IL POLITTICO DELLA PASSIONE NELLA CHIESA ROMANICA DI SAN GIORGIO AD ANNONE

Il Polittico della Passione, foto di Luca Nava

ANNONE (LC) . La ricerca di caratteri di originalità nelle opere d’arte non sempre è un obbiettivo perseguito. Eppure continua a costituire un forte e imprescindibile carattere attributivo di valore.

Causa una certa tendenza nella schematizzazione di epoche e stili, da ormai alcuni decenni tutto cio che sfugge a un metodo di catalogazione viene guardato con sospetto o peggio, ignorato.

È pressapoco quel che capita ad Annone di Brianza nella chiesa di San Giorgio, dove si puo’ ammirare l’Ancona della Passione.

Si tratta di una pala ad ante, intagliata in legno, dipinta nella predella e nelle ante e dorata nella parte centrale intagliata.

Tecnicamente un polittico, quest’opera proveniente da una bottega anversese, adorna la cappella laterale destra intitolata a San Giovanni Battista e la cui edificazione risale alla prima meta’ del sec. XVI per volonta’ dei tre fratelli della famiglia Annoni, vale a dire una delle più’ rinomate famiglie milanesi del Cinque e Seicento che qui deteneva terre e si occupavano dell’organizzazione dei trasporti tra l’Italia e il Nord Europa sfruttando vie terrestri e fluviali in contatto con le città della lega asettica.

Giovan Angelo Annoni per molti anni visse nelle Fiandre gestendo la sede di Anversa della compagnia di famiglia mentre i fratelli Giovan Andrea e Giovan Francesco risiedevano rispettivamente a Milano e Lucerna.

La dislocazione dell’impresa di trasporti immediatamente rende conto dell’importanza dei personaggi che però rimasero legati al borgo di Annone ( nelle cui campagne circostanti probabilmente si cacciava con diritto esclusivo) e dove risiedeva l’origine di famiglia.

Questo è il retroterra che costituisce il legame tra il polittico di Annone e la bottega anversese impegnata nella sua realizzazione negli anni 1559-60.

Osservando il polittico ad ante chiuse sul lato destro si gode di uno sfondo paesaggistico fermato in una algidita’ di sapore nordico; il committente e’ ritratto in preghiera e affiancato da Sant’Andrea riconoscibile dall’attribuzione iconografica così come il San Giorgio sul lato opposto che, combattente il drago, occupa il primo piano sinistro.

Giorgio in qualità di cavaliere testimonia tra l’altro l’intestazione dell’antica chiesa quale destinazione finale per il polittico.

Nella predella tripartita di base, separati da lesene intagliate che rimandano ad alcuni polittici della medesima trafizione, come quello nella cattedrale a Ratisbona, sono dipinti gli episodi dell’Ultima Cena, di Cristo nell’Orto del Getsemani durante la sua veglia e infine del Bacio di Giuda, il tutto in modo consequenziale.

Questo ritmo narrativo introduce, incalzando, la vicenda della Passione che si svela all’interno dell’ancona: vero e proprio fulcro dell’impresa con una serie di scene scolpite a rilievo ma in alcuni casi anche a tutto tondo.

L’ancona peraltro consente di avere una testimonianza anche di quale fosse il panorama delle botteghe dei maestri d’ascia che, organizzati in botteghe e corporazioni, servivano e godevano non meno prestigio degli artisti quali Rubens, Perer Claez,Frank Franken il vecchio e poi il nipote, il giovane, per citare solo alcuni nomi.

Si rilevano immediatamente accortezze di gestione spaziale e illusionistica nelle nove scansie, dove si svolgono le scene passionali.

Chiaro è l’influsso delle novità Bramantesche apposte nel presbiterio ” sfondato” illusionisticamente della chiesa di S.Satiro a Milano.

Una dopo l’altra si narrano nella loro sorprendente ricchezza di dettagli, in ordine:

l’Ecce Homo, la Flagellazione e dall’Incoronazione di spine nel registro inferiore.

Seguono la Salita al Calvario con la caduta di Cristo e la Veronica che lo affianca.

Concludono la Crocifissione entro quello che appare come un arco trionfale e la Deposizione in registro superiore.

Conchiude il racconto, così come si era aperto, la pittura con la Resurrezione ed il Giudizio Universale collocati sul lato interno delle ante sinistra e destra.

Quanto descritto è espressione genuina della tradizione manierista in schema d’ uso presso le botteghe anversesi nel secondo Quattrocento.

Ma in questo caso i contenuti sono sottolineati e si fanno eco reciprocamente in quanto, la scena centrale piu’ alta, che solitamente è occupata dalla Crocifissione, e’ circondata ai lati da altre scene della Passione di Cristo.

L’apice della vicenda si articola complessivamente su tre livelli, che sono la predella e le serie di nicchie soprastanti la stessa, decisamente sottolineato in posizione apicale da un’ampia cornice a modo serliana.

Il repertorio architettonico di chiara derivazione classica testimonia anche delle novità ritrattistiche a riguardo contemporanee al polittico e vanno a enfatizzare l’espressività’ e la concitazione controllata di marca tipicamente nordica.

Cio è evidente soprattutto nei personaggi che affollano le scene scolpite mentre la decorazione a grottesche lungo le lesene e dei pilastri, esprimono rara finezza ebanistica e si fondono coi numerosi dettagli fisionomici carichi di pathos.

Sottoposto a restauro nel 2004, l’opera è rimasta in deposito fino al 2017 presso il museo diocesano milanese.

Questa operazione ha permesso il rinvenimento in piu’ punti del marchio degli intagliatori Anversesi, raffigurante due mani nere, impresso due volte che certifica la sua fattura e provenienza da una bottega di quella citta.

Ad Annone l’Ancona giunse nel 1560 e vi rimase sino ai primi anni settanta del XX secolo.

Interessante rilevare che in quegli anni del cinquecento, vi era in corso lo scisma protestante e la seguente controriforma che, in Lombardia e Milano in particolare, aveva volto e nome del card.Borromeo.

La presenza in Brianza di una rappresentanza delle terre in via di divenire protestanti di un’opera di questa eccezionalità, induce ulteriori riflessioni e considerazioni sul significato simbolico, religioso e politico di tali iniziative.

L’antica chiesa di San Giorgio, che custodisce l’ancona, è stata edificata intorno alla fine del XI sec. sulla sommità di una piccola collinetta morenica.

Nel corso dei tre secoli successivi ha poi subito restauri che però hanno salvaguardato lacerti di affreschi e il locale di prima fondazione in cui si riscontrano tutti i caratteri del romanico lombardo.

I numeri dell’ancona:

Bottega anversese, Ancona della Passione; meta’ del XVI secolo, legno di quercia scolpito, dorato e dipinto; olio su tavola, 296 x 220 cm (chiuso); 296 x396 cm (aperto); spessore 33,4 cm.

LUCA NAVA