BIOGRAFIA. Gianfranco Favaro nasce a Crema nel 1953. Metalmeccanico prima, si diploma perito industriale e lavora come disegnatore tecnico. Il contatto costante con fogli e strumenti del mestiere lo invoglia a cimentarsi in forme espressive più artistiche e personali. Alla sincera passione per la creazione pittorica si accompagnano lo studio da autodidatta e una sperimentazione incessante di tecniche, stili e soggetti.
Il cambio di occupazione, avvenuto nel 1995, gli permette di dedicare più tempo alla pittura: tra i turni che lo vedono impegnato come ausiliario socioassistenziale si collocano le lunghe ore passate a dipingere quei paesaggi alberati che, nel frattempo, dopo tanta ricerca, gli risultano il soggetto più congeniale. L’attenzione si concentra su rami innevati e manti di foglie autunnali, atmosfere naturali, ovattate e senza tempo immortalate con la macchina fotografica nelle campagne cremasche e poi fedelmente trasposte su tela tramite colori ad olio. Non mancano nella produzione artistica di Franco, esibita al pubblico in numerose mostre personali e collettive, quadri a china, ad acquerello, ritratti e scorci architettonici della città natale.
MOSTRA A CREMA. La locandina della mostra personale presso la Proloco di Crema (Piazza del Duomo 22) dal 13 novembre (inaugurazione ore 16) al 28 novembre 2021. Ingresso libero in osservanza delle vigenti norme anti Covid-19.
STILE. «Il poetico realismo di Gianfranco Favaro si nutre grazie a una straordinaria sensibilità verso la natura che il pittore coglie, con felice indole espressiva, nell’alternarsi ciclico delle stagioni e delle luci che le contraddistinguono.
Quella di Gianfranco è infatti una pittura essenzialmente contemplativa: i più diversi scenari vengono infatti trasposti sulla tela o su altri supporti con la volontà di mostrarne la bellezza infinita, inviolabile, tanto che pare ammantata da una dimensione fabulistica, pur senza mai essere meramente corsiva.
Al contrario Favaro si concentra sullo stupore che l’uomo prova osservando, e non solo guardando, ciò che la natura gli offre, declinando ogni tinta con certosina precisione secondo un gusto fiammingo dell’insieme che affascina già dal primo istante che gli occhi si posano sui suoi lavori.
Torna in mente quella lunga tradizione, mai interrotta, di cui il pittore cremasco è un eccellente interprete, che vuole porsi al di là dell’illustrazione delle “cose” propendendo, al contrario, per una più profonda ed efficace disamina delle stesse, che si traduce in una sorta di “moderno romanticismo” che si lega a una sorta di panteismo di chiara intonazione plastica.
Il paesaggio dipinto, così come gli scorci urbani – a cominciare dall’amata Crema – diventano quindi la metafora di una ricerca, sempre in divenire, che vuole esaltare l’essenza della forma e non la forma in quanto tale, ponendosi dinanzi al fruitore con un linguaggio pittorico diretto, privo di censure, e che pertanto risulta estremamente affascinante». (Simone Fappanni)
GALLERIA. Di seguito vengo proposte diverse opere appositamente selezionate dall’artista per questa mostra personale virtuale.