IL DÉCO IN ITALIA AL FORTE DI BARD ATTRAVERSO 230 OPERE

Umberto Bottazzi, Circe, 1931, collezione privata, Roma (foto Arte Fotografica), press kit uf stampa della mostra, immagine inserita al solo scopo di presentare l’evento

BARD. “Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità” è il titolo della mostra che al Forte di Bard celebra il fenomeno che rivoluzionò anche l’arte italiana degli anni Venti del ventesimo secolo, nello stile e nel gusto di arti decorative, arti visive, architettura e della moda.

Il grande progetto espositivo, curato da Francesco Parisi, presenta fino al 10 aprile al monumentale complesso fortificato valdostano, in collaborazione con Silvana editoriale, 230 opere tra pittura, scultura, decorazioni murali, arti applicate, manifesti e illustrazioni che svelano l’evoluzione del Déco. Nove le sezioni allestite nelle sale delle Cannoniere e delle cantine della fortezza.

La mostra vuole restituire una sorta di fotografia di quanto si andava producendo in quegli anni. Esposte non solo le sfavillanti ceramiche firmate da Gio Ponti per Richard Ginori e le delicate trasparenze buranesi di Vittorio Zecchin.

Ma anche opere di pittura e scultura, connotate da quel gusto sintetico e lineare che caratterizzò una parte dell’arte italiana di quegli anni, come il pannello in ceramica di Galileo Chini che ornava il salone del padiglione Italia, il ritratto di Augusto Solari di Adolfo Wildt, le celebri ceramiche di Francesco Nonni e straordinari dipinti di Aleardo Terzi e Umberto Brunelleschi che segnarono il versante più illustrativo della pittura di quegli anni. In mostra anche gli studi preparatori per il grande arazzo del “Genio futurista” di Giacomo Balla (che ornava la scalinata del Grand palais).

AUTORE: MARCELLO TOSI