ADDIO A GIORGIO MORI: L’ARTISTA SI È SPENTO A 93 ANNI

Il professor Giorgio Mori (1930 – 2024)

CREMONA. Si è spento a 93 anni il professor Giorgio Mori, decano dei pittori cremonesi. Ha insegnato a dipingere a più di una generazione di artisti con la sua immensa passione e competenza, ma anche con i suoi modi gentili e affabili, quasi paterni.

Autore di oli e acquerelli, in cui trionfano le sue inconfondibili figure, si è dedicato, con uguale impegno anche a paesaggi, composizioni e a tanti altri soggetti.

«Però – mi ha detto durante una visita al suo studio nel cuore della città del Torrazzo, popolato da centinaia di quadri, tutti rigorosamente disposti in perfetto ordine e catalogati in modo inappuntabile dal maestro – qualche tempo fa un critico mi ha fatto arrabbiare: è stato scortese con una mia modella».

Eh sì, perché il professore, come ripeteva spesso, ha bisogno di avere davanti a sé una persona in carne ed ossa per dipingere.

Anzi, quando ha iniziato a dare lezioni è stato fra i primi, a Cremona, a volere sempre una modella in studio per la “ritrarla dal vero”.

Per lui hanno posato anche donne famose, come la presentatrice e ballerina Roberta Lanfranchi che, come chiunque abbia a che fare con Giorgio, ha un particolare affetto, ricambiato, per il “prof”.

“La Robertina”, come la chiamava con dolcezza Mori, è stata spesso dipinta con svariati tutù e in varie pose, in ossequio a un’arte, quella della danza, magnificata dai capolavori di Edgar Degas e di altri eccellenti interpreti.

Il critico Simone Fappanni e il professor Giorgio Mori in una foto dei primi anni Duemila

L’ultima volta che ci siamo visti, quando gli ho detto che stavo preparando una mostra con opere aventi come soggetto o tema il mare, mi ha dato subito la disponibilità a partecipare con un suo lavoro.

Naturalmente non ci pensavo nemmeno a invitarlo anche se, per qualche tempo, sono stato fra i fortunati a ricevere le sue famose “cartoline acquerello” dai luoghi di mare in cui villeggiava, piccoli lavori dal grande fascino. Un po’, dentro di me, però ci speravo.

Sicuramente essendo noto ovunque e avendo fatto un numero impressionante di esposizioni, Mori non ha certo bisogno di arricchire il suo curriculum partecipando alla mia mostra.

Giorgio Mori, Ultimo raggio di sole sulla spiaggia, olio su tela

«Quindi, cerchiamo un quadro sul mare?», mi ha detto mentre ero ancora incredulo. E dato che mi ha visto ancora imbambolato, ha chiesto alla modella che stava posando per lui di aiutarlo a cercare una marina per la mia mostra. Detto, fatto.

E, dopo un lungo e piacevolissimo peregrinare fra gli scaffali, ecco il pezzo giusto: Ultimo sole sulla spiaggia. Come tutti i quadri di Mori, anche questo ha una storia.

L’olio su tavola è stato dipinto nel 1964 a fianco di un altro grande maestro della pittura italiana, nientemeno che Walter Lazzaro, “il pittore del silenzio”.

«Mentre gli altri prendevano il sole, io e lui dipingevamo vicini e parlavamo a lungo», mi ha detto, guardando attentamente la tavola. Il risultato è sorprendente, dato che sintetizza a pieno l’emozione che si prova quando il sole sta per calare e la spiaggia si spopola, gli ombrelloni vengono chiusi e le sdraio rimangono vuote. Il suono del mare, allora, si sente ancora più forte.

Ho ritirato il quadro con una certa emozione, tanto che quasi lo facevo cadere. Lui ha sorriso divertito e mi ha abbracciato con affetto.

L’artista nacque a Padova nel 1930, ma si presto trasferito all’ombra del Torrazzo, dove ha insegnato nelle scuole e ha tenuto corsi di pittura. Invitato a esporre in rassegne nazionali e internazionali, ha conseguito importanti premi e riconoscimenti. Ha allestito oltre una cinquantina di personali. Nel 1958 figura fra i fondatori dell’Associazione Artisti Professionisti, poi diventata Associazione Artisti Cremonesi, di cui ha ricoperto anche la carica presidente.

AUTORE: SIMONE FAPPANNI © RIPRODUZIONE DEL TESTO RISERVATA