GALILEO CHINI: ANTOLOGICA IN DUE SEDI CON OLTRE 120 OPERE

Un’opera di Galileo Chini Ph Lorenzo Moreni

SALSOMAGGIORE TERME. In occasione del centenario delle Terme Berzieri, lo stabilimento simbolo della celebre cittadina parmense oggi al centro di un accurato restauro, l’amministrazione comunale promuove, fino al 17 settembre, una mostra retrospettiva dedicata a Galileo Chini. Fra i maggiori pittori e decoratori italiani dell’inizio del secolo scorso, nacque nel 1873 a Borgo San Lorenzo, in Toscana.

Trascorre una parte significativa della sua giovinezza a Firenze, dove studia all’Accademia di Belle Arti.  L’esposizione allestita a Salsomaggiore, si sviluppa in due sedi: la Corte Civica Tommasini e l’ex Grand Hotel Des Thermes, ovvero l’attuale Palazzo dei Congressi.

Si tratta di ben 120 pezzi  e una serie di video che ripercorrono efficacemente l’iter compositivo del maestro, fra i protagonisti assoluti dell’Art Decò, di cui fu anche “teorico”, con una serie di scritti,  come documentano anche le numerose commissioni che lo hanno portato a lavorare in luoghi alquanto prestigiosi, eseguendo cicli decorativi davvero suggestivi, come quello al del Caffè Giubbe Rosse di Firenze.

«Al Berzieri – spiega il curatore Valerio Terraroli – l’intelligenza creativa e inesausta di Chini ha creato un sogno esotico, più simile al palazzo di un sultano che non a un luogo di cura. In quel palazzo di sogno che è il Berzieri si inanellano e si sovrappongono, senza soluzione di continuità, simboli e iconografie cinesi e siamesi, con forme geometriche e apparati decorativi secessionisti distribuendosi in un continuum organico: dalle decorazioni parietali alle vetrate, dai pavimenti musivi ai ferri battuti”. 

«Le Terme Berzieri, aggiunge la co-curatrice Maurizia Bonatti Bacchini sono «una cattedrale del termalismo europeo, un lascito architettonico che ha forgiato la città termale conferendole il carattere della spettacolarità: per queste scenografie urbane l’artista fiorentino ha ripercorso, in una sorta di racconto antologico, esperienze di decoratore, allestitore e scenografo». 

La rassegna, intitolata “Oro e argento”, annovera dipinti, alcuni di dimensioni ragguardevoli, disegni, e oggetti in ceramica, quest’ultima fra le predilette da Chini, scomparso nella città del Giglio nel 1956. Molto interessante è anche la selezione di opere inedite e il catalogo, edito da edito da 24 Ore Cultura, che accompagna i visitatori durante la visita.

L’antologica è visitabile da mercoledì a venerdì dalle ore 16.00 alle ore 19.00, sabato, domenica e festivi dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00. Info cliccando qui

SIMONE FAPPANNI