GLI “INCASTRI SOVRAPPOSTI” DI GENEROSO D’EGIDIO IN MOSTRA AL CAP

Generoso D’Egidio, Omaggio a Vasilij Arkhipov – 1997, courtesy of the Artist

CASTELVETRO P.NO. Continua la rassegna “Arte & Design” al Centro Arte Perini a Castelvetro P.no. Dal 19 marzo al 7 aprile gli spazi di Località Ponte 7 ospitano la mostra personale di Generoso D’Egidio dal titolo “Incastri sovrapposti”.

«Il simbolismo mimetico che ammanta le suadenti opere del pittore – spiega il curatore, Simone Fappanni – s’incardina, precipuamente, in un complesso quanto affascinante percorso espressivo che si nutre di una profonda quanto intrigante riflessione sull’esistenza. Mai banale o fragilmente affabulatorio, il linguaggio mimetico dell’artista cremonese, lasciando da parte superflui chiasmi, si concentra su una concatenazione dinamica e osmotica di emozioni che si dipanano in una articolata meta-narrazione che possiede il rarissimo dono dell’evocazione.

Ciò si deduce già a una prima ricognizione dei suoi lavori, dove s’incastonano perfettamente elementi a volte solo apparentemente distanti, creando sulla tela una simbologia tutta da decodificare.  

E sta proprio in questo, nella decodifica dell’immagine pittorica, la seduzione più profonda dei suoi oli che creano brillanti atmosfere tattili e tonali attraverso una matericità ascensionale, introspettiva, che ha in sé una continua ricerca sperimentale e prospettica, mai conclusa o esausta, che parte dall’anima e si rivela nella sua interezza senza aprioristiche censure andando a creare atmosfere sospese fra il sogno e la realtà in una dimensione sottilmente metafisica che ammanta l’intera quadreria».

L’artista accanto a una sua opera

La domanda alla base della sua ricerca è quella fondativa di un percorso originale all’incontro tra tradizione e avanguardia: “come coniugare la staticità dell’arte figurativa con il tempo interiore che nessun orologio misura?” D’Egidio ha così costruito una tecnica in cui le figure si incastrano l’una nell’altra, rafforzando la propria iconicità.

L’uso del colore omogeneo e senza sfumature è rispettoso della verità, se ne discosta soltanto per fare chiarezza. Alla profondità della scena viene sostituita la contemporaneità di piani e campi diversi, per far coesistere mondi e momenti lontani, ma non estranei. È questa la chiave di accesso all’immaginario di D’Egidio: ogni rappresentazione accosta forme e significati in un copione tutto da guardare, un film nel quadro.

Il percorso espositivo qui proposto è un’occasione per perdersi nella caccia al dettaglio, per ricostruire una pellicola che sembra ritirarsi per effetto di una fiamma.

I ritratti, a volte riconoscibili in personaggi storici, altre volte raffiguranti abitanti di terre povere, rivelano la forza e la dignità di vite che non si vogliono dimenticate. I paesaggi stabiliscono connessioni simboliche tra loro e con le figure con le quali si intrecciano e si specchiano. Poi ci sono le inquadrature ampie, attimi volanti di antiche tradizioni come il torneo giapponese dalle mille bandiere.

Elementi ricorrenti delle opere di D’Egidio sono, da una parte, la fascinazione per l’Oriente, la cui estetica ha influito su un linguaggio pittorico così caleidoscopico; dall’altra, le frequenti incursioni nel dipinto del mondo animale, che rafforzano un senso di esotismo trasversale all’intera produzione.

La mostra invita a imbarcarsi in un viaggio alla ricerca di un tempo perduto la cui unità di misura sono le emozioni. Perché, come anche nel cinema, il vero obiettivo è la coscienza.

La rassegna, accompagnata da una brochure, è visitabile gratuitamente, nel rispetto delle norme anti Covid-19, da lunedì a sabato dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.30, giovedì solo al pomeriggio. Per informazioni, fappanni71@gmail.com.

La locandina della mostra
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