IL SENTIERO LUMINOSO: STORIE E LEGGENDE MONTISOLANE

MONTE ISOLA. Il libro Il sentiero luminoso. Storia, leggenda e devozione in onore della Madonna della Ceriola (che sarà presentato domenica 6 marzo alle 15,30 all’Ufficio Turistico di Peschiera Maraglio, ingresso libero) costituisce il punto di approdo di tutta una serie di iniziative e di celebrazioni che si sono tenute nel corso del 2024 per rievocare il centenario dell’incoronazione della Madonna della Ceriola.

La struttura della pubblicazione stessa, che si avvale di diverse fonti, dai diari di don Trotti agli studi di don Turla, dall’esame dei bollettini parrocchiali alla ricerca di materiale iconografico e fotografico relativo al santuario, viene articolata su quattro sezioni curate da altrettanti ricercatori che esaminano, nel corso dei secoli, gli aspetti devozionali, artistici, storici afferenti il santuario, a cominciare dall’epoca dell’antica Roma; ne viene fuori un quadro complesso in cui il Santuario è punto di riferimento per la popolazione di Montisola, ma anche delle sponde viciniori del lago d’Iseo e, allo stesso tempo, oggetto delle cure non solo delle autorità ecclesiastiche ma anche di quelle civili.

Gli autori che hanno contribuito alla stesura della pubblicazione sono Simone Fappanni, Vincenzo Montuori, Erminio Morenghi e Michele Turla.

Il primo contributo, a firma di Erminio  Morenghi, si intitola “Il Santuario della Madonna della Ceriola tra riti pagani e spiritualità cristiana “. L’autore prende le mosse dai culti pagani che si celebravano in zona, probabilmente quelli di Fauno, dio delle selve (e infatti il toponimo “Siviano” deriva da un aggettivo latino “silvinus”, ossia selvoso) e di Iside ( da cui deriva il toponimo “Iseo”). Nell’orizzonte di sincretismo religioso del tardo impero in cui si mescolavano riti di diversa provenienza, si innesta la predicazione cristiana dei santi Faustino e Giovita che evangelizzano nel secondo secolo d.C. Brescia e di San Vigilio che, nel processo di evangelizzazione delle vallate bresciane, alla metà del IV secolo d.C. fa edificare sul sito pagano di Montisola un tempietto dedicato alla Purificazione della Vergine e alla presentazione di Gesù al Tempio. Del resto, le feste della Purificazione, con le loro processioni con le fiaccole accese – osserva Morenghi – rappresentano una sorta di prosecuzione, sotto altre vesti, dei riti pagani dei Lupercali che erano accompagnati dall’accensione di fiaccole; e comunque la trasformazione di feste pagane in feste cristiane è attestata anche per il Natale, il giorno del Sol Invictus per i latini e della Candelora. Morenghi, inoltre, ci ripropone le tre leggende che sono alla base del culto mariano della Ceriola e che erano state già analizzate da don Turla nel suo libro “La vergine bellezza di Montisola”. L’autore apre, quindi, un excursus sulla storia del lago d’Iseo, nel passaggio dal dominio romano a quello degli Ostrogoti, dei Longobardi, dei Franchi di Carlo Magno, finché tutta la zona viene sottomessa da Bernabò Visconti, per passare, intorno agli anni Venti del Quattrocento sotto il controllo veneziano fino alla calata di Napoleone in Italia nel 1796. Passata nel Lombardo-Veneto degli Asburgo dal 1815 in poi, l’area diventa italiana con la seconda guerra d’indipendenza. Con la storia d’Italia si sviluppa anche la storia della parrocchia: dopo i profondi restauri della cappella, avvenuti nel Cinquecento, il nuovo principe della chiesa italiana della Controriforma, il cardinal Carlo Borromeo,  comincia ad operare una stretta ed un più attento controllo su certe pratiche devozionali popolari che hanno del “superstizioso”,come ad es. “la venerazione delle pietre”, che pure si sono protratte fino all’Ottocento. Chiaramente i lavori di restauro e la costruzione del campanile nel Settecento si accompagnano a una serie di visite pastorali con le quali la devozione dei fedeli si accresce sempre di più fino ad arrivare alle iniziative della incoronazione del 1924.

   Proprio di questo tratta il contributo di Vincenzo Montuori, “La consacrazione della Madonna della Ceriola”, che si basa sulle testimonianze ricavate dai diari compilati dal parroco di Siviano, don Giuseppe Trotti, tra il 1911 e il 1929. Montuori tratteggia prima la figura del parroco che, pur essendo un moderato, era in ogni caso in contatto con uno dei prelati illuminati dell’epoca, il vescovo di Cremona, monsignor Geremia Bonomelli. Come viene osservato, l’attività di don Trotti punta a una collaborazione tra Stato e Chiesa ed egli cerca di fare del santuario il luogo di celebrazione non solo di eventi religiosi ma anche di ricorrenze civili come quando tiene cerimonie per la pace di Losanna (16/10/1912) che chiude la guerra di Libia tra Turchia e Italia o quando comincia a tenere funzioni in memoria dei caduti in battaglia della Grande Guerra nel 1915. Il suo intento è, però, quello di avviare la procedura di incoronazione della Ceriola, che già aveva un foltissimo gruppo di devoti. Così il parroco promuove la pubblicazione nel 1916 del libro “Storia di Montisola” in cui si dà grande risalto al tema del santuario e chiede l’attenzione del vescovo di Brescia, monsignor Giacinto Gaggia, approfittando della ricorrenza del 24 maggio 1919, primo anniversario nel primo dopoguerra dell’inizio della guerra stessa il 24 maggio 1915. In una grande cerimonia, segnala Montuori, vengono convocati i prelati e le autorità comunali locali. Si crea sempre più consenso intorno alla proposta di incoronazione tanto che in un sermone del 1922 don Trotti chiede che tutte le autorità locali si facciano portavoce della cosa, interessando le gerarchie vaticane.  Il 1922 e il 1923 sono due anni di ferventi preparativi e di raccolte fondi finché si apre la cerimonia di incoronazione nei giorni dal 29 al 31 agosto 1924. Montuori espone con ricchezza di dettagli le diverse fasi dei festeggiamenti che vedono decine di miglia di persone sbarcare su Montisola oltre che la pubblicazione di un libro stampato in 2.000 copie, “Il Santuario della Madonna della Ceriola”. Montuori segue gli ultimi anni di attività di don Trotti che, nato a Gargnano nel 1880, morirà ad Adro nel 1939 e conclude osservando che, grazie alla sua attività e all’interessamento fattivo che egli ebbe per la sorte dei parrocchiani, don Trotti non è stato solo un pastore di anime ma anche l’essenziale intermediario e portavoce tra i  bisogni della comunità e le strutture dell’amministrazione locale.

   Con il suo contributo dal titolo “Nel sentiero della Ceriola: la devozione mariana della comunità montisolana attraverso i bollettini parrocchiali”, Simone Fappanni mette a fuoco con la sua ricerca sui documenti i rapporti esistenti tra le problematiche locali e gli eventi nazionali e raccoglie tutta una sequela di testimonianze (preghiere, orazioni, etc.) che ben registrano lo sviluppo della devozione popolare intorno alla figura della Vergine.

   Una parte del suo intervento è dedicata alle cerimonie che si tennero nel 50° anniversario della Incoronazione (1974), per il quale i bollettini segnalano una missiva del papa Paolo VI, attraverso la Segreteria Vaticana: il papa manda al parroco di Montisola la sua benedizione apostolica; intanto  le corrispondenze epistolari e i contatti con il Vaticano si intensificano durante gli anni Settanta e la Ceriola diventa mèta di pellegrinaggi importanti come quello del vescovo di Brescia dal 1983 al 1988, monignor Bruno Foresti che, secondo quanto registrano i bollettini, compie la sua prima visita pastorale proprio al Santuario. I bollettini proseguono, tra l’altro, fino agli anni più recenti registrando una devozione intatta dei fedeli per la Vergine.

   Chiude il volume uno studio fotografico di Michele Turla, diviso in tre sezioni: “Madonna della Ceriola: un viaggio fotografico attraverso la storia sacra”, “Galleria fotografica” e “Il centenario dell’Incoronazione: 1924-2024”. In esse l’autore, dopo aver selezionato una ricca galleria di immagini delle cerimonie alla Ceriola in bianco e nero e poi a colori lungo l’arco di un secolo, illustra attraverso le foto e l’abbigliamento dei fedeli i mutamenti del costume, pur nella costanza di una fede immutata verso la Ceriola.

   In definitiva, si tratta di un libro a più voci che ben spiega la complessità e l’importanza ancora oggi della figura della Ceriola sull’orizzonte della dimensione spirituale locale e ne fa il punto di riferimento di tutta la comunità montisolana.