IL NATURALISMO AL DI META DI RICCARDO BRAMBILLA

MERATE Più volte è stato sottolineato, ma una volta in più certo non farà male, che spesso, per non dire quasi sempre, ad alcuni luoghi, alla loro identità si legano nomi di personaggi illustri che, a loro volta si legano a ideologie o movimenti politici¹e culturali che per un po di tempo hanno avuto la prevalenza su altri.

Ciò non significa però che accanto al main stream, non sussistano realtà diverse, possibilità di darsi scale di valori autonome.²

Queste possono riguardare molteplici aspetti della vita comune come l’organizzazione del tempo, degli spazi, delle attività o aspetti estetico-comportamentali legati anche a un gusto³.

Ma sussistono anche e da sempre aspetti soggettivi, precedenti alla formazione di una forma comune di sensibilità e che anzi ne sono la base costitutiva.

Quando, per loro natura, gli aspetti del gusto collettivo vengono irregimentati in un sistema come quello da manuale, (scolastico se si volesse vederlo concretizzato in qualcosa di conosciuto)⁴ quel nucleo primigenio di valori, che rappresenta una “massa informe” sempre suscettibile di variazioni ( etica, morale, gusto, appunto) allora quel potenziale di sviluppo che era la crisalide, si sclerotizza, negando in tal modo la possibilità di divenenire farfalla, libera di volare e diventa un feticcio mummificato venduto sotto forma di catalogo pronto al “consumo”⁵

Altri autori, pensatori, liberi innovatori⁶ e profondi conoscitori delle dinamiche della “naturalis vitae” che dentro il vortice mediatico, proposto dal marketing del sistema di sfruttamento della cultura a scopi di profitto non ci sono entrati, hanno saputo meglio cristallizzare il sentimento di adesione alle cose vere, agli aspetti della vita concreta nel e del mondo e quindi della natura, non rifugfendo talvolta anche gli aspetti più deteriori di questa.

È il caso di Riccardo Brambilla,⁷ cognome dalle origini milanesi che piu milanese di cosi non si può.

A 60 anni dalla scomparsa dell’artista, avvenuta nel 1965, di cui si va argomentando qui, che attraverso un percorso espositivo proposto consente di ripercorrerne la produzione artistica e il legame profondo con il territorio.

Dell’artista emerge in prima istanza l’approccio diretto al dato reale tradotto in pittura non scevro da simpatie chiariste in qualche caso.

Attraverso i suoi lavori, nati rigorosamente dalla pittura en plen air,⁸ emerge la sensibilità squisitamente sogfettiva per la cangianza della natura e per i gesti semplici della vita quotidiana che fanno della sua arte lo specchio di una sensibilità anche collettiva.

Riccardo Brambilla tra il 1929 e il 1934 ricoprì anche il ruolo di podestà ( titolo arcano d’evocazione addirittura medievale) dell’allora Comune di Olgiate-Calco.⁹

Uno degli aspetti del suo modo di intendere l’arte, accanto al suo approccio appena descritto, è quello della sua quasi totale noncuranza dei fenomeni di avanguardia¹⁰ del suo tempo: informale, espressionismo astratto e quant’altro che è possibile far rientrare nel delirio creativo di quei tempi, non molto diverso dal delirio che ha accompagnato le ideologie politiche e ideologiche di quella meta di secolo.¹¹

Il nostro non si lasciò limitare dalle avanguardie, preferendo anzi elrggendo il naturalismo come faro guida, restando fedele alla sua visione artistica: alle cose stesse.

C’è l’opportunità di osservare una selezione fra le opere più rappresentative dell’artista, dove si alternano paesaggii, ritratti familiari e scene di vita rurale.

Oltre a questo Brambilla fu anche un insegnante di disegno presso l’Istituto Bonaventura Cavalieri di Milano¹²

Dai suoi “Diari”¹³ emerge testimonianza non solo del legame con la terra di origine, ma anche la sua attenzione per il lato umano e lo scorrere della vita, osservata con lentezza fra le persone umili, epigoni a quel tempi dell’epopea di valori profondi della cultura contadina che, negli stessi luoghi oggi non sembra aver più cittadinanza ed essere in via di dissolvimento.

Brambilla e questa rassegna a lui dedicata in uno spazio unitario cui connotati fortemente territoriali lasciò al lettore il piacere di scoprire, rappresentano una fra tante delle possibilità di riscoprire valore. Valore estetico, della tradizione e adesione ai principi della stessa.

Questo non significa opposizione all’innovazione ma al contrario aver sempre presente chi si è e da dove si proviene.

LUCA NAVA

Dal 25 Gennaio al 9 marzo 2025.

Orari: sabato/domenica 9-12:30 / 15-18

Info: spazio expo E20 comune di Merate.