ENRICO FACCIO E ART MORIS IN MOSTRA DA MION DESIGN

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Una scultura di Faccio

NEGRAR (VR). Incontri d’arte è una la rassegna espositiva che coinuga arte contemporanea e arredamento promossa da Luca Mion nei locali di Mion Design (Strada del Recioto 12/a). Fino al 12 giugno si possono ammirare i lavori dello scultore Enrico Faccio e del pittore Moris Art.

Queste alcune note di presentazione dei protagonisti di questa iniziativa culturale.

Enrico Faccio, classe 1976, si diploma perito meccamico all’ I.T.I.S G. Ferraris a Verona. Autodidatta, costruisce il proprio bagaglio culturale in Italia e all’estero, sviluppando le basi dell’arte del ferro battuto, creandone una propria interpretazione. Dalla passione per la scultura scaturisce il desiderio di esprimersi, dando voce alla propria anima. L’opera nasce dal bisogno di interagire con le persone e il mondo che lo circonda, nello sforzo di migliorare se stesso. Essa raffigura un insieme di meccanismi, che, una volta in movimento, identificano i comportamenti dell’essere umano, della creatura viva. Nel 2013, in occasione di una mostra itinerante, esegue un tappeto in ferro intrecciando del ferro tondo come una vera e propria maglia. Il risultato è una particolare superficie che si presta egregiamente alla realizzazione di sculture e oggetti di design caratterizzati dall’originalità della superficie stessa. Partecipa a numerose mostre di ferro battuto in Italia e all’estero, conseguendo significativi riconoscimenti. Attualmente è iscritto alla Società Belle Arti Verona.

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Uno scorcio della mostra

Sin da bambino Maurizio, Art Moris, nato in Francia da genitori veronesi emigrati nelle Ardenne nei primi decenni del ‘900, e rientrati in Italia solo 6 anni dopo la sua nascita, sente l’urgenza di entrare “dentro” la realtà e di darne una sua rappresentazione attraverso colori, forme e dimensioni. Un giorno, Maurizio, dopo aver abbandonato il lavoro per dedicarsi alla sua passione, vede finire il proprio matrimonio, e si ritrova per strada a Negrar, solo e senza casa. Sembra il momento più basso della sua vita. Eppure, sempre in quel giorno, accade qualcosa di decisivo. Maurizio prende il suo cavalletto, lo posiziona e dipinge la piazza del mercato del paese. Da quel momento in poi tutta la sua vita si concentrerà esclusivamente sulla pittura che, oltre alle sue giornate, occuperà quasi per intero anche la sua macchina, diventata ormai la sua unica casa. Sul suo sedile Moris mangia e dorme: tutto il resto dell’auto è occupato dai materiali dell’artista.
Dopo i primi tempi passati a Negrar, il freddo lo costringe a spostarsi verso temperature più miti e si trasferisce prima a Bardolino e poi a Lazise. Qui dipinge “en plein air”, come gli impressionisti francesi di fine ‘800, vende quadri ai turisti e lì, per strada, conosce qualche privato per il quale fa delle opere su commissione. Nel 2008 Si reca nelle Ardenne, Si ferma dove si sente ispirato, e resta lì, per alcuni giorni, finché il pennello non decide di fermarsi. Mangia solo a colazione e a cena, quello che trova nel piccolo
frigorifero infilato ordinatamente in macchina. La sera, poi, si corica sul suo sedile, e il mattino il
ritorno della luce lo riporta a desiderare di lavorare sui colori e di ricrearli sulla tela. Il tour
nelle Ardenne si è concluso con una mostra dei suoi quadri nella chiesa di Charleville, suo paese natale, e le vendite sono andate talmente bene che ha potuto lasciare la macchina per acquistare il furgone che è la sua casa ancora oggi. A questo primo tour ne sono poi seguiti altri, tra cui quello della Mose Argonne, quello della Senna e della Dordogna. Nel 2017 ha girato e dipinto in Valpolicella e nel 2019 ha fatto un mini-tour in Lessinia. È un uomo che non si è arreso, Moris, e che sa raccontare quanta forza possono avere i sogni. Tutto ciò che chiede è di continuare a dipingere e di poter vendere le sue opere per permettersi di
ricomprare il materiale che serve per dipingerne altre.

CREDITS. Testo e foto: courtesy of Luca Mion.