CREMA. Con la mostra Foppa, i Macchiaioli e l’arte del Novecento. Opere dalla Collezione Stramezzi, prosegue l’attività espositiva del Museo Civico di Crema e del Cremasco.
La rassegna, curata da Alessandro Barbieri e Francesca Moruzzi, è prodotta dal Museo di Crema e costituisce il momento di presentazione degli straordinari dipinti acquisiti dall’istituzione culturale cittadina a fine 2021 grazie alla generosità degli Eredi di Marina Stramezzi e al sostegno di Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona e Associazione Popolare Crema per il territorio Banco BPM.
La mostra si focalizza su una sessantina di opere provenienti da quella incredibile raccolta di capolavori che fu la collezione di Paolo Stramezzi conservata presso villa La Perletta in Crema.
A Paolo Stramezzi (Moscazzàno, 1884 – Cannes, 1968) va, innanzitutto, riconosciuto il pregio di aver istituito presso la sua dimora uno dei salotti culturali più autorevoli e in vista del Nord Italia, arredandone le pareti con un numero così elevato di opere d’arte da poter fare concorrenza ai più prestigiosi musei nazionali.
Egli fu un fine amante e conoscitore dell’arte, mecenate e grande collezionista. Si narra che tra le mura della sua residenza siano transitate nel corso della sua vita più di un migliaio di dipinti. Alla base di questa consistente raccolta stanno anni di fitti rapporti intessuti con gli artisti, con gli antiquari ed esperti d’arte dai quali Paolo seppe sempre farsi ben consigliare. La sua non era certo una collezione statica, tutt’altro, era viva, dinamica e sempre in divenire, ordinata e arricchita per oltre mezzo secolo con acquisti, vendite, permute e scambi.
Una raccolta privata, la sua, selezionata seguendo il proprio gusto personale che seppe anticipare anche certe evoluzioni stilistiche e collezionistiche dell’arte italiana, come il forte interesse per i cosiddetti pittori Macchiaioli dei quali Stramezzi fu uno dei maggiori collezionisti.
L’esposizione è pensata in tre sezioni: un omaggio al collezionista, le opere comprese fra il Quattrocento e Ottocento e la parte dedicata alla pittura novecentesca.
Accoglieranno il visitatore due grandi ritratti posti in garbato dialogo: il Ritratto di Giuseppe Maria Perletti del pittore cremasco Angelo Bacchetta (Crema, 1841 – 1920) e il Ritratto di Paolo Stramezzi del pittore bergamasco Luigi Brignoli (Palosco, 1881 – Bergamo, 1952). Al primo spetta il merito dell’ideazione della grande villa immersa in uno splendido parco: La Perletta. Al secondo l’aver restaurato e allestito questa dimora con una collezione tanto straordinaria da assumere tratti quasi leggendari.
Nella seconda sezione il percorso espositivo, seguendo un ordine cronologico, prende il proprio avvio con la raffinata Annunciazione con san Girolamo penitente attribuita al padre del Rinascimento lombardo Vincenzo Foppa (Brescia, 1427/30 – 1515/16). Si tratta di una tavola grande suggestione, così come è di grande impatto la copia della notissima tavola di Leonardo da Vinci rappresentante Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino (Sant’Anna Metterza) oggi conservata presso il Museo del Louvre.
Segue un gruppo di cinque opere fiamminghe la cui esecuzione è collocata fra il XVI e il XVII secolo: fra queste spiccano due ritratti realizzati da David Teniers il Giovane (Anversa, 1610 – Bruxelles, 1690) e una Scena bucolicadi Nicolaes Berchem (Haarlem, 1620 – Amsterdam, 1683).
Il nucleo fondante della seconda sezione appartiene all’Ottocento, il periodo prediletto dal collezionista. Fra le opere esposte vanno segnalati senz’altro una Veduta di Firenze, ritenuta opera non finita dell’inglese Joseph Mallord William Turner (Londra, 1775 – Chelsea, 1851) e ben nove dipinti appartenenti agli amati Macchiaioli. Di questi ritroviamo due opere di Giovanni Fattori (Livorno, 1825 – Firenze 1908), il maggior esponente di questo movimento, una di Giuseppe Abbati (Napoli, 1836 – Firenze, 1868) e sei di Raffaello Sernesi (Firenze, 1838 – Bolzano, 1866), il più giovane del gruppo. Chiude il XIX secolo un suggestivo Autoritratto con la figlia Marion del bavarese Franz Von Lenbach (Schrobenhausen, 1836 – Monaco di Baviera, 1904), apprezzato ritrattista di celebri personalità della sua epoca. Affiancano quest’ultima opera due curiosi bozzetti: si tratta di disegni preparatori del cremasco Eugenio Giuseppe Conti (Crema, 1842 – Milano, 1909), eseguiti come studio per la decorazione delle volte di alcune cappelle laterali della chiesa di San Giacomo Maggiore a Crema.
Nella terza sezione della mostra dedicata al Novecento sono proposti numerosi dipinti di pittori che Paolo Stramezzi ebbe modo di conoscere, apprezzare e acquistare come assiduo frequentatore delle più celebri esposizioni e rassegne d’arte nazionali: la Biennale di Venezia, la Biennale di Brera, la Permanente di Milano e la Quadriennale di Roma.
Come esempi tra le opere di artisti italiani saranno esposti Campagna veneta di Francesco Sartorelli (Cornuda, 1856 – Udine, 1939); Autoritratto di Arturo Rietti (Trieste, 1863 – Fontaniva, 1943); Ritratto di bambina di Maria Vinca (Milano, 1878 – Venezia, 1939); Ritratto del signor Obert e Ritratto di donna di Guido Tallone (Bergamo, 1894 – Alpignano, 1967); Ritratto di giovane donna di Giovanni Brancaccio (Pozzuoli, 1903 – Napoli 1975); Uliveto e Parigi di Giovanni Malesci (Vicchio, 1884 – Milano, 1969); un disegno di Giacomo Manzù (Bergamo, 1908 – Aprilia, 1991) raffigurante una Crocifissione con papa Giovanni XXIII. Mentre tra gli stranieri: Laguna con Santa Maria della Salute di Georg Sauter (Markt Rettenbach, 1866 – Brannenburg, 1937); Osteria bretone di Hermenegildo Anglada Camarasa (Barcellona, 1872 – Pollença, 1959); Paesaggio di Orazì (Parigi, 1906 – 1979).
L’esposizione termina con Il Serio del cremasco Gianetto Biondini (Crema, 1920 – 1981) e con tre disegni dello stesso autore che, ritraendo tre diverse prospettive di villa La Perletta, chiudono il cerchio tematico della mostra.
La mostraè accompagnata da un catalogo, a cura di Alessandro Barbieri e Francesca Moruzzi, realizzato dalle Edizioni Museo Civico Crema.
In esso alcuni testi dedicati alla storia della collezione e del collezionista Paolo Stramezzi introducono una presentazione delle opere esposte: un catalogo che, in questa prima fase di studio fornisce le coordinate essenziali per lasciare al futuro ogni approfondimento scientifico.
Laddove possibile, incrociando le notizie ricavate dalla lettura di iscrizioni e cartellini riscontrati sulle opere stesse con le informazioni desunte dagli elenchi della collezione stilati dallo stesso Paolo Stramezzi (Fondo Paolo Stramezzi), si è cercato di approfondire le vicende collezionistiche dei dipinti, incrementando le indicazioni con dati relativi alla provenienza e a passate esposizioni delle opere. Queste informazioni faranno certamente del catalogo uno strumento prezioso dal quale partire per ogni possibile studio di dettaglio.
FONTE. Testo e foto, inseriti al solo scopo di presentare l’evento: press kit Sara Zolla, Ufficio stampa e comunicazione