MERATE – “Caravaggio. Il Narciso di Palazzo Barberini. La grande arte in Brianza”, porta a Villa Confalonieri, in Brianza, una delle opere più iconiche del Merisi, che resterà disponibile al pubblico fino al 29 novembre 2024.
Per poco più di un mese “Il Narciso”, una delle opere più apprezzate e conosciute di Michelangelo Merisi, più comunemente noto come Caravaggio), lascerà temporaneamente per il prestito breve, la sua usuale sede romana all’interno di Palazzo Barberini per essere esposto in Brianza, a palazzo Confalonieri in Merate.(lc)
L’opera rientra nel novero dei soggetti di matrice mitologico/pagana fra cui il celebre Bacco e il ragazzo morso da un ramarro, opere che si affiancano a soggetti ben piu numerosi dello stesso artista ma di carattere prevalentemente sacro.
La tela che sarà esposta in Merate porta con se una insolita atmosfera di sospensione e tranquillità rispetto alle altre opere celebri nelle quali, il movimento impetuoso e improvviso, nonché la drammaticità della scena, e la violenza celebre del taglio luministico del Merisi tengono il campo.
Nel Narciso, mito tratto dalla letteratura ovidiana, vi è invece la calma apparente della contemplazione: la visione di se del soggetto nello specchio d’acqua, in verità comprime un’energia che altrove nel Merisi è scenica e pervaza di azione e pathos.
È un’energia statica interna, psicologica, ma che l’isolamento della figura nel fondo scuro rende percepibile e latente.
Il quadro porta con se numerosi spunti di curiosità e di indagine, come ad esempio il decoro del corpetto indossato dal Narciso, ripreso nei particolari motivi dai panni che avvolgono il celebre ritratto della Maddalena di mano dello stesso Merisi.
Questo elemento, come molti altri ha stimolato ipotesi sulle frequentazioni, gli ambienti e l’entourage di contatti dell’artista.
Opera questa, da guardare come punto di partenza per riflessioni sul tema che certamente potrebbero portare a percorrere strade non ancora indagate, in particolare sugli intenti occulti dell’autore, anche di carattere moraleggiante,( calati nella sospensione che il tema mitologico consente)e dei suoi seguaci ed epigoni.
Fra questi sono da annoverare i napoletani come B.Caracciolo, i toscani come P. Paolini e tutta la nutrita schiera specialmente di quegli artisti nordici giunti nella penisola sospinti dal richiamo del fascino della novità rispetto al classicismo di matrice guercinesca e reniana.
L’espediente figurativo nato con il Merisi e declinato rapidamente in pochi anni da diverse “scole” di matrice caravaggesca, ha aperto la strada a una pittura con possibilità di rinnovamento, non solo delle tematiche ma di revisione dei modi di intendere quelle già consolidate, come ad esempio l”aspetto della fisiognomica e delle conseguenze che tale apertura avrebbe generato.
Ma il tema di narciso sposta anche le considerazioni su un ambito di stretta attualità in modo trasversale come solo gli artisti veri sanno fare e non possono, talvolta loro malgrado, esimersi di fare.
Prova ne è il fatto che il padre della psicanalisi moderna, Sigmund Freud, gia prima della riscoperta longhiana della figura di Caravaggio con tutte le sue implicazioni di carattere artistico e culturale, avesse indugiato sulla complessità di significati plurimi insiti nel soggetto proposto dal Merisi.
Il medico austriaco per altro era in contatto anche con il mondo della rappresentazione artistica e in particolare con gli esponenti del surrealismo, primo fra tutti il teorico del gruppo André Breton, che dell’indagine dell’inconscio, avevano fatto un motivo di pratica artistica, individua nella figura di narciso un punto focale della sua impostazione terapeutica e diagnostica.
È dunque utile riproporre con le sintetiche e pregnanti parole dello stesso scienziato quelle che furono le sue deduzioni, dopo aver indagato a lungo le implicazioni di uno stato esistenziale, quello di narciso, da cui anche oggi per chi legge e guarda le opere come riflessi alonati della realtà quotidiana, potrebbe giungere uno spunto di riflessione.
“C’è una storia dietro ogni persona.
C’è una ragione per cui loro sono quel che sono.
Loro non sono cosi solo perche lo vogliono.
Qualcosa nel passato li ha resi tali e alcune volte, nonostante le buone intenzioni, è impossibile cambiarli”.[…]
LUCA NAVA
Per la visita è consigliato prenotare al sito :www.lagrandearteinbrianza.it