallerie d’arte, in cui la Street art, mostrando in sé un carattere antropologico, simbolico e semantico molto forte, riesce a condensare la possibilità di avere visioni e percezioni differenti.
Così a Imola si assiste da alcuni anni al processo di rigenerazione urbana di alcuni quartieri, come grazie al festival RestArt, al progetto “Vertigo Truth”con con l’intervento anche di Gola, Ericailcane, Bastardilla, Gio Pistone e molti altri, mentre l’artista brasiliano Kobra nel 2019 ha realizzato sulla facciata del Museo Multimediale dell’Autodromo il grande murale dedicato ad Ayrton Senna.
Da ricordare anche la storica “Biennale del Muro dipinto”a Dozza, che ha visto nel tempo intervenuti di centinaia di artisti, tra cui Sebastian Matta, Alberto Sughi, Ennio Calabria, Bruno Ceccobelli, Omar Galliani.
A Ravenna i murales sono distribuiti su tutto il centro urbano, con un percorso d’arte che, abbracciando la contemporaneità, comprende diversi quartieri: primo tra tutti la Darsena e promossi anche grazie all’azione al Festival Subsidenze. A Milano Marittima la famosa discoteca Woodpecker, oggi in stato di recupero, mostra nella sua cupola una pregevole opera di Blu.
Un tour nella Street art di Rimini non può che iniziare dal borgo di pescatori di San Giuliano. Addentrandovi tra i suoi vicoli è facile farsi conquistare dai murales che decorano le facciate delle case, molti dei quali realizzati in occasione della Festa de Borg del 1994 dedicata a Federico Fellini. Poco più lontano, in via Ducale e sul muro prospiciente il bacino del ponte di Tiberio, si trovano due murales a firma di Bastardilla ed Ericailcane. Rimini è anche la città di Eron, uno dei più importanti graffitari del panorama nazionale. L’opera che più di tutte ha consacrato Eron è “Forever and ever…nei secoli dei secoli” , un trompe-l’œil realizzato sul soffitto della chiesa di San Martino in Riparotta a Viserba. Ad oggi si tratta del primo e unico esempio di applicazione della street art all’interno di un luogo di culto.
MARCELLO TOSI