MILANO. Romina Illuzzi è autrice del libro Il ritratto dal disegno al colore, da poco uscito nella prestigiosa collana DIsegni e tecniche pittoriche dell’editore Il Castello. L’artista ha accettato – e la ringraziamo – di rispondere a diverse domande su questo interessante volume.
Cosa rappresenta per te il Ritratto?
Ti rispondo con la frase che ho voluto nella seconda aletta del mio libro: “Un ritratto è una finestra aperta sull’anima del soggetto rappresentato, per cui non è soltanto una restituzione delle sue fattezze, ma è un racconto del suo io”. È la frase che ripeto spesso agli allievi che frequentano i miei corsi di ritratto, quando cerco di trasmettere l’approccio corretto verso questo tema, che va ben al di là della sola restituzione della somiglianza, ma deve raccontarci chi è la persona che stiamo ritraendo.
Ha senso fare ritratti “a mano” in un’epoca dove tutto è digitale?
Anche a questa domanda rispondo con un piccolo estratto del libro: “… L’intento di documentazione è ormai del tutto delegato alla fotografia e alle fotocamere dei nostri smartphone, che registrano, con o senza filtri, fisionomie e scorrere del tempo. Ma ho riscontrato che non ci basta catturare un volto con un click, vogliamo avere il piacere di catturarlo con le nostre capacità e restituirlo al futuro attraverso la lente dei nostri occhi. Disegnare aiuta a conoscere, getta un ponte tra noi e i nostri soggetti e, nei casi più riusciti, ci permette di leggerne le storie e raccontarle, talvolta attraverso un’interpretazione che è diversa a seconda dello sguardo di ciascun ritrattista. Anche i bambini disegnano ritratti, a riprova di come sia forte il desiderio di ricreare un volto con le proprie mani.”
Come è nata l’idea di questo libro?
Ci ho pensato a lungo. Dacché ho memoria mi rivedo con una matita in mano a disegnare volti, anche sui tavoli del laboratorio di mia madre quando ero piccolissima. Credo di aver maturato una grande esperienza su questo tema, nonostante dopo il liceo artistico non abbia frequentato l’Accademia di Belle arti ma abbia studiato restauro e per diciotto anni non abbia quasi più disegnato. Ma poi, quando ho deciso di ritagliarmi del tempo dopo il lavoro per riprendere in mano le matite, è stato naturale per me cominciare dai ritratti. Disegnavo in treno, durante i miei viaggi interminabili da pendolare e avevo sempre in borsa il ritratto di qualcuno. Poi ho deciso di mollare tutto e fare dell’arte il mio lavoro; ho cominciato proprio col tenere corsi di ritratto e i tanti riscontri positivi degli allievi mi hanno spinta a “organizzare”la mia esperienza in un libro, per poterla condividere su più larga scala. Perché credo che ritrarre una persona sia un viaggio di conoscenza bellissimo e molto gratificante.
Come s’insegna ritratto in un volume?
Beh, ho dovuto mettere ordine nella messe di idee che avevo in testa, ovviamente confrontandomi con l’editore per questioni di spazio. La mia linea guida è stata pensare a tutto quello che a me non hanno insegnato e che ho avuto la caparbia, e la fortuna, di andare a cercare da sola. E alla fine è stato relativamente semplice: mi è bastato scrivere e illustrare tutto, senza tenere nulla per me, in un’ottica di massima condivisione di quello che so.
Quali parti sono risultate più complesse?
Sicuramente è stato complesso lavorare interrompendomi di continuo per fotografare tutti i passaggi del lavoro, soprattutto per me che non sono certo una fotografa esperta. E poi quando lavori la creazione ti circonda e ti avvolge e a volte ho dimenticato di fotografare qualcosa: mi ritrovavo a lavoro finito con pochissime foto … Non è stato semplice neanche reperire i soggetti: siamo pieni di foto che affollano le memorie dei nostri smartphone, ma purtroppo siamo nell’epoca del selfie e non sono certo quelle immagini che scelgo per un ritratto. E allora ho chiesto a parenti, conoscenti e amici di posare per integrare il materiale che avevo selezionato dal mio archivio.
A chi si rivolge il libro?
Si rivolge a chi vuole provare a disegnare un ritratto psicologico e, acquisiste le nozioni base, ha bisogno di una piccola guida per enfatizzare la riuscita del proprio lavoro. Quindi si rivolge sia al neofita che all’esperto. E soprattutto al cultore.
Qual è la difficoltà maggiore nell’insegnare ritratto?
Senz’ombra di dubbio, per la mia personale esperienza, la maggiore difficoltà nell’insegnare ritratto è rieducare l’occhio degli allievi. Siamo talmente bombardati di immagini che no sappiamo più guardare, capire come sono fatte le cose e riconoscere le differenze. Noto che in tanti disegnano per stereotipi, ed estirpare questi stereotipi dalle loro teste e dalle loro matite è il lavoro più difficile!
ROMINA ILLUZZI / CENNI BIOGRAFICI
Ho frequentato il liceo artistico a Bari nella prima metà degli anni Novanta e subito dopo, invitata dai docenti di disegno, ho cominciato a partecipare alle mostre che organizzavano, presentando proprio ritratti. Il mio stile è sempre stato figurativo, che oggi è maturato in un realismo a volte crudo e melanconico. I temi preferiti il ritratto, la natura morta e il paesaggio.
In quegli anni sono arrivate le prime commissioni, ma poi tutto si è interrotto con gli studi e l’attività nel mondo del restauro monumentale. Ho studiato all’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma e non ho avuto problemi a inserirmi nel mondo del lavoro dopo gli studi. Dopo quindici anni di inattività ho ricominciato a dipingere, praticando l’acquarello e le tecniche secche: grafite, pastelli e matite colorate. Prediligo la carta, perché è un materiale presente nella vita di tutti e quindi connotato da una forte democraticità, che fa sentire vicina e tangibile la possibilità di fare arte.
Nel 2015 la prima personale a Padova, città in cui vivo, seguita poi da numerose partecipazioni a festival dedicati all’acquerello (Fabriano e Monza), al diario di viaggio illustrato, altra mia grande passione, e a mostre collettive. Del 2018 una personale a Padova dedicata al ritratto “Through the face. Viaggio nel volto” e nel 2019 a Giovinazzo (Ba) “Giovinazzo. Viaggio su carta. Acquerelli e parole”.
Dal 2018 insegno regolarmente disegno, ritratto e acquerello nella mia città e tengo workshop in tutta Italia, dedicati soprattutto al ritratto.
Nel 2019 ho fondato l’associazione Onda Creativa Padova assieme ad altri tre acquarellisti, volta alla divulgazione e all’insegnamento delle tecniche artistiche su carta.
Il mio sito web è www.rominailluzziart.com
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