
BRISTOL. Torno con piacere ad occuparmi di Game changer, la famosa opera di Banksy. In questi giorni è stata battuta all’asta da Christie’s per 16,75 milioni di Sterline (19,45 milioni di Euro). Il ricavato è stato devoluto al servizio sanitario inglese.
Vorrei ricordare come ho avuto l’onore di poter presentare, in queste pagine di Art is line, l’eccezionale lavoro.
Da diverso tempo mi stavo occupando di come i grandi artisti, sia italiani che stranieri, che hanno interpretando situazioni e stati d’animo derivanti dalla diffusione della pandemia.
Se avete tempo e voglia, scorrendo le pagine del Blog trovate articoli su TvBoy e The Rebel Bear, nonché su Nello Petrucci, Vanni Cuoghi, Franco Rivolli, Claudia la Bianca, Mario Vespasiani, questi ultimi con interviste che mi hanno generosamente concesso.
Allora ho tentato il colpo impossibile: chiedere a Banksy , il misterioso, grande artista inglese, di poter parlare della sua opera Game changer, dedicata ai sanitari, veri “combattenti” schierati in prima linea contro il virus. L’ho fatto tramite il suo sito ufficiale. E, incredibilmente, ho ricevuto una risposta. A onore del vero la mail non è firmata direttamente da lui, ma comunque proviene, come dicevo, dal suo Official Web Site. Quindi un “It’s fine” (Va bene) a tutti gli effetti.
Unica condizione richiesta, peraltro assolutamente legittima, quella di apporre l’accredito dell’immagine. Quello che in gergo, per capirci, viene chiamato “Credit”. Richiesta che, naturalmente, sono stato ben contento di soddisfare. Lo faccio sempre, figuriamoci stavolta che ho un “via libera” così importante.
E allora eccomi qua, pronto e comprensibilmente emozionato, a parlarvi di Game changer.
Come di consueto l’immagine è particolarmente efficace: un bambino in ginocchio gioca con una bambola che raffigura un’infermiera con mascherina e mantello, mentre accanto a lui, in un cestino, ci sono i pupazzi di Batman e Spiderman.
Da notare è l’espressione, meravigliata e assorta, del piccolo nei confronti di questo suo nuovo “eroe”, che maneggia con estrema cura, la stessa – ci viene da pensare – che per assonanza hanno riservato, e continuano, a riservare gli operatori sanitari nei confronti dei pazienti, mettendo persino a rischio la loro incolumità.
L’opera vuole essere un omaggio, come si diceva, ai sanitari che sono diventati, nell’immaginario collettivo, i nuovi supereroi.
Il volo alto dell’infermiera-eroina è dunque assolutamente simbolico: l’andare oltre gli ostacoli, superare le barriere con una straordinaria forza di volontà e abnegazione nel fare il proprio lavoro, il proprio dovere quasi fosse una “missione laica”.
Prima del passaggio in asta, il lavoro è stato esposto al Pronto soccorso dell’ospedale di Southampton accompagnato da una dedicata dello stesso artista: «thanks for all you’re doing. I hope this brightens the place up a bit, even if its only black and white». Ovvero: «grazie per tutto quello che fate. Spero illumini un po’ il posto, sebbene sia solo in bianco e nero».
In effetti, anche se l’opera è in bianco e nero, palesa una indiscutibile forza espressiva, la stessa che si ritrova in ogni suo pezzo.
Per ammirare le opere dell’artista inglese suggerisco di consultare i suoi canali ufficiali: WEB: https://www.banksy.co.uk/ ISTAGRAM https://www.instagram.com/banksy/ Bansky, Game changer (Courtesy https://www.banksy.co.uk/)