IL MUSEO DIOCESANO DI CREMONA: ALLA SCOPERTA DI UN SUGGESTIVO ITINERARIO TRA ARTE E FEDE

Sant’Agata, tavola, part. (foto Elisabetta Piazzi)

CREMONA. Il viaggiatore che raggiunge l’ampia e scenografica Piazza del Duomo di Cremona, da alcune settimane ha la preziosa opportunità di visitare un nuovo, autentico scrigno di tesori d’arte e di fede. Nei pressi della Piazza, su cui si affacciano la Cattedrale, il Torrazzo, il Battistero, il Palazzo Comunale e la Loggia dei Militi, si trova infatti il Palazzo Vescovile che dal 12 novembre ha aperto le porte del Museo Diocesano.

Collocato nelle viscere del Palazzo Episcopale, il museo è nato dalla lunga ed accurata opera diretta dell’architetto Giorgio Palù dello studio Arkpabi, che ha saputo trasformare gli spazi di servizio, rimasti per molto tempo inutilizzati, in sale espositive in cui il design più all’avanguardia si fonde perfettamente con le strutture originarie. La realizzazione del progetto è stata possibile grazie alla liberalità del Cav. Giovanni Arvedi e della moglie Luciana Buschini, per mezzo della Fondazione che porta i loro nomi.

Le opere, più di 120, sono distribuite in dodici sale seguendo un criterio di tipo tematico e non cronologico, come forse ci si potrebbe aspettare.

Si parte con tre sale dedicate alla Diocesi di Cremona e le sue origini. Ad accoglierci, scese le scale, è un’opera scultorea di grande importanza storica e simbolica: la lapide di fondazione della Cattedrale, proveniente dalla Sagrestia dei Canonici.

Essa reca la data di inizio della ricostruzione del Tempio: 26 agosto 1107; è interessante notare che la lastra è sorretta dal Patriarca Enoch e dal Profeta Elia, legati dalla comune sorte di essere stati assunti in cielo ancora viventi, senza lasciare traccia sulla terra: a simboleggiare l’eternità della Chiesa ed ad un tempo segno augurale di immortalità del Duomo di Cremona.

Seguono le tre sale in cui il tema è il mistero dell’Incarnazione e la maternità della Vergine Maria, madre di Cristo e della Chiesa. A tal proposito è bene ricordare che la Cattedrale è dedicata proprio all’Assunta.

Il percorso di visita prosegue con le sale dedicate al mistero della Croce, ove trova posto una suggestiva tela del caravaggesco napoletano Battistello Caracciolo che rappresenta Cristo nell’orto degli ulivi, tela sofferta e ricca di pathos giocata su forti contrapposizioni fra luci ed ombre.

Nella medesima sezione, una sorta di scrigno rosso che accoglie una serie di croci processionali, fra cui si distingue la Grande Croce della Cattedrale, mirabile e preziosa opera di oreficeria uscita dalle sapienti mani di Agostino Sacchi e Ambrogio Pozzi, eseguita entro il 1478. L’opera monumentale, alta quasi tre metri e dal peso di cinquecento chili racconta episodi biblici ed evangelici attraverso quasi 450 piccole statue. La sua particolarità risiede nella struttura che, diversamente dalle croci astili, non ha il fusto e i bracci piatti, ma è di forma poliedrica a base ottagonale.

La sezione successiva è riservata ai Santi intercessori universali e locali. Vi troviamo raffigurazioni di San Rocco e San Sebastiano, santi ancora attualissimi perché invocati in occasione di epidemie; ad accompagnarli ci sono santi del nostro territorio quali Sant’Eusebio, San Marcellino, fino ad arrivare al vero protagonista, Sant’Ombono, patrono della città. Lo vediamo rappresentato in più tele, in particolare in un lavoro del celebre artista cremonese cinquecentesco Giulio Campi, la Carità di Sant’Omobono, emblematica nella modalità di presentare il santo della carità.

Lastra di fondazione del Duomo di Cremona (Foto: Elisabetta Piazzi)

Termina la galleria la piccola statua del Risorto, dello scultore seicentesco Giacomo Bertesi, proveniente dal Museo del Seminario Vescovile.

A seguire una galleria molto suggestiva, che raccoglie una ventina di capolavori appartenenti alla collezione privata del Cav. Arvedi e della moglie Luciana. Si tratta di tavole fondo oro datate tra il XII e il XV secolo, provenienti dall’Italia Centrale.

La penultima sala espositiva ci permette di contemplare la pregevolissima Tavola di Sant’Agata, opera unica nel suo genere, proveniente dall’omonima chiesa cremonese. Compiuto da un valente autore ignoto, che lo storico dell’arte Roberto Longhi non esitò a definire “Cimabue settentrionale”, è un lavoro dipinto a tempera su entrambe le facce. Da un lato sono raccontate, in 4 fasce sovrapposte, le vicende del martirio subito dalla santa catanese, mentre sul lato opposto è raffigurata la Vergine col Bambino sovrastati dalla discesa dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste. L’opera, ancorata ad una lingua di forte derivazione bizantina, rivela tratti di tipo naturalistico che vengono assimilati a lavori duecenteschi del Centro Italia.

L’ultimo spazio del museo è riservato al periodo a cavallo tra la signoria dei Visconti e quella degli Sforza, signori di Milano, ma anche di Cremona. Possiamo ammirare il duplice ritratto, dipinto da Bonifacio Bembo, di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza che si sposarono proprio nella città del Torrazzo nel 1441.

Nella medesima sala trova posto anche il “Tesoro di Pizzighettone”, ciò che rimane dei doni fatti dal re di Francia Francesco I a Mons Cipello, parroco che fu prezioso confidente durante la prigionia del sovrano all’interno della Fortezza di Pizzighettone, dopo la sconfitta subita a Pavia da parte dell’imperatore Carlo V. A deliziare i nostri occhi è in particolare il prezioso paliotto d’altare in velluto ricamato con al centro una Crocifissione.

Da questa sala si passa ad un ultimo spazio pensato per le mostre estemporanee e che attualmente mostra svariati pannelli che vogliono raccontare le lunghe ed accurate fasi di progettazione e realizzazione del nuovo museo, la cui nascita, come spiega il suo direttore don Gianluca Gaiardi, “coincide con la restituzione alla comunità dei credenti- e non solo – di uno spazio in cui il tempo si dilata nella storia, varcandone i confini e divenendo testimone della fede attraverso molteplici forme artistiche aventi un’intrinseca forza evangelizzatrice.”

INFO. Museo Diocesano, Piazza S.A.M. Zaccaria 4. Orari di apertura: da martedì a domenica dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 14.30 alle 18,00, sito web:  www.museidiocesicremona.it, ingresso Euro 5.

AUTRICE: ELISABETTA PIAZZI (riproduzione del testo riservata)

FOTOGRAFIE: Elisabetta Piazzi, inserite al solo scopo di accompagnare la presente presentazione del Museo Diocesano.