FINESTRE SUL MONDO: LO SGUARDO ARTISTICO DI PAOLO GOTTI AL MUG

Uno scatto di Gotti, fonte: press kit uf stampa I. Guzman

BOLOGNA. Fino al 28 febbraioMUG – magazzini generativi presenta un excursus tra gli scatti più significativi che il fotografo bolognese Paolo Gotti ha realizzato in quasi 50 anni di esplorazioni attorno al mondo. La mostra dal titolo FINESTRE SUL MONDO include oltre 30 opere fotografiche di grandi dimensioni, tratte dal monumentale repertorio di oltre 10.000 immagini realizzate da Paolo Gotti in oltre 70 paesi: dal Niger alla Cina, da Haiti al Brasile, e ancora il Messico e il Guatemala, il Nepal, Ceylon e le Maldive, l’Indonesia. Suggestioni internazionali – naturali, culturali, geografiche – che compongono il grande “atlante visivo” che da decenni Paolo Gotti va componendo con la sua fedele Nikon. In mostra sono rappresentati non solo i paesaggi e i visi delle persone che Gotti ha incrociato dal 1974 a oggi, ma soprattutto emerge evidentissimo lo sguardo del fotografo, convinto che la destinazione non esista senza il percorso.    

MUG – Magazzini Generativi nasce nel 2021 grazie al contributo di Emil Banca, dalla riqualificazione di un ex magazzino di oltre 1700 metri quadrati, riconvertito in una smart working area per imprese, organizzazioni del terzo settore, startup e talentiPer il suo primo evento espositivo, la curatrice Licia Mazzoni ha interpretato le opere fotografiche di Paolo Gotti come veri e propri “varchi aperti su paesaggi, architetture, culture e umanità differenti”. Scorci meravigliosi di angoli del pianeta così distanti da noi, visioni di natura incontaminata o popolata di umanità che è ancora più importante ritrovare in questo periodo così difficile, in attesa di ritrovare la libertà di muoversi e viaggiare con serenità. 


FINESTRE SUL MONDO
 include oltre 30 opere fotografiche di grandi dimensioni, tratte dal monumentale repertorio di oltre 10.000 immagini realizzate da Paolo Gotti in occasione dei suoi numerosi viaggi che hanno interessato oltre 70 paesi nei cinque continenti: dal Niger alla Cina, da Haiti al Brasile, e ancora il Messico e il Guatemala, il Nepal, Ceylon e le Maldive, l’Indonesia, gli USA, il Canada, la Thailandia, i Caraibi, la Malesia, lo Yemen, il Venezuela, le Filippine, Cuba, l’India, il Cile, la Bolivia, l’Islanda, l’Australia, la Colombia. Suggestioni internazionali – naturali, culturali, geografiche – che seguono il filo conduttore del grande “atlante visivo” che da decenni Paolo Gotti va componendo con la sua fedele Nikon. In mostra sono rappresentati non solo i paesaggi e i visi delle persone che Gotti ha incrociato dal 1974 a oggi, ma soprattutto emerge evidentissimo lo sguardo del fotografo, mai disincantato ma sempre curioso ed entusiasta, convinto che la destinazione non esista senza il percorso e che il viaggio più bello sia quello che bisogna ancora compiere.

Oltre alle opere da esporre in parete, sul grande schermo installato nella gradinata centrale saranno proiettati i video che compongono una narrazione ancora più completa e descrittiva dell’opera dell’artista.Paolo Gotti nasce a Bologna e si laurea in architettura a Firenze, dove frequenta il Centro di studi tecnico-cinematografici. Nel 1974 sceglie l’Africa come meta del suo primo vero viaggio: con la sua vecchia Land Rover attraversa il Sahara fino al Golfo di Guinea in Costa d’Avorio, per poi fare ritorno in Italia dopo quasi 5 mesi a bordo di un cargo merci. In seguito a questa avventura, che lo segna profondamente, dopo varie esperienze nel campo della pubblicità e una maturata esperienza nello still life, si dedica sempre più al reportage. Gira il mondo con la sua Nikon per immortalare persone, paesaggi e situazioni che archivia accuratamente in un gigantesco atlante visivo, da cui nascono le sue serie fotografiche. L’obiettivo della sua macchina fotografica cattura i paesaggi di oltre 70 paesi tra cui Niger, Cina, Haiti, Brasile, Messico-Guatemala, Nepal, Indonesia, USA, Canada, Thailandia, Malesia, Yemen, Venezuela, India, Cile, Bolivia, Islanda, Australia, Colombia, Cuba. È stato protagonista di numerose mostre personali tra cui Segni e culture, Institut Français de Naples a cura di Almerico de Angelis; Da Bologna per l’Unicef, Aeroporto G. Marconi, Bologna; Fuoco, Rocca di Cento, Ferrara; Alle origini della terra, Sala delle Colonne, Emil Banca; Stories. Viaggio tra fotografia e letteratura, Teatro Duse, Bologna; Cina 1978, Galleria Minerva, Padova. Dal 1996 al 2002 lavora per il Consorzio Alta Velocità Emilia Toscana realizzando le fotografie che ritraggono l’avanzamento dei lavori. Nel 2019 vince il Premio UVA dell’Università di Verona come Senior Photographer.

FONTE. Testo e foto, inseriti al solo scopo di presentare l’evento: press kit Ufficio stampa I. Guzman.