CREMONA. Continua nel segno della pittura e della grafica il programma espositivo del Centro Pinoni. Il sodalizio di Largo Madre Agata Carelli 5 ospita, da domenica 12 (inaugurazione alle 17,30 con una performance teatrale) al 31 maggio la mostra personale di Martina Sacheli.
«Il suo percorso espressivo – spiega il curatore, Simone Fappanni – gravita attorno al corpo, studiato con perizia e attenzione nei suoi sommovimenti nel suo legame con la mente e con l’anima. Ne discende un percorso espressivo estremamente coinvolgente che si sostanzia in brillanti accensioni cromatiche e in particolari declinazioni meta-narrative.
In questa esposizione, in particolare, l’artista fonde diversi linguaggi. Si tratta, dunque, di un’arte autentica, capace di arrivare direttamente al cuore secondo un “racconto” per immagini in cui è facile e gradevole lasciarsi coinvolgere».
LE PAROLE DI MARTINA SACHELI…
Non riesco a definirmi con altro termine se non “Artista” non per una questione di vanto o superiorità verso qualcuno, ma perché l’Arte è sempre stato il mio salvagente e il modo più onesto e sincero con cui esprimere me stessa.
Sinestetica, ho scoperto il mondo del colore fin da piccola come strumento utile per descrivere i miei stati d’animo, i miei sogni, le mie paure, il mio sentire.
Sono sempre stata attratta dalle mille cose che è possibile fare con esso: giocare con le sue innumerevoli sfumature che creano armonie dolci e poetiche, oppure giocare con
i contrasti, esaltando i due lati di una stessa cosa…un pò come scoprire un essere umano con tutte le sue caratteristiche e le sue contraddizioni.
Disegno veramente da quando ho memoria e fin da subito la mia curiosità era rivolta
al CORPO: il suo modo di muoversi, di parlare senza voce, l’importanza che questo possiede sin dai primi giorni di vita.
Le MANI sono il mezzo che usiamo per scoprire il mondo fin da piccoli e per relazionarci con gli altri. E’ lo strumento più usato per fare tutto ciò serve, dalle cose più semplici come lavarsi i denti, a quelle più intime e segrete, come sfiorarsi i capelli quando ci piace qualcosa o qualcuno, oppure serrare il pugno per combattere un ingiustizia.
I PIEDI ci permettono di andare avanti, in tutti i sensi, di vivere in questo mondo frenetico rincorrendo il tempo, che non smette mai di scorrere.
Con i piedi ci sentiamo radicati, ci possiamo fermare per respirare un secondo e la cultura orientale ci insegna che sono un centro emotivo importante e non soltanto un mezzo.
Da sempre sono attratta sia dal corpo maschile che femminile nella sua interezza: le sue sinuosità, le sue imperfezioni, l’espressività di un movimento.
Spinta dal desiderio di comprenderne la natura, ho da sempre accompagnato la pittura alla studio della danza, cercando gli stili che più ne sviluppassero le vibrazioni.
Ma qualcosa mancava: La voce è parte del nostro corpo, parte non indifferente di quella ricerca che mi ossessionava e così mi sono concentrata sulla ricerca di un corpo-voce, che le accademie di Musical Theatre e d’arte drammatica mi hanno permesso di sviluppare, in diverse direzioni.
Pittura, danza e recitazione sono parte di un unico percorso che mi servono per comprendere più profondamente me stessa.
Ho iniziato ad esporre le prime opere 10 anni fa e in questi anni ho collezionato tante esperienze, in Italia ma anche all’estero, ma pochi effettivi risultati di vendita.
Questa Personale parlerà della mia fioritura artistica e dell’evoluzione inevitabile che ho vissuto in questi anni pieni di vita. Sono molto felice di poter mostrare un lavoro così introspettivo, dove “svelarmi” per ciò che sono oggi.
CORPI EMOTIVI
Svelarsi e Rivelarsi
In questa Personale saranno presentate le mie due principali collezioni, che dialogano, convivono e coesistono costantemente.
Una utilizza i media tradizionali ed in particolare l’olio su tela, mentre l’altra predilige il lavoro digitale e mantiene a tratti uno stile più illustrativo.
Sono una l’evoluzione dell’altra, perché entrambe indagano il corpo e il modo in cui veicola emozioni, ma la seconda introduce l’elemento naturale come strumento per rendere ancora più chiaro l’inevitabile mutamento della mia ricerca pittorica ed artistica.
INTIMI SIPARI
La prima collezione “INTIMI SIPARI” che presento in questa personale, è forse
una delle più rappresentative della mia ricerca.
Vengono rappresentati dei corpi, ognuno con la sua storia, spesso colta in
un momento…spesso non premeditato.
Per realizzare i miei lavori parto da fotografie che realizzo a modelli, amici,
chiunque abbia voglia di posare e sperimentare insieme a me.
E’ sorprendente la quantità di volte in cui parto con un’idea precisa e poi è il modell* che mi porta in tutt’altra direzione, semplicemente muovendosi e permettendomi
di cogliere in uno scatto quell’istante.
Allora mi si pone una domanda:
Cosa succede se cambiamo PUNTO DI VISTA?
E se una mano diventasse la protagonista di una rappresentazione, come cambierebbe il mio sentire?
Mi servo di prospettive insolite per accentuare questo senso di “cambio di punto
di vista”, visivo e metaforico: non soltanto prospettiva centrale ma anche dal basso,
per esaltare uno stato d’ansia, sottomissione, ricerca di libertà o grandezza, oppure dall’alto per enfatizzare la voglia di emergere, rialzarsi, a volte salvarsi.
Pian piano negli anni anche il valore dei colori ha cambiato significato, passando
da tinte più realistiche per il corpo e simboliche per lo sfondo, ad una colorazione
più simbolica nel suo insieme, dove anche le figure si tingono di questi colori,
armoniosi o contrastanti, che mi aiutano ad esaltarne l’espressività.
Ogni quadro è come un’INTIMA PERFORMANCE il cui palcoscenico è la tela.
I quadri che ho scelto rappresentano punti di svolta nella mia ricerca pittorica:
una direzione più simbolista per quanto riguarda le pose con il quadro “Guardami”,
che invita provocatoriamente ad andare oltre le prime impressioni e scavare nel profondo per conoscere davvero qualcuno.
“Let Me Be”, uno degli autoritratti a cui sono più affezionata perché rappresenta una chiave di Volta nel mio percorso: quattro corpi della stessa persona le cui mani sono protagoniste della composizione e raccontano un’evoluzione che si sviluppa in senso anti-orario.
Un corpo che nasce e si chiude su se stesso, inizia a sperimentare e scoprire il mondo incuriosito, si spaventa perché viene a conoscenza di tutte le cose belle ma anche delle difficoltà che comporta crescere e alla fine, armato di tutte le sue consapevolezze, si lascia andare alla Vita e si apre a ciò che verrà.
“Pop Freedom” parla di quanto sia difficile liberarsi dalle catene che la società ci impone: quanto devi pesare, come ti devi vestire, cosa devi pensare…E’ un corpo che cerca disperatamente di strapparsi via queste catene e proseguire in avanti, verso una vita più libera e più Sua.
Questo quadro è quello che ha segnato l’inizio del cambio di rotta sull’uso del colore, diventando puramente simbolico: non lascia spazio ai colori naturali della carne, ma si lascia avvolgere dai colori delle sue emozioni.
“Curiosità 1” e “Curiosità 2” indagano appunto l’essere curiosi: la stessa emozione studiata su un soggetto femminile e su uno maschile, che vivono il sentimento in modi diversi come giusto per loro natura, con movimenti e punti di vista simili ma anche distanti.
Possono convivere come dittico ma mantengono vita propria anche come singole entità.
“Parola” è stato uno dei quadri più studiati e ragionati degli ultimi tempi.
Racconta l’importanza di fare sentire la propria voce e della paura di dire ciò che realmente si pensa…ma anche del senso di liberazione che fare questo comporta.
Le tre donne sono legate dalla comune tinta sul rosa, perché rappresentano la stessa persona, ma variano leggermente: le due donne sullo sfondo, hanno tinte più fredde, perché bloccate dalla paura di esprimersi. La donna al centro invece viene investita da colori caldi che si fondono con le tinte rosa di base della donna. E’ colei che ha avuto il coraggio di parlare e di rompere il silenzio assordante in cui si trovava intrappolata.
M E T A M O R P H O S I S
La seconda collezione di questa Personale è relativamente recente e rappresenta un’evoluzione necessaria dei miei “Intimi Sipari”.
Da un paio d’anni ho cominciato a sperimentare anche con media digitali, soprattutto Procreate che si è rivelato un mezzo sicuramente efficace per velocizzare il lavoro ma anche per giocare con effetti più difficili da ottenere con i media tradizionali.
Parlo di “evoluzione” proprio perché le due collezioni dialogano in armonia:
partendo dalla ricerca sul corpo e la sua comunicazione non-verbale, ho aggiunto il rapporto con un elemento naturale, un fiore, un ramo, un arbusto…qualsiasi elemento che mi trasmetta la stessa energia vitale del corpo rappresentato.
Natura e uomo sono estremamente interconnessi:
viviamo in un pianeta che ci permette di respirare, di assaporare un senso di libertà e serenità, soprattutto quando siamo immersi nella natura.
Un mondo che non sempre rispettiamo, che spesso anzi diamo per scontato e trattiamo nel peggiore dei modi, pagandone le conseguenze.
La collezione quindi vuole indagare la forte similitudine che esiste tra
Madre Natura e l’essere umano e che ci lega indissolubilmente.
I quattro protagonisti di questa collezione sono:
“Self Love” è stato il primo di questa nuova collezione digitale.
Indaga sull’amore per sé stessi e l’importanza di conoscersi ed accettarsi per quello che siamo.
Come un bocciolo che sta per schiudersi, anche noi possiamo sbocciare solo quando accogliamo con dolcezza la nostra vera natura.
“Bloom” parla del fiorire dopo un periodo d’inverno; sollevarsi con fatica dopo le difficoltà ed aspettare una nuova Primavera emozionale.
“Spinosa” è una donna ruvida, che spesso viene fraintesa e che non sempre lascia entrare con facilità nuove persone nella sua vita: proprio come il fiore di un cardo, forse meno delicato e romantico degli altri, ma con una natura forte, che resiste alle peggiori intemperie e sa come difendere sé stesso, così anche la donna invita lo spettatore ad entrare in contatto con la sua anima ed andare oltre le semplici apparenze.
L’opera “Resilienza” porta il nome della mia parola preferita.
Una donna si aggrappa ad un filo di luce, lo stringe tra i pugni come fosse una spada scintillante. La prospettiva dal basso enfatizza il suo spirito combattivo e ci da un senso di grandezza…e così una donna e dei semplici papaveri, possono diventare sequoie giganti che circondano una guerriera ai nostri occhi.
Ho infine realizzato l’autoritratto più recente “My Metamorphosis”, che vuole essere un IBRIDO tra le due collezioni: un corpo che sta cambiando, che ha in sé diverse anime e si sente pronto a sbocciare.
Le mani sono protagoniste, protese verso lo spettatore in un gesto di pura e genuina apertura verso ciò che di nuovo la aspetta.
I colori ad olio e il punto di vista diverso dialogano con l’elemento naturale, in un’unica composizione.