ENEA FERRARI: RETROSPETTIVA AL MUSEO DELLA STAMPA

Locandina della mostra, part. di un’opera di Ferrari

SONCINO. Si apre oggi alle 18,  presso il Museo della Stampa Centro Studi Stampatori Ebrei di Soncino, un’ esposizione artistica con una ventina di opere di Enea Ferrari che  tracciano buona parte del percorso creativo dell’artista.

Ferrari fu pittore e docente di materie artistiche presso la Scuola media e la scuola di disegno ed artigianato di Soncino in cui nacque nel 1908.

Iniziò a dipingere in giovane età sotto la guida del padre Annibale e, tra il 1924 e 1928, studiò presso l’Accademia di belle Arti di Brera; tornato a Soncino divenne artigiano di stucchi ed affreschi.

Dal 1932 perfezionò la tecnica del gesso, presso la Scuola Superiore d’Arte di Milano e prese parte alla Mostra Provinciale di Cremona.

Dal 1934 l’artista ha perseguito l’astrazione e ha sperimentato la composizione di opere con elementi naturali come corteccia, mais, corda, spago e trucioli di legno.

Partecipò a mostre non solo in Italia ma anche all’estero,  fra cui si ricordano le gallerie M Bochum, Loehr ed Ernst in Germania.

Dopo la morte del professor Merighi che aveva fondato la Scuola di disegno ed artigianato con sede nella salone d’onore delle Rocca Sforzesca, ne divenne direttore e prosegui la sua opera.
In occasione della sagra di Soncino, la seconda domenica di settembre, diede vita, agli inizi  degli anni sessanta,  al premio di Pittura “Francesco Galantino”, storico locale e abile pittore.

Alla scomparsa del professore la Pro Loco inserì il Premio di pittura fra le attività legate al “Settembre a Soncino”. 

Nel 1970 Enea ottenne il titolo di “Soncinese dell’anno” per “la preziosa opera di direttore della Scuola di disegno”.

Morì nel suo paese natale il 6 agosto 1972.

Oggi a Soncino sono dedicate all’artista una via a nord-ovest del borgo e la piazza antistante l’entrata della Rocca.

Dice di Lui il suo allievo Angelo Frosio, artista e Presidente della Scuola d’arte Bergognone di Lodi:

Tutti abbiamo bisogno di maestri. Il maestro rappresenta il legame con il passato e con le misteriose origini dell’opera d’arte che si perdono nelle nebbie di un passato remotissimo, ma al tempo stesso la proiezione verso il futuro, incarnato dall’allievo.

Forse il vero mistero dell’arte è proprio nella relazione tra la tradizione e la tecnica da un lato, e l’innovazione e la rottura degli schemi dall’altro. Presso il Museo della Stampa di Soncino, una mostra retrospettiva traccia il percorso artistico di un mio grande maestro, Enea Ferrari, figura cardine di tutta l’arte del Novecento e artista il cui grande carisma ha influenzato profondamente la mia formazione artistica durante i corsi d’arte tenuti al Castello  (al tempo tutti chiamavano Castello la Rocca).

Nelle sue prime lezioni, Enea, pur basandosi su un accademismo classico, incoraggiava approcci interdisciplinari a 360 gradi, sostenendo che “la dimensione creativa non ha confini”.
A Soncino, la scuola del Castello rappresentava una realtà originale ed unica nel raggio di decine di kilometri, Enea usava la spatola come Michelangelo lo scalpello, e questa sua libertà di cimentarsi in tecniche innovative mi colpì profondamente.

Nella sua figura complessa e a tratti frastagliata intravedevo una sintesi potente e a tratti problematica: Enea “cÞÉapi” si ergeva come il maestro delle nostre tradizioni, capace di valorizzare i nostri difetti e le nostre virtù, ma al tempo stesso una potentissima necessità stilistica personale lo spingeva a esplorare ogni possibilità artistica innovativa e a spronare i suoi allievi a fare altrettanto.

A Enea devo una delle lezioni più grandi che mi hanno segnato come uomo e come artista: l’arte non è un oggetto, un prodotto esclusivo di elites colte e privilegiate, ma un processo plasmato dal carisma e dal talento umani a disposizione di tutti quelli che hanno il coraggio di cimentarvisi.

Questa esposizione dedicata a Enea Ferrari rappresenta un evento prestigioso che, in un momento storico complesso, aggiunge un valore inestimabile a Soncino già conosciuto nel mondo perché nel xv secolo fu stampata la Prima Bibbia Ebraica completa di accenti e vocali e per aver dato i natali a Piero Manzoni.

L’ esposizione rimarrà aperta al pubblico fino all’ 8 settembre 2024 secondo gli orari del Museo della Stampa: dal Martedì al Venerdì dalle ore 10,00 alle ore 12,30, Sabato Domenica e Festivi dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 19,00; nei giorni feriali è possibile, su prenotazione, la visita anche il pomeriggio telefonando allo 0374 83171 o scrivendo a: info@museostampasoncino.it.