GLI URBANI: SCULTURE DI MICHELA GROSSI IN MOSTRA A CREMA

Un’opera di Michela Grossi (courtesy of the Artist)

CREMA. Le sale della Pro Loco di Crema (Cremona) ospitano, fino all11 luglio, la mostra personale della scultrice Michela Grossi dal titolo “Gli Urbani”.

Nella presentazione, Fausto Lazzari fa osservare che: “il fare arte per Michela Grossi è soprattutto una profonda necessità, legata al bisogno di dialogare con il mondo, sia quello reale, fatto di terra, aria e acqua, sia quello onirico, vissuto nelle percezioni surreali, ma anche e soprattutto con un mondo sociale, intriso di quotidiane fatiche, limiti drammatici e disarmanti gioie. Non è difficile individuare una matrice espressionista nelle sue scelte artistiche, un espressionismo che possiamo collegare alla splendida scena pittorica della Germania degli anni ’80, quando si “imposero” all’attenzione del mondo quei Neo Espressionisti, che vennero individuati come Neue Wilden, i “Nuovi Selvaggi”, presentando la loro “pittura ribelle” ispirata però all’attualità quotidiana. Altre tracce e spunti importanti di questa determinazione espressiva che risalta nelle opere di Michela Grossi si possono riscontrare nel linguaggio di alcuni movimenti artistici dei primi anni del 900, come quelli del “Cavaliere Azzurro” di Wasilij Kandinskij e Franz Marc, dopo il Die Brücke fondato a Dresda nel 1905, che riscopriamo in Michela soprattutto attraverso l’uso del colore e di un inconfondibile ed energico tratto grafico. A creare intensi legami con questo emozionante passato, patrimonio indiscusso della storia dell’arte, oltre al carattere grintoso del segno e della manualità, si evince lo scopo della ricerca artistica di Michela, scopo che possiamo individuare nel rinnovamento dello spirito, anche come importante obiettivo sociale. E’ una sorta di lotta contro uno sterile naturalismo, a favore di una liberazione delle forme e verso l’affermazione di valori più puri e spirituali; verrebbe da dire soprattutto, popolari. Sì, perché elementi di folklore, insieme alla stilizzazione decorativa e alle contaminazioni fauviste e surreali di matrice espressionista, ci conducono nei nervosi percorsi visivi delle opere di Michela, generando un sodalizio spregiudicato tra un “espressionismo realista”, anche crudo e pervaso di temi sociali e contemporanei, insieme a un marcato lirismo aperto alla poesia e alla riscoperta di forze interiori.

Ma l’artista affronta anche il tema dell’effetto psicologico del colore e delle forme, soprattutto nelle composizioni tridimensionali, dove la terracotta diventa banco di prova per assumere altre sembianze, avendo bisogno di esprimere un’arte visionaria che trascende il mondo fisico per fornire una più ampia visione tra intelletto e cuore. Non fatichiamo a trovare tracce indelebili di quell’arte visionaria che ci rimanda a Salvador Dalì, a Max Ernst, un’arte che trascende il mondo fisico e costruisce una visione più ampia, soffermandosi con amore sulle fragilità umane, nel desiderio di fuga dal reale, di consapevolezze spirituali spigolose quanto romantiche. In tutto questo si percepisce anche un obiettivo specifico che, attraverso l’arte, si fa filosofia: alla ricerca di valore da attribuire a spazi ancora ignoti, al di là della loro rappresentazione, in un viaggio che va ben oltre gli elementi realistici, in equilibrio tra metafisica ed esperienze sensoriali”.

La mostra si può visitare 9,30-12,30 – 15,30-18,30.

CREDIST. Foto e testo, courtesy od Artist